Perché visitare Madrid se ami l’arte: 5 capolavori da vedere assolutamente

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PERCHE’ VISITARE MADRID SE AMI L’ARTE: 5 CAPOLAVORI DA VEDERE

Perché visitare Madrid se ami l’arte e quali sono le opere che devi assolutamente vedere?
In questo post trovate la lista dei capolavori da non perdere e che si trovano nei tre grandi musei della capitale spagnola: il Museo del Prado, il Museo Reina Sofia e il Museo Thyssen-Bornemisza.

Un itinerario veloce che ho immaginato utile per chi ha pochissimo tempo oppure per chi a Madrid c’è già stato ma vorrebbe comunque tornare in questi tre musei per vedere le opere fondamentali.
I tre musei prevedono degli ingressi gratuiti in giornate particolari oppure in orari specifici quindi è facile programmare una visita veloce solo per vedere alcune opere.

Perché visitare Madrid. 5 capolavori da non perdere 

HIERONYMUS BOSCH | IL GIARDINO DELLE DELIZIE

Hieronymus Bosch, il Giardino delle Delizie – dettaglio

1. HIERONYMUS BOSCH, IL GIARDINO DELLE DELIZIE (1500-1510) – MUSEO DEL PRADO

Perché visitare Madrid e non verde le opere di Hieronymus Bosch!
Bosch è uno degli artisti più misteriosi ed enigmatici della storia dell’arte, autore di opere che ancora oggi risultano di difficile interpretazione.
Il Giardino delle Delizie, esposto al Museo del Prado, mostra una scena complessa in cui l’unica cosa chiara è che tutti i personaggi rappresentati sono dediti ai piaceri della carne.
Rituali erotici, animali fantastici, scene di tortura e una miriade di altre fantasiose rappresentazioni in cui perdersi.
Il Giardino delle Delizie è un’opera sorprendente che è stata nei secoli fonte d’ispirazione per poeti e pittori, in particolari fu un punto di riferimento per il Surrealismo e per Salvador Dalì.

VITTORE CARPACCIO | GIOVANE CAVALIERE IN UN PAESAGGIO

Vittore Carpaccio, giovane cavaliere in un paesaggio – dettaglio

2. VITTORE CARPACCIO, GIOVANE CAVALIERE IN UN PAESAGGIO (1510) – Museo THYSSEN-BORNEMISZA

Si tratta di una delle opere più misteriose della collezione Thyssen-Bornemisza e venne dipinto da Vittore Carpaccio nel 1510.
Rappresenta un giovane cavaliere la cui identità non è chiara. Forse si tratta di un membro dell’ordine cavalleresco dell’Ermellino, dato che proprio un Ermellino appare in primo piano sulla sinistra sotto ad un cartiglio in cui si legge il motto dell’Ordine: “Meglio morire che contaminarsi”.
Per molto tempo l’opera è stata attribuita a Dürer poiché qualcuno aveva aggiunto all’opera l’anagramma dell’artista tedesco.

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TIZIANO VECELLIO | RITRATTO DI CARLO V A CAVALLO

Tiziano Vecellio, ritratto di Carlo V a cavallo

3. TIZIANO VECELLIO, RITRATTO DI CARLO V A CAVALLO (1548) – MUSEO DEL PRADO

Quest’opera è la commissione più importante ricevuta da Tiziano.
Si tratta del ritratto dell’Imperatore Carlo V, l’uomo più potente del mondo a metà del XVI secolo, realizzato per commemorare la vittoria di Mühlberg nel 1547.
Tiziano Vecellio rappresenta Carlo V come un Imperatore dell’Antica Roma, in sella al suo cavallo e con la sua armatura, che attualmente è conservata presso il Palazzo Reale i Madrid.

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FRANCISCO GOYA | IL 3 MAGGIO 1808

Francisco Goya, il 3 maggio 1808

4. FRANCISCO GOYA, IL 3 MAGGIO 1808 (1814) – MUSEO DEL PRADO

Le opere di Goya conservate al Museo del Prado sono oltre 1.600, ma questa rappresenta un momento particolare della storia spagnola.
Si tratta infatti della fucilazione di un gruppo di uomini da parte delle truppe di Napoleone Bonaparte che avevano invaso la Spagna nel 1808.
Ogni personaggio descritto esprime un sentimento di paura diverso attraverso i gesti delle mani, la posizione del corpo o l’espressione degli occhi.
Non si tratta della fucilazione di leader politici o militari ma di gente comune e questo rappresenta un modo nuovo di narrare la guerra.

5. PABLO PICASSO, GUERNICA (1937) – MUSEO REINA SOFIA

Il Guernica di Pablo Picasso è uno dei quadri più celebri della storia dell’arte.
Rappresenta i bombardamenti tedeschi del 1937 sulla città di Guernica, durante la guerra civile spagnola e fu realizzato per il Padiglione Spagnolo dell’Esposizione di Parigi proprio del 1937.
Quest’opera è diventato il simbolo universale della barbarie della guerra.
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