Artisti del Rinascimento: la bottega di un artista

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ARTISTI DEL RINASCIMENTO: COME FUNZIONAVA LA BOTTEGA DI UN ARTISTA

Guardando un capolavoro si ammira l’opera di una grande artista, ma anche gli insegnamenti che ha ricevuto da chi lo ha preceduto.
Questo accade se si osserva il Cenacolo di Leonardo, ma anche una delle tante opere di Tiziano, tutti artisti che fin da quando erano bambini hanno frequentato le botteghe degli artisti e imparato i segreti del mestiere.

Come avveniva questo passaggio di conoscenze e tecniche tra gli artisti del Rinascimento?
Ve lo spiego in questo post 🙂

Battesimo di Cristo | Verrocchio

Andrea Verrocchio, Battesimo di Cristo. Il dipinto è realizzato dal maestro con partecipazione del suo allievo più bravo, Leonardo da Vinci, ma anche di altri pittori.
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Per diventare un artista tra Quattrocento e Cinquecento non c’era una scuola, ma si andava “a bottega”.
Era praticamente un percorso obbligato per un giovane artista inesperto ed è il percorso che tutti i grandi artisti hanno compiuto per imparare il mestiere.

Succedeva che se un bambino o un ragazzo dimostrava un minimo di talento per il disegno, la scultura o la pittura veniva inserito nel gruppo degli allievi di un maestro, meglio se di fama, per iniziare un periodo di apprendistato che poteva durava parecchi anni.

Cos’è una bottega del Rinascimento

Rinascimento significa rinascita dell’arte italiana e occidentale e in questo periodo l’apprendista iniziava dal basso, dal pulire i pennelli e macinare i colori, preparare le superfici in legno da dipingere, fino ad arrivare ai primi disegni preparatori e passare ad aiutare il maestro nel completare le opere più importanti.
La scuola d’arte per eccellenza per gli artisti del Rinascimento era la bottega di un orafo, dove l’allievo riceveva una formazione completa, imparando a disegnare, intagliare, scolpire, decorare.
In genere, però, tutti gli allievi dovevano essere istruiti e imparare a copiare modelli antichi o reali.
Alla fine di questo lungo periodo, che poteva durare anche più di dieci anni l’allievo raggiungeva il titolo di “aiuto” e quindi era considerato l’assistente più vicino al maestro.

LEGGI ANCHE: quali sono i grandi maestri del ‘500.

Il lavoro di una bottega

La bottega del Rinascimento è organizzata come un’impresa, alcune sono a conduzione familiare e quindi al suo interno lavorano padri, figli, fratelli e parenti vari, ma più spesso la bottega è diretta da un maestro che dirige il lavoro, si occupa dei committenti, dei contratti e sceglie gli allievi e gli aiuti più adatti per portare a termine un lavoro.
Nelle opere più complesse, ovviamente, si crea una squadra di lavoro che sotto la direzione del maestro porta a termine l’incarico.

Quali sono le botteghe migliori del Rinascimento?
Quelle in cui il titolare è anche un grande artista, che sa valorizzare il talento dei suoi allievi.

E’ il caso ad esempio della bottega di Raffaello, che accettava chiunque dimostrasse di avere un particolare talento artistico e che educò grandi artisti come ad esempio Giulio Romano.

Un’altra bottega prestigiosa era quella di Andrea del Verrocchio, che a Firenze, la città simbolo del Rinascimento, offre una formazione che comprende, oltre a pittura, scultura e architettura, anche musica, ottica e botanica.
Dalla bottega del Verrocchio uscirono gli artisti del Rinascimento più importanti come Botticelli, Perugino e Leonardo da Vinci.

Anche la bottega di Domenico Ghirlandaio era molto rinomata e infatti uno dei suoi allievi più illustri fu Michelangelo Buonarroti.

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28 thoughts on “Artisti del Rinascimento: la bottega di un artista

  1. Adoro trasmettere ai ragazzi della mia classe, il mio amore per l’arte; penso che i tuoi articoli siano adatti anche al mondo della scuola.
    Domani, leggerò, andremo alla lim a leggere questo articolo veramente chiaro e completo
    Grazie infinito

    • Se la domanda è se è possibile ritrovare nelle vie delle città le botteghe rinascimentali la risposta è no, o meglio, si conserva una memoria che sfuma nella leggenda per questi luoghi.
      Diversamente dalle case in cui un artista è nato oppure è vissuto le botteghe cambiavano spesso, si ampliavano oppure venivano destinate ad altri usi e perciò si tratta di edifici che difficilmente sono giunti ai nostri giorni.
      Tuttavia esistono alcune ipotetiche tracce.
      Ad esempio: pare che la bottega di Brunelleschi a Firenze sorgesse in via degli Agli, una diramazione che parte da piazza Antinori dove si affaccia la chiesa di San Gaetano.
      Si narra, invece, che nell’attuale piazza San Firenze, all’angolo con via della Condotta, dove si trova ora un piccolo Bar sorgesse la bottega di Masaccio.
      Pare più certa invece la notizia dell’ubicazione della bottega del Verrocchio (fucina di artisti tra cui Leonardo da Vinci, Botticelli, Ghirlandaio). Dal 1451 la famiglia Verrocchio possedeva una casa a Firenze all’incrocio di Via dell’Agnolo con Via de’ Macci. In un locale adiacente alla casa si trovava la sua bottega.

