Ileana Sonnabend: la donna che ha cambiato il modo di vedere l’arte

Ileana Sonnabend

Cosa serve per lasciare un segno duraturo nel mondo dell’arte? Visione, coraggio e, soprattutto, amore per l’imprevedibile. Ecco, Ileana Sonnabend aveva tutto questo.
Ogni volta che penso a lei, mi immagino una donna dallo sguardo attento, capace di vedere ciò che agli altri sfuggiva. Non era solo una collezionista o una mercante d’arte: era una vera pioniera, una che credeva negli artisti prima ancora che il mondo si accorgesse di loro.

CHI ERA ILEANA SONNABEND

Andy Warhol Ileana Sonnabend

Andy Warhol, ritratto di Ileana Sonnabend

Ileana Schapira nasce a Bucarest nel 1914, figlia di una famiglia benestante e che il destino porta lontano. La sua, infatti, è una vita fatta di continui spostamenti e di incontri che cambieranno la storia dell’arte.
Si sposa giovanissima con Leo Castelli e insieme scappano a New York durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui, nel cuore della scena artistica americana, inizia il viaggio che la trasformerà in una delle figure più influenti del Novecento.

Quello che mi colpisce di Ileana è il modo in cui ha saputo reinventarsi e lo si capisce bene leggendo la biografia scritta da Manuela Gandini: Ileana Sonnabend. The Queen of Arts. Dopo il divorzio da Castelli, sposa Michael Sonnabend e non si lascia fermare da niente: apre gallerie a Parigi e New York e inizia a scrivere una pagina nuova nel panorama artistico mondiale.

L’intuito di Ileana quando l’arte era un rischio

Cosa significava scommettere su artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg o Andy Warhol negli anni ’60? Significava andare controcorrente. Ileana non sceglieva artisti già affermati, ma quelli che sfidavano le convenzioni. E questa è una delle cose che ammiro di più di lei: la capacità di vedere il potenziale dove altri vedevano solo eccentricità.

Pensiamo a Warhol. Quando molti critici storcevano il naso davanti alle sue lattine di zuppa Campbell’s, Ileana ci vedeva un linguaggio nuovo, capace di parlare alla società contemporanea. Non era semplicemente una questione estetica, ma culturale: Ileana capiva che l’arte doveva dialogare con il presente, anche quando questo significava sfidare il buon gusto.

Non solo Pop Art: il legame con l’Italia

Se c’è un aspetto che mi emoziona particolarmente è il rapporto speciale di Ileana con l’Italia.
Lei non si limitava a portare l’arte americana in Europa, ma faceva il percorso inverso, dando spazio agli artisti italiani negli Stati Uniti. Grazie a lei, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Jannis Kounellis e molti altri sono diventati protagonisti della scena internazionale.

Mi piace immaginare Ileana camminare per le strade di Roma o Venezia, osservando ogni dettaglio con occhi curiosi e pieni di ammirazione per la bellezza italiana. Questo amore per l’Italia non era solo professionale, ma personale. Aveva compreso che il nostro Paese era un terreno fertile per la sperimentazione artistica e ha contribuito a farlo conoscere al mondo.

Le performance e la libertà creativa

Un altro aspetto straordinario del lavoro di Ileana è stato il suo supporto alle performance artistiche. Quando penso alle performance degli anni ‘70, come quelle di Vito Acconci o Gilbert & George, mi viene da sorridere: quante persone avrebbero scommesso su queste forme di espressione così radicali? Eppure Ileana lo ha fatto.

Penso alla performance di Acconci, Seedbed, in cui l’artista si nascondeva sotto il pavimento e vocalizzava le sue fantasie erotiche. Provocatorio, sì, ma anche profondamente rivoluzionario.
Ileana credeva che l’arte dovesse scuotere, far riflettere e, perché no, scandalizzare e forse è questo il motivo per cui le sue gallerie erano così vive. Non erano semplici spazi espositivi, ma luoghi di confronto e innovazione.

Ileana Sonnabend

Se c’è una cosa che la storia di Ileana Sonnabend mi ha insegnato è che l’arte non è mai statica. Non è qualcosa che osservi passivamente, ma qualcosa che ti entra dentro, che ti sfida e ti cambia.
Grazie a lei, oggi possiamo ammirare opere che hanno segnato la storia della cultura visiva, ma il suo insegnamento più grande è forse questo: non avere paura di rischiare.

Che tu sia un artista, un collezionista o semplicemente un appassionato, l’arte è sempre una scommessa e le scommesse più audaci, come ci insegna Ileana, sono quelle che lasciano il segno.

Quindi, la prossima volta che ti trovi davanti a un’opera d’arte che non capisci subito, pensa a Ileana. Forse stai solo guardando il futuro, e come lei, devi avere il coraggio di crederci.

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