Luigi Pericle: un artista ritrovato e restituito al mondo

Luigi Pericle | mostra Venezia

LUIGI PERICLE: UN ARTISTA DEL NOVECENTO RITROVATO E RESTITUITO AL MONDO

Quando Luigi Pericle abbandonò il mondo dell’arte e si ritirò a vita privata ad Ascona, in Svizzera, forse non aveva previsto che un giorno qualcuno avrebbe ritrovato le sue opere riconoscendone la grandezza.
Luigi Pericle era un uomo riservato e quando la riservatezza si unisce al talento artistico, e a una continua ricerca creativa, può accadere che un tesoro di opere pittoriche e grafiche, documenti, scritti, lettere e una sterminata biblioteca restino celati al mondo per decenni.
La storia di Luigi Pericle è quella di un’artista dimenticato, la cui opera è stata scoperta per caso e sta contribuendo a scrivere un nuovo capitolo della storia dell’arte.

La prima retrospettiva mondiale di Luigi Pericle si svolge a Venezia e s’intitola “Beyond the visible”.
Si tratta della prima tappa di un grande progetto di valorizzazione di un protagonista della pittura europea del secondo Novecento e che, a un certo punto della sua esistenza, ha scelto di ritirarsi dal mondo dell’arte e che ora finalmente riemerge dall’oblio.

Luigi Pericle, storia di un artista ritrovato

Luigi Pericle

Luigi Pericle e la moglie Orsolina.

CHI E’ LUIGI PERICLE

Luigi Pericle è una figura atipica della scena artistica della seconda metà del Novecento.
Nato a Basilea nel 1916, da padre italiano e madre francese, fu pittore, illustratore, letterato, intellettuale e una mente poliedrica che sfugge a qualsiasi classificazione.
Le sue opere entrarono nel circuito artistico europeo degli anni Sessanta del Novecento grazie al sostegno di Martin Summers, gallerista e curatore presso la Arthur Tooth & Sons Gallery di Londra, ma anche grazie all’ammirazione di collezionisti e critici d’arte, come Sir Herbert Read, cofondatore dell’Institute of Contemporary Art di Londra.
L’artista conobbe anche il successo come fumettista quando nel 1951 inventa “Max”, la marmotta protagonista dei fumetti senza testo e destinata a diventare famosa in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone.

Dopo tanti successi, sul finire degli anni Settanta, Luigi Pericle decide di abbandonare il mondo dell’arte e delle mostre per dedicarsi alla sua ricerca artistica, libero dai vincoli e da uno stile di vita fatto di vernissage e mondanità.
Il suo volontario isolamento è coerente con la sua aspirazione a una vita fatta di studio e meditazione, ma caratterizzata soprattutto da una continua ricerca creativa, che lo porta alla creazione, tra gli anni Settanta e Ottanta, di una serie di opere su tela e masonite, chine e disegni.
La vita di Luigi Pericle passa, quindi, da una vita mondana fatta di mostre e gallerie d’arte importanti a una reclusione dorata, caratterizzata da una fervida produttività artistica, letteraria, astrologica, filosofica e teosofica.

La sua casa, rimasta chiusa per quindici anni dopo la sua morte, ha custodito la memoria di un artista e le sue opere ma anche una biblioteca sterminata, quaderni pieni zeppi di citazioni e ideogrammi giapponesi, simboli astronomici, combinazioni omeopatiche e un romanzo autobiografico che ripercorre la sua vita e la sua formazione artistica e spirituale.
Un tesoro incredibile e che ora è ritornato al mondo.

Luigi Pericle | prima retrospettiva

La prima retrospettiva di Luigi Pericle a Venezia

LA RISCOPERTA DI LUIGI PERICLE

“La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi” – Marcel Proust

E’ con questa citazione che la curatrice Chiara Gatti ha introdotto la prima retrospettiva mondiale dedicata a Luigi Pericle presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia.
Questa frase descrive perfettamente ciò che è accaduto quando Andrea e Greta Biasca-Caroni hanno visto cosa custodiva la casa che avevano appena acquistato.
Quando le opere di Luigi Pericle sono riemerse dalle stanze e dalle cantine della sua casa di Ascona è stato indispensabile che gli occhi di chi scopriva questo tesoro d’arte sapesse riconoscerlo, che comprendesse quale storia si nascondeva dietro a quelle tele, a quei disegni, a quei quaderni densi di annotazioni.