    • Non c’era una regola a questo proposito. Dipendeva dal talento del bambino. Andare a bottega era come andare a scuola e poteva capitare che un ragazzino fosse introdotto all’età di 12 o 13 anni oppure anche a 10 anni.
      Per chi era figlio di un artista invece la pratica in bottega iniziava ancora prima.
      Era un lavoro, una scuola e un percorso di vita.

  2. È possibile avere una bibliografia dei testi più autorevoli che parlano e spiegano il funzionamento di una bottega..?.le sarei molto grato

    • Posso indicarti alcuni volumi interessanti da cui iniziare una ricerca sul tema.
      “La bottega dell’artista. Tra Medioevo e Rinascimento” (1998), a cura di R. Cassanelli – Ed. Jaca Book
      “Il mondo degli artisti nel Rinascimento fiorentino. Committenti, botteghe e mercato dell’arte” (2001), di Martin Wackernagel – Ed. Carocci
      “Pittori in bottega. Milano nel Rinascimento. Milano nel Rinascimento” (1996), di Janice Shell – Ed. Allemandi

      • Grazie mille

        Un’ulteriore domanda. Secondo lei come mai sono usciti tanti artisti straordinari. Erano già estremamente talentuosi al loro ingresso in bottega o c’era qualche dinamica interna che permetteva il fiorire delle capacità?

        • Di solito erano davvero ragazzi count talento di base eccezionale. Non dobbiamo dimenticare però che su 10 allievi magari uno era geniale e gli altri mediocri. Noi oggi ricordiamo e ammiriamo le opere dei geni, ma quanti artisti di bottega meno talentuosi hanno aiutato i loro compagni con un talento fuori dal comune?
          Nel Rinascimento l’arte era anche un lavoro di squadra o meglio, di bottega.

    • Quando un ragazzo entrava in bottega faceva un periodo di tirocinio che durava tra 3 e 5 anni.
      All’ingresso del ragazzo nella bottega veniva firmato un contratto con un membro della famiglia e veniva corrisposto un compenso, perchè comunque il ragazzo avrebbe svolto un lavoro manuale. Ci sono casi documentati però in cui la famiglia pagava un artista famoso per permettere che un ragazzo entrasse in una bottega prestigiosa.
      Ti consiglio un sito che spiega nel dettaglio come avveniva il reclutamento e dove trovi anche un estratto da un contratto del Quattrocento: http://www.mirkonikolic.com/text/text2/capB4.html

  3. Ciao ti chiedo se a proposito della bottega sapresti indicarmi qualche testo che trtti il concetto della copia all’interno. Mi spiego meglio: come veniva inteso l’atto del copiare, sia dai maestri quando si tratta dagli apprendisti, sia in termini più generali.
    Ti ringrazio!

    • Provo a fare qualche ricerca. Per il momento ti lascio il link di un manuale edito da Laterza in cui è evidente che la copia era una pratica quotidiana.
      Sarebbe stato impossibile il recupero dell’antico nel Rinascimento senza la copia delle opere rinvenute negli scavi archeologici del tempo.

  4. buongiorno, leggendo i commenti le chiedo, per caso ha più scritto un post sugli strumenti di bottega ?
    e invece questo link non risulta più attivo “Ti consiglio un sito che spiega nel dettaglio come avveniva il reclutamento e dove trovi anche un estratto da un contratto del Quattrocento: http://www.mirkonikolic.com/text/text2/capB4.html” saprebbe indicarmi altre fonti che trattino il reclutamento e mostrino i contratti del tempo ?
    grazie.

    • Il Rinascimento parte dall’arte italiana e si diffonde ovunque perchè gli artisti italiano sono stati in grado di sintetizzare le migliori esperienze europee del periodo. Nessuno mette in dubbio che anche fuori dall’Italia ci siano stati grandi artisti ma in Italia alcune personalità artistiche e alcuni mecenati sonno stati in grado di creare un ambiente in cui lavorare, riflettere e teorizzare tecniche e soggetti. Dall’Italia è partito un nuovo corso che ha definito il destino dell’arte dei secoli successivi.

  5. Le botteghe fiorentine erano comunita di creativita ed innovazione, dove sogni, passioni e progetti potevano intrecciarsi l un l altro. Gli apprendisti, i lavoratori, gli artigiani, gli ingegneri, gli artisti in erba e gli artisti ospiti erano interdipendenti ma gia indipendenti, i cui sforzi disparati erano vagamente coordinati da un artista di spicco, il fulcro della bottega  il  Maestro . Nonostante aiutava ad individuare i nuovi talenti, a mediare tra le comunicazioni e a fare da mentore agli artisti piu giovani, il Maestro non definiva in alcun modo il lavoro degli altri.

  6. Essendo alle prime armi con la pittura a olio e grande appassionato di questo periodo provo a fare una domanda che forse risulterà stupida….,c’è in Italia almeno una bottega che continua a fare questo tipo di lavoro?

  7. Salve, sono un’insegnante di chimica dei materiali al liceo artistico. Vorrei che mi indicasse dei testi o articoli in cui ritrovare le tecniche adoperate nelle botteghe del Rinascimento per preparare i colori, partendo dai pigmenti.
    Grazie

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