La pittura fiamminga e la conquista della realtà

Jan van Eyck | opere

LA PITTURA FIAMMINGA E LA CONQUISTA DELLA REALTÀ

C’è un momento nella storia dell’arte in cui succede qualcosa di straordinario.
Si tratta di quel momento in cui dal Medioevo si passa al Rinascimento, quella fase in cui la pittura fiamminga inizia a descrivere la realtà.

Quando è accaduto questo passaggio epocale? Chi è stato il primo a comprendere che l’arte non doveva solo descrivere il sacro, ma poteva mostrare il mondo reale?
Le risposte a queste domande le trovi in questo post scritto da Adele Pelazza.

la conquista della realtà

Jan van Eyck | Canonico van der Paele

LA CONQUISTA DELLA REALTÀ

L’idea di rinascita del primo quattrocento, inizia in Italia con i grandi architetti e scultori, ma ad appropriarsi della conquista definitiva della realtà fu il pittore innovatore Jan van Eyck. Legato alla corte dei duchi di Borgogna, lavorò soprattutto nel sud dei Paesi Bassi, l’attuale Belgio.
L’opera principale del pittore è il polittico di Gand finito nel 1432, nel decennio che completavano le opere Masaccio e Donatello in Italia.

A fronte delle loro evidenti differenze, ci sono molte affinità tra questa pala d’altare dipinta per una chiesa nelle lontane Fiandre e l’affresco di Masaccio dipinto per la Chiesa di S. Maria Novella a Firenze.
Ambedue mostrano i committenti alla base, la visione in alto di Cristo; nel caso di Masaccio, la composizione dei personaggi è più semplice, nel polittico Fiammingo una folla di figure, dovuta anche alle dimensioni notevoli della pala aperta nei giorni feriali con tutti i sui splendidi colori, e chiusa nei giorni festivi con un  aspetto più sobrio.
Ma la differenza sostanziale con il rinascimento italiano è la pazienza e la maestrìa con cui egli ha studiato e dipinto la lucentezza dei preziosi broccati indossati dagli angeli musicanti e la brillantezza dei gioielli.

VAN EYCK E LA PITTURA A OLIO

L’altare, di grande preziosità artistica, con figure piacevoli e di delicati particolari tratti dall’osservazione della realtà, offre una vera festa all’occhio, il tutto in un paesaggio reale. Per poter rispecchiare la realtà in ogni suo particolare, Van Eyck doveva migliorare la tecnica di pittura: inventò la pittura ad olio.
Semplicemente egli ideò una nuova ricetta per la preparazione dei colori.

I pittori di quel tempo non compravano i colori, ma estraevano le loro tinte da piante colorate e da minerali.
Nel Medioevo l’elemento liquido era per lo più un uovo che come svantaggio seccava piuttosto in fretta, l’attuale pittura a tempera.
Van Eyck non soddisfatto di questa formula, perché non gli consentiva i passaggi graduali di tono e una vasta gamma di sfumature, usò l’olio con cui poteva lavorare più lentamente e con precisione, poteva valersi di colori brillanti ottenendo così dei miracoli di esattezza, che stupì tutti i suoi contemporanei tanto da adottare tutti la pittura ad olio.

van Eyck | Ritratto coniugi Arnolfini

LA REALTÀ NELL’ARTE FIAMMINGA

Le nuove scoperte dunque fatte nelle Fiandre all’inizio del Quattrocento causarono un  rivolgimento dell’arte in tutta Europa.
Pittori e mecenati dunque scoprirono con gioia che l’arte non doveva servire esclusivamente a narrare in modo commovente la storia sacra, ma che poteva rispecchiare un frammento del mondo reale.
Forse il risultato più immediato di questa grande rivoluzione artistica fu che gli artisti di tutti i paesi presero a sperimentare e a ricercare effetti nuovi e sorprendenti.

Quello spirito d’avventura che si impossessò dell’arte del quattrocento segna la vera rottura con il Medioevo.

Il linguaggio artistico dunque comincia ad assumere varie tipologie e modi che col tempo si intersecano tra di loro e rompe con l’arte precedente, che si era sviluppata in modo analogo. Da qui comincia l’apertura per l’arte a più livelli che pur nelle diversità di stile, tecniche e modi diversi di avvicinarsi e rappresentare la realtà, viene riconosciuta da artisti, committenti e amatori dell’arte come un grande passo verso la conquista di nuove e libere forme espressive: dalla tradizione al rinnovamento.

Questo post è stato scritto da Adele Pelazza.

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