Sentieri d’arte: opere d’arte nella natura

T-yong Chung | Shining

T-yong Chung, Shining, 2022_ ph. Matteo Schiavoni

SENTIERI D’ARTE: OPERE D’ARTE NELLA NATURA

Ogni volta che ci si avvicina all’arte si finisce per fare lunghe passeggiate in cui si attraversano le sale di un museo, di una gallerie o di una mostra ma esiste anche la possibilità che questi percorsi siano sentieri d’arte. 
Hai mai ammirato visto delle opere d’arte immerse nella natura?

Ecco dove andare per ammirare le opere d’arte nella natura.

opere d’arte nella natura

Italo Zuffi | Una specie di illusione

Italo Zuffi, Una specie di illusione, 2022_ ph. Matteo Schiavoni

Sulle Dolomiti Ampezzane si svolge la rassegna Sentieri d’arte, che propone un percorso artistico immerso in un paesaggio che è già un capolavoro, dato che le Dolomiti sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2009.

OPERE D’ARTE NELLA NATURA DELLE DOLOMITI

Il 23 luglio 2022 viene inaugurata, in questi luoghi, la mostra I giardini di Artemide allestita nel primo tratto del sentiero di Pian de ra Spines, collocato nei pressi di Fiames, caratterizzato dalla presenza di boschi e dalle sinuosità del letto del fiume Boite, mentre nella seconda parte del sentiero è possibile ammirare le opere permanenti realizzate per l’edizione 2021 di Sentieri d’arte dagli artisti Benni Bosetto, Cuoghi Corsello, Dado e Maurizio Mercuri.
L’esposizione propone le opere di Margherita Morgantin e Italo Zuffi che si aggiungono a quelle realizzate in primavera da T-yong Chung, in occasione di un workshop presso il Liceo Artistico di Cortina.

Sentieri d’arte

Il titolo della mostra rimanda a una guida letteraria per escursionisti scritta dal poeta e scalatore Giovanni Cenacchi, che ha saputo descrivere le peculiarità di questo territorio in modo penetrante e raffinato nel volume Dolomiti cuore d’Europa (Hoepli, 2021).
Nel suo libro Cenacchi dedica un intero capitolo proprio al sentiero di Pian de ra Spines, e lo descrive così:

Lo spazio dei boschi di fondovalle e delle selve alle pendici delle grandi pareti è dunque un regno delle linee curve. Sul trono di questo regno gli antichi Greci posero la dea Artemide, figlia semprevergine di Zeus e di Leto, divinità dei monti e dei boschi in cui amava scorrazzare senza sosta con arco, faretra e un corteo di ninfe e fanciulle di nove anni di età, le “arktoi” (orse).

 

I Giardini di Artemide vuole stimolare un esercizio percettivo del rapporto tra uomo e natura ispirato al sentire del mondo greco.
Il sentiero di Pian de ra Spines, interpretato quindi dal punto di vista artistico, si trasforma nel Regno di Artemide, la cui presenza è rintracciabile in quei luoghi della Terra dove si trovano montagne deserte o ricoperte di boschi, dove scorrono i ruscelli e si manifestano limpidi laghetti.

L’allestimento delle opere di Margherita Morgantin, Italo Zuffi e T-yong Chung determina una lieve modificazione dell’ambiente naturale, trasformando una parte del sentiero in un giardino ideale: le opere possono essere lette nella propria valenza estetica e funzionale, oppure acquisire valore di doni alla natura, ma anche manifestarsi quali presenze del passaggio di Artemide.

LE OPERE D’ARTE NELLA NATURA DA VEDERE

Dopo il successo delle prime due edizioni, quest’estate la rassegna Sentieri d’arte, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, torna sulle Dolomiti Ampezzane dal 23 luglio al 3 novembre con la mostra I giardini di Artemide che include gli interventi di Margherita Morgantin e Italo Zuffi.

Sentieri d’arte 2022. Terza edizione
I giardini di Artemide
Artisti: Margherita Morgantin, Italo Zuffi
Artista in residenza presso il Liceo Rimoldi Cortina: T-yong Chung
Sede: Cortina, sentiero di Pian de ra Spines (ingresso dalla parte del camping Olympia)
A cura di: Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli
Periodo: 23 luglio – 3 novembre 2022

LE OPERE DI MARGHERITA MORGANTIN

Per I giardini di Artemide Margherita Morgantin propone l’idea di una mini-residenza in alta quota collegata al sentiero di Pian de ra Spines, dove si trovano due frecce inserite nel tronco di alberi: una indica la direzione di Baita Lerosa (a 2071 metri di altezza nelle vicinanze di Forcella Lerosa), dove l’artista trascorre la sua residenza; l’altra è orientata verso la Piccola Croda Rossa (rifugio nei pressi del Lago di Fosses) dove i pastori trascorrono il periodo estivo per condurre i greggi in alpeggio.

