Le donne nelle opere dei Macchiaioli: i capolavori e il ruolo delle donne

Silvestro Lega | Le bambine che fanno le signore

Silvestro Lega, Le bambine che fanno le signore (1872) – Istituto Matteucci,Viareggio

LE DONNE NELLE OPERE DEI MACCHIAIOLI: I CAPOLAVORI DA CONOSCERE E IL RUOLO DELLE DONNE

Il successo delle opere dei Macchiaioli è certamente dato dalla bellezza dei dipinti e dalla novità dei temi trattati, ma è anche stato determinato dal ruolo giocato dalle donne.

Nelle opere dei Macchiaioli ci sono vita vera, eventi quotidiani e persone comuni rappresentate con la dignità con cui si dipingevano grandi eventi storici e importanti personaggi. Non stupisce dunque che la donna entri nei loro dipinti in modo nuovo e non sorprende che il successo delle opere dei Macchiaioli sia dovuto anche al ruolo di alcune donne molto speciali.

Le opere dei Macchiaioli e il ruolo delle donne

Silvestro Lega | Ritratto della signorina Titta Elisa Guidacci

Silvestro Lega, Ritratto della signorina Titta Elisa Guidacci (1888) – collezione privata.

Le donne nelle opere dei Macchiaioli sono fiere e indipendenti, madri e mondine, eleganti e raffinate, di umili origini e descritte nella quotidianità.
Sono molti i motivi per cui vale la pena scoprire chi erano i Macchiaioli e come dipingevano ma certamente il ruolo centrale che hanno dato alle donne è uno dei più importanti.

La rivoluzione dei Macchiaioli prima che artistica fu sociale.
Il loro essere liberi da regole e convenzioni ha permesso loro di descrivere la società per quello che era, restituendoci l’immagine delle donne del loro tempo che stavano iniziando a scrivere una storia nuova, fatta di emancipazione e libertà.

Ribelli e controcorrente, i Macchiaioli hanno lottato contro le tradizioni e le convinzioni del loro tempo dando alla donna il ruolo che nell’arte non aveva ancora avuto.
Le opere dei Macchiaioli mostrano donne forti, indipendenti e coraggiose. Anticiparono i tempi con il loro modo di vedere la figura femminile, libera dalle convenzioni sia che appartenesse ai ceti più umili della società sia che fosse nobile e ricca.

LE DONNE NELLE OPERE DEI MACCHAIOLI

Silvestro Lega rimane affascinato dalla bellezza di Titta Elisa Guidacci, donna forte e appassionata d’arte, che l’artista ritrae ispirandosi alle opere del Rinascimento.
Non si tratta però dell’unico ritratto femminile dell’artista.
Silvestro Lega, infatti, cattura la dolce e allo stesso tempo emancipata nobildonna Elisa Fabbroni, realizzando un dipinto che sembra quasi una fotografia dell’anima.

Un caso particolare è quello di Teresa Fabbrini che Diego Martelli, critico d’arte e sostenitore dei Macchiaioli, conobbe in una casa di tolleranza. Se ne innamorò e la portò nella sua villa di Castiglioncello strappandola ad un destino infelice.
Teresa era una donna semplice e di umili origini ma, dal 1864 in poi, si occupa della gestione della residenza di Martelli e dei rapporti con i Macchiaioli, che erano spesso ospiti della coppia.
“Signora Gegia” era il nomignolo con cui veniva indicata e Zandomeneghi le dedicò un celebre dipinto intitolato “La lettrice”, mentre Abbati realizzò uno splendido ritratto. In un altro capolavoro di Giovanni Fattori, che si trova ora al Museo Civico di Livorno, Teresa Fabbrini, invece, è rappresentata sdraiata su una chaise longue.

Federico Zandomeneghi | La Lettrice

Federico Zandomeneghi, La Lettrice (1865) – collezione privata

LE DONNE FORTI DEI MACCHIAIOLI

Le donne sono state protagoniste delle opere dei Macchiaioli ma furono anche le più importanti sostenitrici del movimento.

