I racconti di luce e colore nelle opere di Giuseppe Flangini

Giuseppe Flangini | Il faro di Ostenda

Giuseppe Flangini, Il faro di Ostenda

I RACCONTI DI LUCE E COLORE NELLE OPERE DI GIUSEPPE FLANGINI

Sono i racconti di luce e di colore a prevalere nelle opere di Giuseppe Flangini, che ha lasciato un segno nella storia dell’arte.
Nasce a Verona, primo di cinque figli, il 12 ottobre 1898 da Silvio e Maria Sterza, insegnante, figlia di Alessandro Sterza, matematico e inventore della lampada ad acetilene, medaglia d’oro all’Exposition di Bruxelles del 1897.

Drammaturgo, ceramista, illustratore oltre che pittore, Giuseppe Flangini intrattenne relazioni importanti con i maggiori artisti della sua epoca.

Le opere di Giuseppe Flangini

Giuseppe Flangini | Campagna a Chatelet

Giuseppe Flangini, Campagna a Chatelet

Conseguito il diploma alla Scuola Normale “A. Manzoni” di Verona il 27 giugno 1916, ma  dovendo mantenere la madre e i fratelli, Giuseppe Flangini iniziò la professione di insegnante elementare che continuò anche dopo la fuga a Milano, avvenuta forse nel 1943, a seguito di una breve prigionia nelle carceri fasciste per motivi politici: aveva infatti collaborato con il Corpo Volontari della Libertà.

GIUSEPPE FLANGINI ILLUSTRATORE

Giuseppe Flangini realizzò manifesti e copertine di libri, come illustratore collaborò con il Corriere della Sera, il Corriere d’Informazione, la rivista teatrale “Controcorrente”. Come autore di drammi, di cui curò spesso anche la regia creando le scenografie e l’intera immagine coordinata, ottenne premi e riconoscimenti che lo resero molto noto nel circuito del teatro filodrammatico.

I suoi vivaci scambi epistolari e le animate discussioni con gli amici del Gruppo degli Artisti di Corso Venezia – Il Caffè San Babila gli permettono di sviluppare uno stile unico e anche una rete di relazioni artistiche che arricchì la sua vita e la sua produzione artistica.
Negli anni cinquanta frequentò Carlo Carrà a Forte dei Marmi e, negli anni di collaborazione con la famosa Galleria La Colonna, Migneco e Sassu.

I primi viaggi all’estero di Flangini erano iniziati nel 1922, per conoscere i parenti della giovane moglie, la pittrice Gina Zandavalli, emigrati in Belgio per ragioni politiche. Tuttavia, solo nel 1946 incominciò a visitare i musei di Parigi, della Germania, i musei di Bruxelles, i musei di Amsterdam alla ricerca dei maestri ideali.

Nel ritrarre il paesaggio ebbe particolare attenzione per l’ambiente caratterizzato dall’acqua: numerose opere hanno infatti come soggetto i paesaggi marini, del mediterraneo e dei mari del nord Europa, fluviali e lacustri.
L’ambiente montano fu quasi esclusivamente trentino, ricordo della prima guerra mondiale alla quale partecipò, del campo di prigionia (quasi due anni in Austria) e di due stagioni particolarmente felici, le estati del 1959 e del 1961.

Torna invece frequentemente il paesaggio urbano e industriale, la rappresentazione del lavoro dei minatori in Belgio – allora quasi solo italiani – dei pescatori, degli scaricatori, degli allevatori, dei sabbionai, degli agricoltori.

GIUSEPPE FLANGINI E IL CINEMA

A partire dal 1950 approfondì la matrice espressionista della sua pittura, soprattutto dopo l’incontro con Vincente Minnelli, regista del film su Van Gogh “Brama di vivere”.
Flangini, al seguito della troupe come pittore “ufficiale”, disegnò e dipinse attori, comparse e ambienti vangoghiani.
Durante una delle permanenze estive in Belgio, a Ostenda aveva stretto amicizia con Ensor con il quale si trovò spesso a discutere d’arte.
Quadri come le Kermesse, cioè la rappresentazione delle feste popolari mascherate, sono l’ideale omaggio al maestro oltre che l’approfondimento di un tema, quello della maschera, molto caro a Flangini, uomo di teatro.