Morgantin trasforma idealmente la piccola baita incastonata nel paesaggio dolomitico in un campo di osservazione meteorologica e astronomica, un luogo dedito alla meditazione, al disegno e alla scrittura, in cui raccogliere dati e segni che confluiranno in una pubblicazione cartacea in grado di dare respiro a questa esperienza.
Sul recinto esterno di Baita Lerosa, l’artista colloca una terza freccia con una punta trasparente di quarzo time link, direzionata verso la stella del mattino, Venere, in un momento preciso dell’anno, omaggio alla figura di Artemide.
All’interno della baita, una drusa di ametista dell’Uruguay con la forma accogliente di una piccola grotta/greppia costituisce la “ricevente” del segnale proveniente da una delle frecce nel fondo valle, creando un legame energetico tra i due punti.

Margherita Morgantin | Arawa Aramis Anaramis Akawa

Margherita Morgantin, Arawa Aramis Anaramis Akawa, 2022_ ph. Matteo Schiavoni

LE OPERE DI ITALO ZUFFI

Italo Zuffi presenta due interventi site-specific.

Una specie di illusione, che l’artista colloca ai margini del sentiero di Pian de ra Spines, è una scultura formata da due chiavi e un portachiavi, nel quale si legge la scritta “bosco”: tutti gli elementi della composizione sono ingranditi di venti volte rispetto alle dimensioni reali, dando l’impressione che siano accidentalmente caduti dalla tasca di una creatura gigantesca che abita queste foreste, forse la stessa Artemide.
Abbinamento si presenta come un semplice cucchiaio ricavato da un unico pezzo di legno, ma dal manico eccessivamente allungato. L’opera è collocata su uno dei rami degli abeti presenti nel bosco di Pian de ra Spines, esposta agli agenti atmosferici fino a quando le sarà possibile, in ragione della sua esilità.

Entrambe le opere, che presentano oggetti di uso quotidiano in contesti e dimensioni inaspettati, appaiono distorte da una sorta di meccanismo ottico, nel primo caso da una lente di ingrandimento che sembra agire nella dimensione del “gigantismo”, mentre nel secondo caso lo sguardo sembra attraversato da una lente deformante, che determina una giocosa tensione sul modo di percepire la realtà.

Italo Zuffi | Abbinamento

Italo Zuffi, Abbinamento, 2022_ ph. Matteo Schiavoni

LE OPERE DI T-YONG CHUNG

T-yong Chung ha realizzato due installazioni site-specific sul sentiero di Pian de ra Spines.

Shining, composta di cinque catene con cerchi in ottone di differente misura, appese agli abeti della foresta, sembra circoscrivere un’area sacra all’interno della vegetazione, come se l’artista avesse creato delle quinte teatrali definite, ma al tempo stesso molto aeree.
Il secondo intervento intitolato Traccia (Cortina d’Ampezzo) consiste nell’applicazione di ciotole di ottone capovolte su alcuni massi di roccia dolomitica, che vengono abitualmente utilizzati dai camminatori per sedersi, riposarsi e osservare il paesaggio.
Le ciotole dorate creano un contrasto armonico con la roccia, trasformando ogni masso in una scultura, e costituiscono un rimando alla Dea Artemide in quanto erano abitualmente atte ad accogliere il cibo e la frutta nei banchetti offerti alla divinità quali buon auspicio di prosperità.

T-yong Chung | Traccia | Cortina d'Ampezzo

T-yong Chung, Traccia (Cortina d_Ampezzo), 2022_ ph. Matteo Schiavoni

Organizzata da: Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico Rimoldi di Cortina.
Con il patrocinio di: Comune di Cortina d’Ampezzo.
Progetto grafico: Quiqueg agenzia creativa (Milano)
Ingresso: libero

Informazioni per il pubblico: museo@regole.it – associazione-controcorrente-arte.it; Tel. +39 0436 866222

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