Storie a scatti: la fotografia al femminile

Manassè Studio |fotografie | Mein Zukerl,

Manassè Studio, Mein Zukerl, 1926, stampa alla gelatina ai sali d’argento, vintage

STORIE A SCATTI: FOTOGRAFIA AL FEMMINILE

Chi sono le fotografe dal primo dopoguerra ad oggi da ricordare e quali sono le protagoniste della fotografia al femminile? Quali personalità femminili hanno fatto la storia della fotografia dal Novecento ai giorni nostri?

Ecco le fotografe da conoscere, i temi che caratterizzano le loro opere, la mostra da vedere e il libro da leggere per fare luce su storie, nomi e opere della fotografia al femminile.

la fotografia al femminile

Marina Abramović | fotografie

Marina Abramović, senza titolo da Gold found by the artists, 1981

Fino al Settecento sono rari i casi in cui una donna poteva esercitare liberamente le proprie capacità artistiche. Troppe le regole a cui una donna doveva sottostare e troppe le convenzioni sociali che doveva rispettare.
Solo alcune donne, dal carattere forte e sostenute da padri o mariti lungimiranti, hanno potuto vivere una vita al di fuori del focolare domestico e alternativa al ruolo di madre.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, con gli uomini impegnati a combattere al fronte, il mondo dell’industria, alla ricerca di manodopera, apre le porte delle fabbriche alle donne e finalmente la donna esce di casa e scopre che può ottenere l’indipendenza economica.
Il lavoro, insieme all’accesso all’istruzione, saranno le colonne portanti sulla quale la donna edificherà, non senza ostacoli e difficoltà che durano tutt’ora, la moderna figura femminile: una donna libera di esprimersi anche in campi che fino ad allora erano “vietati” dalle convenzioni sociali.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, un numero crescente di donne inizia a misurarsi con le professioni intellettuali e con gli strumenti della cultura e dell’arte.
Le donne si avvicinano alla fotografia e alle arti visive, dominato dalla cultura maschile, manifestando una diversa sensibilità, un diverso modo di concepire e di vivere il mondo.
La maggiore maneggevolezza delle attrezzature fotografiche, nel Novecento, permette a tante donne di dedicarsi alla fotografia e la nascita di una fotografia la femminile, con le prime opere che offrono un punto di vista nuovo, uno sguardo diverso nei confronti del mondo e dell’umanità.

Francesca Woodman | fotografie

Francesca Woodman, 1977-78, stampa successiva alla gelatina ai sali d’argento

IL TEMA DELL’EMPATIA

Bambini, famiglie, amici, costituiscono uno dei soggetti più frequentati della fotografia al femminile. Infatti, sono questi i temi affrontati dalle fotografe come Dorothea Lange, Lisette Model, Denise Bellon, Germaine Krull, Gerda Taro, Eva Besnyő, e, nel secondo dopoguerra, in Diane Arbus, Lisetta Carmi, Zofia Rydet, Alla Esipovich.
C’è un’empatia verso l’umanità che prima di allora gli uomini non avevano saputo cogliere e che troviamo, invece, nelle immagini di violenza, di guerra, di emigrazione, di paura di fotografe reporter come Letizia Battaglia, Christine Spengler, Françoise Demulder o di artiste come Yto Barrada.

Un più universale e onnicomprensivo sentimento di empatia è invece quello che alimenta la creatività di artiste come Tina Modotti, Anne Biermann, Gina Pane, Barbara Leisgen, Roni Horn, Catherine Opie, Paola De Pietri. Attraverso il loro sguardo il paesaggio si trasforma in territorio, nello spazio aperto ed amico di un’umanità finalmente liberata da costrizioni, confini, conflitti.

Giselle Freund | fotografie

Giselle Freund, Berlin Est, 1960, stampa alla gelatina ai sali d’argento, vintage

IL TEMA DELLA FEMMINILITÀ

L’altro tema dominante della fotografia al femminile riguarda l’identità della donna nella società e la denuncia di uno stato di subordinazione al quale la donna è stata costretta per secoli.

Alcune artiste fotografe ci introducono in questo processo, a volte esaltante e altre volte doloroso, di ricerca della propria identità, tra gli ostacoli di leggi, abitudini e principi morali di una civiltà dominata da una cultura maschile, difficile da scalfire.
Che si tratti di una sofferta introspezione ai limiti del sogno o della follia, come nelle foto di Grete Sterne, Francesca Woodman, Ketty La Rocca, Katharina Sieverding, Sophie Calle, Nan Goldin, Maria Michałowska, Teresa Tyszkiewicz; o del rapporto uomo-donna nei suoi risvolti sessuali e di potere, come in Olga Spolarics (Atelier Manassé), VALIE EXPORT, Marina Abramović, Verita Monselles, Odinea Pamici, Renate Bertlmann, Natalia LL, o, infine, nella denuncia dei ruoli minoritari e stereotipati, o di comportamenti “alla moda”, a cui la donna viene costretta da leggi maschiliste e dal mercato, come in Cindy Sherman e Gretta Sarfaty, le loro immagini colpiscono l’osservatore per un radicale rifiuto della figura tradizionale di donna e per il loro carattere provocatorio, oltre che per una toccante aspirazione ad una condizione di piena realizzazione della persona. Lato, quest’ultimo, della loro arte che in qualche modo chiude il cerchio della poetica al femminile e che ci fa concludere che empatia e ricerca di una nuova  identità di genere siano, in realtà, le due facce della stessa medaglia.