La sua tecnica pittorica era raffinatissima e mi ha fatto dubitare del fatto che si trattasse veramente di pittura quando ho visto le opere esposte in mostra. Mi sono dovuta avvicinare, osservarle nel dettaglio, guardarle in controluce per capire che Luigi Pericle, attraverso velature sovrapposte, voleva rappresentare l’immateriale e l’essenziale.

Quando ho visto le opere di Luigi Pericle e ho scoperto la sua storia non ho potuto fare a meno di pensare al fascino per la spiritualità che ha caratterizzato le avanguardie del primo Novecento.
Il libro “lo spirituale nell’arte” di Kandinsky è l’esempio più eclatante di questa relazione stretta tra arte, filosofia e spiritualità, in cui l’artista si propone come il profeta di un’arte che sia espressione del mondo intangibile e dell’interiorità.
Per Kandinsky i primi anni del Novecento coincidono con la nascita di una nuova arte, che necessariamente sarebbe dovuta essere un’arte spirituale. Poi, però, arriverà l’Astrattismo, la Seconda Guerra Mondiale, l’Espressionismo Astratto, la Pop Art e molti altri modi di fare arte, che sembrano dimenticare quella tensione verso l’essenziale.
Luigi Pericle nasce sei anni dopo la pubblicazione del libro di Kandinsky e, in un certo senso, rappresenta la conferma che un pensiero filosofico e profondamente spirituale non ha mai abbandonato il mondo dell’arte.

Luigi Pericle subì l’influenza della teosofia e delle dottrine esoteriche, dell’alchimia e delle culture orientali.
Egli respirò l’aria mistica del Monte Verità, la collina che sovrasta Ascona, il luogo che scelse per il suo ritiro. Un territorio denso di spiritualità e dove, già agli inizi del Novecento, si creò la famosa comunità di Ida Hofmann e Heinrich Oedenkoven, che predicavano uno stile di vita in armonia con il creato e in contrapposizione con la società industrializzata.
Sulla Collina del Monte Verità approdò tutta la controcultura europea del tempo, da Herman Hesse a Paul Klee. Un gruppo di pacifisti, anarchici, teosofi, poeti, bohemien, vegetariani e molto altro che hanno lasciato un segno indelebile in quel luogo e al cui fascino Luigi Pericle non ha saputo resistere, nonostante sia arrivato ad Ascona quando ormai la comunità di intellettuali e idealisti si era dissolta.
La sua casa, quindi, è stata forse l’ultimo baluardo di un’arte profondamente spirituale, che ha attraversato tutto il Novecento e ha parlato all’anima degli spettatori spalancando le porte alle emozioni.

La riscoperta di Luigi Pericle è solo agli inizi e sono certa che le opere e gli scritti di questo artista, che ora attendono solo di essere studiati con attenzione, ci riserveranno tante sorprese e nuove scoperte.
Nel frattempo godetevi la mostra a Venezia 🙂

marmotta Max | Luigi Pericle

La marmotta Max creata da Luigi Pericle

LA PRIMA RETROSPETTIVA DI LUIGI PERICLE

La Fondazione Querini Stampalia di Venezia ospita la prima retrospettiva dell’artista Luigi Pericle (Basilea 1916-Ascona 2001).
Il titolo della mostra è “Beyond the visible” e si svolge in occasione della 58. Biennale d’Arte di Venezia: 
11 maggio – 24 novembre 2019.

La mostra è un progetto promosso dall’Archivio Luigi Pericle.
A cura di Chiara Gatti, con la collaborazione di Luca Bochicchio, Marco Pasi e Michele Tavola.
Catalogo – Luigi Pericle. Beyond the visible (Venezia, 11 maggio-24 novembre 2019)

Luigi Pericle opera

Opera grafica di Luigi Pericle

Luigi Pericle | Querini Stampalia

Luigi Pericle in mostra presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia

Luigi Pericle | opere

Opera su Masonite di Luigi Pericle

Luigi Pericle | pittura

Un dettaglio da un’opera di Luigi Pericle

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