Fu Telemaco Signorini a spingere Anna Franchi, attivista e giornalista d’arte ammessa nel 1900 all’Albo dei giornalisti di Milano preceduta soltanto da un’altra donna (Anna Kuliscioff), a scrivere le memorie del movimento artistico dei Macchiaioli.
La notizia fu accolta da tutto il gruppo con grande entusiasmo poiché vedevano forse in questa pubblicazione una rivincita sul sistema dell’arte che li aveva sempre messi da parte e il fatto che fosse una donna a scrivere non costituiva un problema per loro.

Nel 1902 Anna Franchi diede alle stampe “Arte e artisti toscani dal 1850 ad oggi” ma Telemaco Signorini non potè leggerlo né assistere al successo di pubblico poiché morì l’anno prima.

Telemaco Signorini | Cacciata degli austriaci dalla borgata di Solferino

Telemaco Signorini, Cacciata degli austriaci dalla borgata di Solferino (1860) – Uffizi

Fu Isabella Falconer, nobildonna inglese, a sostenere i Macchaioli e le loro opere.
Nella sua villa della Falconiera a Collegigliato, presso Pistoia, si riunivano intellettuali e artisti, tra cui Telemaco Signorini.
Isabella era attenta alle nuove tendenze dell’arte e guardava con interesse alle opere dei Macchiaioli, acquistando i dipinti di Signorini.
La prima opera a far parte della sua collezione fu la “Cacciata degli austriaci dalla borgata di Solferinonel 1861, cui seguiranno “Castiglione delle Stiviere”, “La mattina sui monti”, “Interno del Bargello”, “Due piccole vedute d’Arno” e “Un mattino di primavera. Il muro bianco”, quest’ultimo uno dei quadri più vicini allo stile degli Impressionisti dipinti dal pittore.

Isabella Falconer, donna colta e pittrice per diletto, nel settembre del 1862 chiede a Signorini di darle lezioni di pittura. Fu così che il loro rapporto diventò una profonda amicizia che proseguì anche dopo la morte di lei. Telemaco, infatti, in occasione del suo viaggio a Londra del 1884 venderà a sua figlia Adelina Falconer due quadri.

Telemaco Signorini | Un mattino di primavera. Il muro bianco

Telemaco Signorini, Un mattino di primavera. Il muro bianco (1866 circa) – Istituto Matteucci, Viareggio.

Un’altra donna, amica di Isabella Falconer, inizia ad interessarsi alle opere ei Macchaioli.
Si tratta di Fiorella Favard de l’Anglade, donna colta, elegante e curiosa delle novità del panorama artistico contemporaneo.
Si fece affrescare la villa di Pistoia da Giovanni Boldini (affreschi ora esposti al museo di Pistoia) e acquistò “Il merciaio di La Spezia” che Signorini dipinge nel 1858.

LA RIVOLUZIONE NELLE OPERE DEI MACCHIAIOLI

La vera rivoluzione nelle opere dei Macchiaioli, oltre al loro nuovo modo di dipingere e di rappresentare la realtà, sta nell’essere stati uomini liberi da pregiudizi e da vecchi stereotipi.
Con i Macchiaioli la donna ha un ruolo centrale non perchè bella o da celebrare ma perchè forte, autonoma, indipendente, libera e dinamica, qualsiasi sia la sua estrazione sociale.

Anticonformisti e spavaldi, i Macchiaioli eressero la donna a simbolo di vita, forza e perno esistenziale del mondo.
Forse per questo sono stati inizialmente derisi e svalutati. Forse per questo sono stati a lungo ignorati e considerati un movimento artistico di passaggio.

Telemaco Signorini | Il merciaio di La Spezia

Telemaco Signorini, Il merciaio di La Spezia (1859) – Collezione Fiorella Favard de L’Anglade

Le opere dei Macchiaioli sono esposte a Palazzo Zabarella (Padova) per la mostra “I MACCHIAIOLI. Capolavori dell’Italia che risorge”.
24 ottobre 2020 – 18 aprile 2021

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2 thoughts on “Le donne nelle opere dei Macchiaioli: i capolavori e il ruolo delle donne

  1. Grazie. È molto interessante, ma ci sono state anche pittrici macchiaiole?
    O soltanto pittrici “per diletto”, come Isabella Falconer?

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