Sicurezza sul lavoro, quando la divisa si trasforma in un alleato e in un pezzo da museo

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SICUREZZA SUL LAVORO, QUANDO LA DIVISA SI TRASFORMA IN UN ALLEATO E UN PEZZO DA MUSEO

La divisa aziendale non è solo un comunicatore indiretto e un tipo di abbigliamento basato sull’estetica. In molti casi è studiato per proteggere e fungere da dispositivo per la sicurezza dei lavoratori.

La legge italiana evidenzia alcune caratteristiche essenziali che queste divise devono possedere, cercando di sviluppare maggiore sicurezza per tutti i lavoratori. Scopriamo insieme come scegliere la divisa come dispositivo individuale di protezione?

img divise museo Gucci

Le divise di Gucci per gli Angeli Custodi della mostra di ABO al Castello di Rivoli.

Divisa aziendale e sicurezza: cosa dice la legge?

Ci sono determinate divise da lavoro che non servono solo come strategia di marketing e comunicazione diretta, ma per la sicurezza di ogni lavoratore. Alcune professioni si svolgono in luoghi poco sicuri o dove è necessario segnalare la propria presenza.

La normativa italiana si basa sulla Circolare del Ministero del Lavoro n° 34 del 1999, con indicazione di tre esigenze fondamentali per questo tipo di divisa e abbigliamento da lavoro:

  • Deve attribuire una certa identità aziendale.
  • Deve proteggere gli abiti civili dall’usura.
  • Deve essere una protezione contro i rischi per la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori.

Il Decreto Legislativo n.81 del 2008 ha poi aggiunto un dovere per il datore di lavoro, invitandolo a rispettare queste normative per l’abbigliamento a seconda della professione svolta dai collaboratori. Questo significa fornire ai dipendenti tutti i mezzi idonei per la tutela e la sicurezza sul lavoro in ogni circostanza.

Il lavoratore è quindi chiamato a rispettare le normative e indossare la divisa, che sia essa per comunicazione – estetica o sicurezza. Per quanto riguarda i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) gli artt. 74  – successivi del Decreto Legislativo n. 81 del 2008 – è importante evidenziare che tutti i controlli sono a carico del datore di lavoro. Sarà lui a dover controllare che siano a norma, assicurarne l’ottimo funzionamento e che siano perfetti per prevenire ogni tipo di rischio.

ABBIGLIAMENTO DA LAVORO: ESTETICA O PROTEZIONE?

Come accennato, ci sono diverse tipologie di divisa aziendale:

  • Estetica e funzionale, per dare un messaggio indiretto mostrando il logo del brand.
  • Identificativo per ogni collaboratore interno ed esterno all’azienda.
  • Di sicurezza individuale con suddivisione a seconda della richiesta, come si può vedere in questo sito .

Se per un determinato tipo di ambiente è richiesto un abbigliamento di lavoro non legato alla sicurezza, la divisa potrebbe essere obbligatoria per ragioni organizzative e/o estetiche.

Quando si parla di divisa per la sicurezza, si tratta di un abbigliamento speciale e personalizzato completo di strisce catarifrangenti adatte a segnalare la presenza del lavoratore in situazioni particolari e di pericolo. Gli stessi dovranno indossare anche un tipo di calzatura adatta e caschi per la protezione della testa.

In altri casi ancora, la divisa è chiamata a distinguere le varie gerarchie e riconoscerle solo con uno sguardo.

La pulizia e la manutenzione della divisa è a carico del collaboratore, in certi casi particolari potrebbe essere a carico dell’azienda (se si è a rischio contaminazione). Il collaboratore che rompe o rovina la divisa dovrà chiederne sostituzione all’ufficio del personale e/o datore di lavoro.

QUANDO LA DIVISA DA LAVORO ENTRA AL MUSEO

La divisa da lavoro all’interno di un museo assume un significato particolare ed è essenziale per completare l’esperienza del pubblico, che si reca in un luogo ricco di fascino per ammirare delle opere d’arte.
Alcuni di voi si ricorderanno le divise dei custodi realizzate da Gucci per una mostra al Castello di Rivoli!

Il personale del museo deve quindi indossare una divisa per essere riconoscibile dal pubblico che cerca informazioni o semplicemente vuole sentirsi rassicurato dal fatto che in ogni sala può fare affidamento su un membro dello staff museale. Inoltre le divise da lavoro del museo sono uno strumento di comunicazione importantissimo.

Ecco quali sono le tipologie differenti di una divisa da lavoro in un museo:

  • Guardiania: gli addetti alla custodia devono garantire la sicurezza delle opere d’arte all’interno del museo e si occupano di vigilare anche sui comportamenti dei visitatori. Devono quindi essere impeccabili ma anche trasmettere autorevolezza nel caso si trovino di fronte a visitatori troppo rumorosi oppure poco attenti alle opere esposte.
  • Biglietteria: si occupano dei biglietti, della consegna del materiale informativo (brochure e audioguide) e del controllo degli accessi. Devono essere in grado di svolgere il lavoro velocemente e la divisa da lavoro non deve impedire loro di muoversi con tranquillità.
  • Bookshop: il personale del bookshop deve essere in grado di fornire consigli e suggerimenti su libri e oggetti in vendita. La sua postazione si trova alla fine del percorso e incontra i visitatori quando sono felici ma stanchi. Deve essere impeccabile ma rassicurante.
  • Caffetteria: si occupano dei visitatori affamati e assetati e per questo devono lasciare un bel ricordo del servizio al museo. Spesso sono i dettagli che fanno la differenza e un buon caffè al museo, servito con cura è miglior modo per far tornare i visitatori un’altra volta.
  • Guide: chi si occupa del percorso guidato all’interno del museo e accompagna il pubblico alla scoperta delle opere deve essere in grado di muoversi comodamente in abiti che rappresentino il museo in tutto e per tutto.

LA DIVISA DA LAVORO IN MOSTRA

Sono molti gli esempi di opere che rappresentano i lavoratori di un museo che indossano le loro divise, rare sono invece le mostre dedicate alle divise da lavoro.
Risale al 2020 l’importante doppia mostra che permesso di scoprire l’importanza sociale delle divise da lavoro.

Le mostre si sono svolte al Mast di Bologna all’interno del progetto intitolato “Uniform Into the work / Out of the work”: una collettiva con il lavoro di 44 fotografi internazionali e una personale dell’americano Walead Beshty.

La mostra collettiva ha permesso di riunire le fotografie di autori importanti, come Walker Evans e Irving Penn, sul tema della divisa da lavoro in tutte le sue varianti e con tutti i significati che assume a livello sociale. La contrapposizione tra i “colletti bianchi” dell’abito formale, divisa di impiegati e dirigenti, e i “colletti blu” delle tute da lavoro degli operai in fabbrica come simbolo di una divisione sociale che trova proprio nell’abito la sua espressione più manifesta.

La seconda mostra era una personale di Walead Beshty dal titolo “Ritratti industriali”: 364 fotografie ad artisti, collezionisti, curatori, galleristi, tecnici e lavoratori dell’industria dell’arte che inserite in un contesto quasi paradossale.
L’obiettivo era infatti quello di mostrare come la riluttanza dei soggetti ritratti a indossare abiti da lavoro prestabiliti si trasformi, vista nel suo insieme, in una nuova forma di divisa della non omologazione.

Harry Rutherford, The Custodian

Harry Rutherford, The Custodian

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