L’Ottocento – La Cattedrale di Rouen di Claude Monet

Claude Monet

Il post di oggi, che come ogni lunedì è dedicato ai grandi artisti ed è realizzato in collaborazione con St-ART, lo dedico ad un grande maestro dell’Impressionismo come Claude Monet.

Il pretesto per parlare di questo grande artista viene da una delle sue numerose opere dedicate alla Cattedrale di Rouen.
In questo post scopriamo perché Monet decise di dedicarle un ciclo di 31 dipinti (dal 1892 al 1894).

Claude Monet (1840-1926) “Rouen Cathedral, the West Portal and Saint-Romain Tower, Full Sunlight, Harmony in Blue and Gold / La Cattedrale di Rouen, il Portale occidentale e la torre Saint-Romain, Pieno sole, Armonia in blu e oro” (1894), Musée d’Orsay, Paris

Monet aveva 52 anni quando decise di rappresentare la facciata della Cattedrale di Rouen.
In realtà l’artista non era affascinato dalla Cattedrale come edifico, ma dalla varietà di colori e luci che la facciata medievale proponeva allo spettatore nei diversi momenti della giornata e a seconda delle stagioni e delle condizioni metereologiche.

L’artista dipinse la facciata della cattedrale di Rouen nei diversi orari della giornata e dell’anno nel tentativo di catturare la luce.
La Cattedrale perde i suoi connotati reali e diventa la rappresentazione di un istante, ma in cui è possibile percepire il suo carattere precario e in continuo mutamento.
Il tentativo di Monet di catturare la visione di un attimo si traduce in una rappresentazione frammentata della Cattedrale, che sembra quasi irriconoscibile e che sembra ridotto a mille pezzetti che il nostro occhio ha il compito di ricostruire.

L’abilità di Monet nelle 31 tele dedicate alla Cattedrale di Rouen conferma il raggiungimento della piena maturità dell’artista e da lì a pochi anni, nel 1899, inizierà la sua “ossessione” per le Ninfee del suo giardino.
Gli occhi dell’artista impressionista verranno catturati dal gioco di colori che le Ninfee creano insieme al cielo e all’acqua, realizzando un ciclo di circa 250 dipinti.

Monet

LINK Vai alla pagina di St-ART dedicata a quest’opera – clicca QUI.

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