Gerda Taro | fotografa

Gerda Taro, Republican militia members, Barcelona, August 1936, stampa alla gelatina ai sali d’argento

IL TEMA DEL CORPO

Il tema del corpo della donna viene introdotto in fotografia nella metà degli anni 20 del Novecento da Claude Cahun, poetessa ed artista surrealista, che ci offre per prima lo sguardo di una nuova identità femminile sensuale ed emancipata, attraverso la realizzazione di immagini ambigue, inquiete, dalla potente drammaticità  teatrale.
Cahun porta in scena una donna trasgressiva e ben lontana dagli stereotipi della maternità e del lavoro domestico.

La stessa ricerca è portata avanti anche a Vienna dall’Atelier Manassé, dove Olga Spolarics e il marito realizzano immagini attraverso la giustapposizione di nudi femminili ed elementi scenografici insoliti.
Il corpo femminile viene paragonato ad un oggetto, come una zolletta di zucchero, investendo l’immagine di un pensiero critico: una riflessione sul ruolo di subordinazione della donna nella società.

La ricerca del sé femminile avanza dal secondo dopoguerra grazie all’accesso della donna al mondo del lavoro. La possibilità di godere di un proprio salario è conquista d’indipendenza e comporta la necessità di denunciare la condizione di segregazione e subordinazione sociale a cui è da sempre sottomessa.
Le contestazioni si inaspriscono dalla comparsa sulla scena artistica di artiste come Valie Export, Marina Abramović, Cindy Sherman, Francesca Woodman, Odinea Pamici, Verita Monselles, Renate Bertlmann e molte altre presenti in questa sezione.
La riflessione sul corpo femminile è il comune denominatore da cui si origina l’arte di queste artiste, che rifiutano gli stereotipi della cultura dominante e rivendicano un nuovo ruolo all’interno della società.

La fotografia al femminile trasforma così le fotografe in performer, soggetti stessi della loro fotografia, collocandosi dietro, ma anche davanti all’obiettivo con nuove sembianze, che rifiutano il divario fra generi.

Letizia Battaglia | Omicidio Reina

Letizia Battaglia, Omicidio Reina, 1979, stampa alla gelatina ai sali d’argento

UNA MOSTRA SULLA FOTOGRAFIA AL FEMMINILE

Dal 5 novembre 2022 al 18 dicembre 2022 la Barchessa di Villa Giovannina ospiterà la mostra Storie a Scatti: Fotografe. Le protagoniste delle arti visive dal primo dopoguerra ad oggi.

Storie a Scatti: Fotografe.
Le protagoniste delle arti visive dal primo dopoguerra ad oggi.
A cura di Maria Francesca Frosi e Dionisio Gavagnin
Barchessa di Villa Giovannina, Villorba (Treviso)
Dal 5 novembre 2022 al 18 dicembre 2022

Orari:
dal lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 20:00.
Il sabato, la domenica e i festivi dalle 10:00 alle 20:00.
Giorno di chiusura il martedì.

Biglietti:
biglietto intero 7 €
Ridotto (-26 anni, +65 anni) 5 €
Ridotto (+7, – 14 anni e residenti nel Comune di Villorba) è di 2 €.

Le visite guidate costano 7 € euro a persona.
Il catalogo di 204 pagine, edizioni Mandr.agor.art

La mostra nasce come omaggio alla creatività femminile, sia in termini tecnici che tematici: un’indagine sulla specificità dello sguardo femminile che punta i riflettori sulle conquiste e i contributi che la donna ha apportato nella storia delle arti visive attraverso 100 opere originali e vintage, realizzate da altrettante importanti fotografe, da Tina Modotti a Gerda Taro, da Lisette Model a Diana Arbus e artiste, da Gina Pane a Marina Abramovic, da Ketty La Rocca a Sophie Calle.

La retrospettiva è organizzata dal Comune di Villorba in collaborazione con l’Associazione Culturale Mandr.agor.art e ha come sponsor Punto Informatico.

UN LIBRO SULLA FOTOGRAFIA AL FEMMINILE

Donne fotografe è un cofanetto dedicato alla fotografia al femminile e alle grandi artiste che hanno fatto la storia della fotografia.
Si tratta di tre volumi dal titolo Donne fotografe: Pioniere (1851-1936)-Rivoluzionarie (1937-1970)-Visionarie (1970-2010), che permettono di fare un viaggio alla scoperta della storia della fotografia attraverso lo sguardo femminile.

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