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La mostra di Munch a Roma, Palazzo Bonaparte

Febbraio 11 Giugno 2

Se pensi che l’arte sia solo da ammirare, preparati a cambiare idea. Perché l’arte di Edvard Munch non si guarda soltanto: si sente, si vive, ti scava dentro.
Ora hai un’occasione unica per immergerti nel suo universo visionario.

LA MOSTRA DI MUNCH A ROMA

Dall’11 febbraio 2025, Palazzo Bonaparte a Roma ospita la mostra dell’anno: “MUNCH. IL GRIDO INTERIORE”.
Dopo il successo travolgente della mostra di Munch a Milano, la retrospettiva arriva nella Capitale, portando con sé oltre cento capolavori eccezionalmente concessi dal Munch Museum di Oslo.
Un evento straordinario, perché le opere di Munch raramente lasciano la Norvegia.

Eppure, questa volta, lo hanno fatto e il risultato è una mostra che ripercorre l’intera carriera di uno degli artisti più amati e più difficili da vedere dal vivo.

Che tu sia un appassionato d’arte o meno, sicuramente conosci L’Urlo, il dipinto che è diventato un’icona universale dell’angoscia esistenziale. Tuttavia Munch è molto più di questo e la mostra lo descrive bene, con una selezione di opere che raccontano il suo straordinario viaggio artistico.

Potrai ammirare capolavori come La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904), fino a una delle celebri versioni litografiche de L’Urlo (1895). Un percorso che attraversa i temi più cari all’artista: amore, morte, paura, solitudine, desiderio, tutti filtrati dalla sua visione intensa e struggente della condizione umana.

Nato nel 1863 in Norvegia, Edvard Munch ha trasformato il dolore in arte. La perdita prematura della madre e della sorella, un padre severo, una relazione tormentata, l’alcolismo e il crollo psicologico. Tutto questo è entrato nelle sue opere sotto forma di colori esplosivi, volti distorti, prospettive instabili.

Influenzato inizialmente dal naturalismo norvegese, Munch si lasciò conquistare dalle ricerche degli Impressionisti e dei postimpressionisti durante il soggiorno a Parigi.
Fu a Berlino che la sua arte trovò la propria voce, scuotendo il pubblico con immagini di un’intensità mai vista prima. Definito scandaloso, incompreso e maledetto, divenne il precursore dell’Espressionismo, aprendo la strada a una nuova concezione della pittura, capace di dare forma alle emozioni più profonde.

Negli ultimi anni della sua vita, tornò in Norvegia, immergendosi nella natura e lavorando su opere monumentali come i dipinti murali dell’Università di Oslo, capolavori che raccontano la sua continua ricerca sulle forze invisibili che muovono il mondo.

Edvard Munch Disperazione

Edvard Munch, Disperazione. 1894. Olio su tela, 92×73 cm. Photo © Munchmusee

 PERCHÈ VISITARE LA MOSTRA

La retrospettiva a Palazzo Bonaparte è più di una semplice mostra: è un’esperienza emotiva.
Il percorso espositivo è pensato per farti entrare nel cuore pulsante dell’arte di Munch, dove il colore diventa un linguaggio, la forma un’emozione, la prospettiva un’illusione.

Attraverso dipinti, stampe e scritti, la mostra esplora il suo “grido interiore”, quella necessità viscerale di esprimere ciò che si agita sotto la superficie della realtà. Dai tormenti personali ai grandi interrogativi universali sulla vita e sulla morte, ogni opera diventa uno specchio delle nostre inquietudini più profonde.

In un’epoca in cui l’arte cerca di emozionare, Munch riesce ancora a sconvolgere. Le sue tele sono visioni che parlano direttamente alla nostra sensibilità contemporanea, anticipando le ansie, le paure e i sogni della modernità.

Organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Munch Museum di Oslo, la mostra rappresenta un evento irripetibile per il pubblico italiano. Un’opportunità per vedere da vicino opere che, solitamente, si possono ammirare solo a Oslo.

MUNCH. IL GRIDO INTERIORE
A cura di Patricia G. Berman, in collaborazione con Costantino D’Orazio per il supporto nella redazione dei testi di
approfondimento in mostra
PALAZZO BONAPARTE
11 FEBBRAIO – 2 GIUGNO 2025

Piazza Venezia, 5
Roma, RM 00186 Italia
+ Google Maps

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