Hopper in mostra a Bologna

Secondo piano al sole | Edward Hopper

Edward Hopper, Secondo piano al sole (1960). Whitney Museum of American Art, New York.

Hopper in mostra a Bologna

Hopper in mostra a Bologna. Per alcuni Edward Hopper è un narratore di storie per altri è il solo artista che sia stato in grado di cogliere la normalità della vita, ma è stato egli stesso a definire il suo percorso creativo.

“Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere”E. Hopper

Two Trawlers | Edward Hopper

Edward Hopper, Two Trawlers (1923/1924). Whitney Museum of American Art, New York.

Edward Hopper (1882-1967) è uno dei più popolari e famosi artisti americani del XX secolo e all’uomo e all’artista Bologna dedica una mostra a Palazzo Fava dal 25 marzo al 24 luglio 2016.

Uomo schivo e taciturno, amante degli orizzonti del mare e della luce chiara del suo grande studio, Edward Hopper ha dipinto la solitudine delle strade di Manhattan, dei negozi vuoti, dei distributori di benzina, dei bar aperti di notte.
Lo sguardo di Hopper sull’uomo e sulla vita non è molto distante da quella che poteva avere Piero della Francesca, come dimostra la mostra allestita a Forlì, che espone al termine di un percorso espositivo complesso proprio un dipinto di Hopper, per indicarci che due artisti tanto lontani nel tempo sono giunti alla stessa conclusione: che la natura visibile ha anche un aspetto spirituale che ha bisogno di essere rappresentato.

La mostra a Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni di Bologna, espone una selezione rappresentativa dell’intera produzione di Edward Hopper, dagli acquerelli parigini, ai paesaggi e scorci cittadini degli anni ‘50 e ‘60, attraverso più di 60 opere tra cui celebri capolavori South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960), New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop (1909), Summer Interior (1909), e il prestito eccezionale costituito dal grande quadro intitolato Soir Bleu (ha una lunghezza di circa due metri), simbolo della solitudine e dell’alienazione umana, opera realizzata da Hopper nel 1914 a Parigi.
Un percorso che attraversa la sua produzione e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

L’esposizione è curata da Barbara Haskell – curatrice di dipinti e sculture del Whitney Museum of American Art – in collaborazione con Luca Beatrice.
Il Whitney Museum ha ospitato varie mostre dell’artista, inoltre dal 1968 ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

American Village | Edward Hopper

Edward Hopper, American Village (1912) – Whitney Museum of American Art, New York

INFO
Edward Hopper
Dal 25 marzo al 24 luglio 2016
Palazzo Fava, Bologna

LINK
http://www.genusbononiae.it

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4 thoughts on “Hopper in mostra a Bologna

  1. Putroppo sono espote solo 60 opere. Il tema degli interni e dei bar non viene rappresentato da quadri ad olio ma solo da bozzetti, a fronte di diverse opere del periodo parigino e post-parigino. Il percorso dovrebbe seguir un filone cronologico, che tuttaviadiventa tematico. Vale comunque la pena, anche per alcuni capolavori come Soir Bleu e Second story sunlight.

    • Mi sembra di capire Elisabetta, che sei rimasta un po’ delusa dalla mostra.
      Sinceramente non sei la prima che mi dice che è un po’ confuso come percorso e ti dirò la verità, io avevo grandi aspettative che sono state deluse.
      Infatti, questo è l’unico post che ho realizzato, lasciando spazio a quelle che mi sono piaciute 😉

      • Di fatto sono contenta di esserci andata per vedere i quadri di Hooper, fra tutti “Soir bleu” e “Second story sunlight”. In questo senso nel è valsa la pena. Apprezzo anche come ci si sforzi di organizzare mostre per attirare turisti in città e arricchire l’offerta culturale.
        Per quanto riguarda la mostra in sé…io avevo letto un paio di librini su Hooper , quindi ero preparata, ma leggendo solo i pannelli e anche con l’audioguida, il percorso secondo me non rende giustizia alla carriera di questo pittore.
        Il pittore ha raggiunto il successo a 40 anni; nella mostra non viene a mio avviso ben approfondito come si sia dovuto dedicare per anni all’acquaforte e alle illustrazioni pubblicitarie e il periodo dagli anni ’30 agli anni ’60 forse è trattato in modo… poco critico.
        La sala multimediale finale per me (quella dove ci si può fotografare) è troppo distraente, l’avrei messa in un’altra stanza.
        Mi spiace essermi persa la mostra monografica a Roma anni fa!

        • Realizzare una mostra su un artista con un percorso articolato come Hopper non è mai facile e si rischia sempre di sorvolare su molti aspetti.
          Anche se io preferisco una mostra come quella di Hopper piuttosto che una mostra come quella in corso a Milano su Boccioni, che tratta solo la fase giovanile, ma per forza ha dovuto inserire opere anche più tarde, creando confusione nel percorso.
          Ci vorrebbe sempre un giusto equilibrio e soprattutto pensare a chi verrà a vedere la mostra e magari non è preparato.

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