Christo e Jeanne-Claude: Arte che trasforma il mondo

“L’opera d’arte è un grido di libertà.” (Christo)

Ti sei mai chiesto come l’arte possa trasformare non solo spazi ma anche percezioni? Christo e Jeanne-Claude, nati entrambi nel 1935, lui in Bulgaria e lei in Marocco, hanno dato vita a un sodalizio artistico che ha segnato indelebilmente il panorama della Land Art.

Si incontrarono a Parigi nel 1957 e hanno formato una coppia. sia nella vita che nell’arte. La loro biografia è un viaggio attraverso progetti visionari che hanno lasciato un’impronta duratura nel mondo dell’arte. Questo post voglio condividere con voi la loro straordinaria carriera e significato profondo delle loro opere.

Christo e Jeanne-Claude

A volte è necessario coprire per svelare la realtà, velare per guardare. Questo è il senso del lavoro di Christo (1935) e Jeanne-Claude (1935 – 2009). Una coppia nell’arte e nella vita. Christo era l’artista, mentre Jeanne-Claude era l’organizzatrice.
Hanno dedicato la loro esistenza e il loro sodalizio artistico a impacchettare monumenti e paesaggi, diventando i più importanti rappresentanti della Land Art.

Le immagini dei lunghi teli che avvolgono scogliere o monumenti storici sono affascinanti e rendono più evidente ciò che è nascosto, costringendoci a pensare con maggiore attenzione alla loro presenza.
A partire dal 1972 tutti i loro lavori sono stati fotografati esclusivamente da Wolfgang Volz, mentre per almeno cinque dei loro maggiori lavori è stato prodotto anche un documentario da parte di Albert e David Maysles.

I PRIMI LAVORI DI CHRISTO E JEANNE-CLAUDE

Christo e Jeanne-Claude si sono conosciuti casualmente a Parigi.
Lui era fuggito da regime stalinista e trovò rifugio in Francia, lavorando come pittore. Fu durante un incarico per ritrarre la madre di Jeanne-Claude che i due si incontrarono. Da quel momento iniziò una collaborazione lunga una vita.

Nel 1962 Christo e Jeanne-Claude realizzarono uno dei loro primi progetti artistici: il Muro di Barili in Rue Visconti a Parigi. Questa opera, composta da 89 barili metallici, trasformò una strada in un vicolo cieco per otto ore, diventando un simbolo potente di protesta contro gli eventi politici contemporanei, primo fra tutti la costruzione del muro di Berlino.

Dopo Parigi il duo avviò una serie di progetti ancora più audaci a livello internazionale.
Nel 1969, Christo impacchettò una porzione della costa di Sydney con un tessuto antierosione, creando un’opera monumentale chiamata “Wrapped Coast”. Questo fu solo l’inizio di una serie di “impacchettamenti” che comprendevano luoghi e monumenti in tutto il mondo, da Spoleto a Milano, da Berlino agli Stati Uniti.

LE OPERE DI CHRISTO E JEANNE-CLAUDE NEGLI STATI UNITI

Negli Stati Uniti Christo e Jeanne-Claude realizzarono alcune delle loro opere più celebri. 1972, in Colorado, crearono la “Valley Curtain”, una tenda arancione lunga 380 m che divise una vasta vallata.
Anche quest’opera, come molte delle loro installazioni, fu di natura effimera e quindi smantellata poco dopo la sua creazione.

Le installazioni del duo di artisti, infatti, sono note per la loro monumentalità ma anche per la loro natura transitoria. Ogni opera, una volta conclusa, veniva smantellata, lasciando il paesaggio come era prima. Un messaggio potente sulla temporaneità e l’impatto visivo nell’arte.

La coppia ha sempre creduto fermamente nella libertà artistica, finanziando da sé le imponenti installazioni. Tra una creazione e l’altra, venivano raccolti i fondi vendendo schizzi e bozzetti delle opere future oppure le foto i video delle installazioni precedenti.
Tutto era organizzato in modo tale da finanziare la successiva opera.

Dopo la morte di Jeanne-Claude nel 2009, Christo aveva promesso che non sarebbe più stato alcun nuovo progetto ma solo la realizzazione di quelli già ideati insieme.
L’ultima opera che Christo ha realizzato è stata la passerella sul Lago d’Iseo nel 2016.

Christo è morto nel 2020 ma c’era ancora un progetto da realizzare: l’impacchettamento dell’Arco di Trionfo a Parigi.
Nel 2021 il nipote di Christo, Vladimir Javacheff, e il Centre Pompidou hanno realizzato il progetto secondo le indicazioni fornite dal duo artistico prima della morte.
Il monumento parigino è stato impacchettato per alcune settimane.

Christo e Jeanne-Claude non solo hanno trasformato paesaggi e strutture ma anche cambiato il modo in cui percepiamo l’arte. La loro visione unica e il loro approccio innovativo alla Land Art rimangono punto di riferimento nel mondo dell’arte contemporanea.
Attraverso le loro opere hanno invitato gli spettatori a vivere un’esperienza personale e unica, cambiando la comprensione del mondo che ci circonda.

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