Azimut/h e una passeggiata con Luca Massimo Barbero

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Peggy Guggenheim Collection. Un salto nella storia dell’arte alla scoperta di una delle esperienze artistiche più esaltanti del secondo Novecento in compagnia di Luca Massimo Barbero, curatore di Azimut/h, la mostra invernale della Collezione Peggy Guggenheim.
Non capita spesso di passeggiare in compagnia del curatore di una mostra e avere la possibilità di essere guidati attraverso un percorso espositivo costruito con passione e attenzione per i dettagli.
Questo mi è capitato partecipando alla press preview di Azimut/h ed è stata un’esperienza straordinaria.

AZIMUT/H. Continuità e nuovo
Una mostra che racconta un’esperienza straordinaria e rapidissima, racchiusa in uno spazio temporale che va dal 1959 al 1960, con la creazione di una galleria e di una rivista, che ebbero un ruolo fondamentale nel panorama artistico italiano e internazionale, fondate a Milano da Piero Manzoni e Enrico Castellani.

Azimut/h avvia le celebrazioni della neo-avanguardia europea, che proseguiranno dal 10 ottobre con la mostra Zero: Countdown to tomorrow, 1950s-60s, al Solomon R. Guggenheim museum di New York, ed è una mostra che nello spazio di sei sale racconta un periodo intenso dell’arte italiana del dopoguerra.
In soli 11 mesi, tra il 1959 e il 1960, Azimut (la galleria) e Azimuth (la rivista) provocano un terremoto culturale fatto di sperimentazioni, neoavanguardie e rapporti intensi con quanto sta succedendo a livello internazionale.
Il percorso espositivo ci mostra i lavori dei promotori di questa rivoluzione, Manzoni e Castellani, accanto alle opere degli artisti che ruotarono intorno ad Azimut/h, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean Tinguely, Heinz Mack, Otto Piene e . Inoltre, sono sposte opere di Günther Uecker e Heinz Mack (presente all’evento 🙂 ), che la stessa Peggy Guggenheim, con grande lungimiranza, aveva acquistato per la sua collezione.

Come ha sottolineato Luca Massimo Barbero, è una mostra da guardare con occhi puri e senza pensare a ciò che questi artisti hanno realizzato negli anni successivi.
Le opere esposte in realtà sono di giovanissimi artisti che ancora non hanno esposto le loro opere o lo stanno facendo per la prima volta, stanno ancora germogliando in loro le riflessioni e le ricerche che li porteranno a creare grandi capolavori. Sono ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco, di stupire, sono curiosi di tutto e di confrontarsi con i grandi maestri italiani e internazionali, sono assetati di vita e vogliono lasciare il loro segno nel mondo … e magari cambiarlo.
Questa è una mostra che tutti, ma soprattutto i giovani artisti di oggi dovrebbero andare a vedere, perché è l’analisi attenta di uno dei momenti più felici e vulcanici dell’arte italiana del dopoguerra e perché questi piccoli, ma già grandiosi, artisti hanno molto da suggerire per ispirare le giovani generazioni … attraversando queste sale si potrebbe sentire Piero Manzoni sussurrare e dire: “Non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali; le modificazioni non bastano: la trasformazione dev’essere integrale”.

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Quest'opera fu acquistata da Peggy Guggenheim da una galleria londinese. Si tratta di un'opera di Uecker che è emblematica del suo linguaggio che prima modifica e poi sostituisce gradualmente la pittura tradizionale con superfici e oggetti non pittorici. A partire dal 1961 Uecker utilizza i chiodi per rivestire e/o costruire il corpo dell'opera, dando vita a suggestioni tattili e modulazioni di luce e ombra.

Quest’opera fu acquistata da Peggy Guggenheim da una galleria londinese. Si tratta di un’opera di Uecker che è emblematica del suo linguaggio che prima modifica e poi sostituisce gradualmente la pittura tradizionale con superfici e oggetti non pittorici. A partire dal 1961 Uecker utilizza i chiodi per rivestire e/o costruire il corpo dell’opera, dando vita a suggestioni tattili e modulazioni di luce e ombra.

Guggenheim Piero Manzoni

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Alcuni dei principali avvenimenti di quegli anni.

Alcuni dei principali avvenimenti di quegli anni.

Heinz Mack in Guggenheim durante la presentazione della mostra

Heinz Mack in Guggenheim durante la presentazione della mostra

La galassia degli eventi e degli avvenimenti che incrociano Azimut/h

La galassia degli eventi e degli avvenimenti che incrociano Azimut/h

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INFO
AZIMUT/H. Continuità e nuovo – 20 settembre 2014 / 19 gennaio 2015
Peggy Guggenheim Collection
A cura di Luca Massimo Barbero

Con AZIMUT/H. Continuità e nuovo Barbero prosegue la sua indagine approfondita sulla scena artistica del secondo dopoguerra, avviando le celebrazioni della neo-avanguardia europea che proseguiranno, dal 10 ottobre 2014, con la mostra ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s-60s, al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, a cura di Valerie Hillings, Curator and Manager, Curatorial Affairs Abu Dhabi Project.
Il catalogo della mostra, imponente, completa l’indagine di Luca Massimo Barbero con una serie di studi scientifici, tavole, confronti, riproduzione di materiali inediti, contenuti di riviste.

LINK
www.guggenheim-venice.it

www.marsilioeditori.it/

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