Gli ultimi anni dell’artista, dal 1959 al 1961, furono caratterizzati dalla nascita di un nuovo e felice cromatismo riconducibile alle esperienze dei fauves e di Vlaminck in particolare.
In opere come “Campagna a Charleroi” (1961), “Mulino a vento a Hetchel” (1960), “Paesaggio a Gilly” (1961) la sua visione della vita sembra essere più serena e i colori che usa più spesso sono i gialli, ocra rossastri e bruni, vivaci e accesi in un’atmosfera tersa e pulita.

L’OPERA INCOMPIUTA DI GIUSEPPE FLANGINI

“Faro di Ostenda” (1961) e soprattutto “Mulino a Bruges”, ultima opera dell’artista rimasta incompiuta sul cavalletto del suo studio alla sua morte, restano come testimonianza del perdurare di una ricerca ancora aperta e vitale”.

Nell’agosto del 1961 Flangini, dopo una breve malattia, morì improvvisamente a causa di un avvelenamento da colore.

IL SUCCESSO DI GIUSEPPE FLANGINI

Guseppe Flangini è stato uno degli artisti italiani del XX secolo più proposto in mostre internazionali.
La sua carriera artistica e pittorica inizia da giovanissimo, con opere subito apprezzate ed esposizioni importanti.

Tra le molte a cui prese parte in vita, la Biennale Nazionale di Arte di Verona dal 1921 al 1959; l’Esposizione Nazionale Quadriennale d’Arte di Roma, le ininterrotte partecipazioni al Palazzo della Permanente di Milano dal 1948 al 1961.
Dopo la morte, avvenuta nel 1961 per avvelenamento da colore, ancora una lunga serie di mostre in Italia e all’estero (Amsterdam, Ostenda, Monaco, San Paolo del Brasile), circa un’ottantina, culminata nella partecipazione in Belgio all’International Europalia 2003, dove Flangini fu scelto dal Ministero degli Esteri per rappresentare l’arte italiana in occasione del semestre italiano di presidenza dell’Ue, ricevendo il patronato del Presidente della Repubblica e del Re del Belgio.

Di grande rilievo anche la mostra nel Complesso del Vittoriano voluta dal Comune di Roma nel 2008 e quella organizzata a Washington nel 2012, promossa dal Ministero degli Esteri italiano e dall’Accademia internazionale di Belle Arti.
Su proposta degli amici Carlo Carrà, Ernesto Treccani, Carlo Carpi e altri, pochi anni dopo la sua scomparsa prematura il Comune di Milano dedicò all’artista due importanti retrospettive, nel 1967 a Palazzo Reale e nel 1970 all’Arengario, oggi Museo del Novecento.

LE OPERE DI GIUSEPPE FLANGINI IN MOSTRA

A Giuseppe Flangini, che ha contribuito a scrivere la storia dell’arte italiana e internazionale del Novecento, è dedicata la mostra in programma a Milano, a Palazzo Pirelli, dal 7 ottobre al 10 novembre 2022
Una mostra proposta nel 2021 per commemorare il 60° della morte dell’artista ma rinviata a causa delle restrizioni anticovid.

GIUSEPPE FLANGINI. Racconti di luce e colore
A cura di: Elena Pontiggia
Sede espositiva: Grattacieli Pirelli – Spazio eventi
Dal 7 ottobre al 10 novembre 2022

Il percorso espositivo propone dipinti a olio rappresentativi delle varie fasi artistiche dell’autore.

Date e orari
LUN – GIO dalle 10:00 alle 18:30
VEN 10:00 alle 14:30
ULTIMO INGRESSO: LUN – GIO 17:30, VEN 13:30

Ingresso libero

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