Raffaello Sanzio, vita e opere: 5 cose da sapere

Autoritratto Raffaello | Raffaello Sanzio

Autoritratto di Raffaello

RAFFAELLO SANZIO, LA VITA E LE OPERE: 5 COSE DA SAPERE

La vita di Raffaello Sanzio fu breve e completamente dedicata all’arte.
Potremmo considerarlo un ragazzo prodigio dell’arte perché a 17 anni, dopo essere stato allievo di Perugino, era già maestro d’arte e in grado di gestire le prime importanti commissioni.

Raffaello è stato uno dei grandi maestri del Cinquecento, con una predisposizione per gli affari, infatti riuscì ad organizzare la sua bottega come un’impresa con decine di aiutanti, capace di produrre opere di ogni tipo.

Raffaello, vita e opere: 5 cose da sapere su Raffaello Sanzio.

1. QUANDO NASCE RAFFAELLO

Raffaello Sanzio nasce a Urbino nel 1483.
Suo padre era Giovanni Santi, un pittore affermato e che sarà il primo a insegnare i segreti della pittura a Raffaello.
Sarà Perugino però a completare la formazione di Raffaello, che diventerà suo allievo.

La raffinata corte di Urbino è per Raffaello il luogo dove poter studiare i grandi artisti come Piero della Francesca, Luca Signorelli e Pintoricchio, che sono i primi ad ispirare le sue opere giovanili.

2. I PRIMI CAPOLAVORI DI RAFFAELLO

Raffaello Sanzio all’età di 17 anni è già in maestro d’arte e nel 1504 realizza lo “Sposalizio della Vergine” (conservato ora a Milano presso la Pinacoteca di Brera) e alla fine dello stesso anno si trasferisce a Firenze dove può studiare da vicino le opere di Leonardo da Vinci e di Michelangelo Buonarroti.

Nel 1507 dipinge la “Deposizione Baglioni” (oggi conservata presso la Galleria Borghese a Roma) che è il suo capolavoro giovanile.

Sposalizio della Vergine | Raffaello

Dettaglio dal “Sposalizio della Vergine” di Raffaello.

3. IL SUCCESSO DI RAFFAELLO A ROMA

Nel 1509 Raffaello Sanzio arriva a Roma, chiamato dal papa Giulio II che stava rinnovando la città di Roma grazie al contributo dei migliori artisti del suo tempo come Bramante e Michelangelo.
A Roma Raffaello incontra Bramante, impegnato a dirigere i lavori per la costruzione della Basilica di San Pietro e Michelangelo.

Il primo incarico di Raffaello a Roma è la decorazione degli appartamenti vaticani, a cui fanno seguito una serie di commissioni da parte del papa oppure di personaggi legati alla corte pontificia.
Nel 1514 viene incaricato di dirigere i lavori della fabbrica di San Pietro, sostituendo Bramanate che era appena scomparso.

Nel 1515 Raffaello è nominato prefetto alle antichità romane e inizia a occuparsi della protezione e conservazione delle opere e dei monumenti dell’antica Roma.

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4. LA BOTTEGA DI RAFFAELLO

Per far fronte alle sempre più numerose richieste di opere e commissioni prestigiose che provengono da tutta Italia, Raffaello Sanzio organizza la sua bottega come una vera e propria impresa.
La sua bottega non solo era in grado di svolgere lavori impegnativi ma diventò una sorta di scuola per molti artisti che diventeranno a loro volta grandi artisti.
Tra gli allievi più importanti ci sono Giulio Romano, il più importante artista del Manierismo, e anche Perin del Vaga.
Nella bottega di Raffaello però vi erano anche scultori, architetti e maestri vetrai che la permettevano di soddisfare qualsiasi tipo di richiesta.

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5. QUANDO MUORE RAFFAELLO

Raffaello muore improvvisamente nell’aprile del 1520 a trentasette anni.
nella sua bottega lascia alcune opere incompiute che i suoi allievi porteranno a termine, come la “Trasfigurazione” (ora esposta presso la  Pinacoteca Vaticana).

La sua morte lasciò un grande vuoto nel mondo culturale e venne sepolto con tutti gli onori nel Pantheon di Roma, dove si trovano ancora le sue spoglie.

Scuola di Atene | Raffaello

La “Scuola di Atene” negli Appartamenti Vaticani.

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5 thoughts on “Raffaello Sanzio, vita e opere: 5 cose da sapere

  1. sono in possesso di un dipinto su rame, della scuola di Raffaello , raffigurante Madonna con
    bambino , ereditato dalla mia famiglia la quale ne era già proprietaria da diverse generazioni.
    Sarebbe mia intenzione venderlo , trattativa riservata.

    • La sua morte fu un vera tragedia per il mondo artistico e non solo. Raffaello morì il 6 aprile 1520, nel giorno di Venerdì Santo, dopo quindici giorni di febbre e curata con ripetuti salassi.
      Fu il suo amico Pietro Bembo a scrivere l’epitaffio che ancora oggi si trova sulla sua tomba al Pantheon: «Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci, rerum magna parens et moriente mori» (Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire).

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