Sculture magiche e donne ribelli: Louise Nevelson in mostra a Bologna
Dal 30 maggio al 20 luglio 2025, Palazzo Fava a Bologna ospita la prima mostra bolognese dedicata a Louise Nevelson. Tra sculture nere, collage d’oro e ribellioni femminili, lasciati conquistare da un’artista che ha trasformato gli scarti in poesia.
Ti sei mai chiesto cosa succede quando una donna prende in mano la sua vita, i suoi sogni… e un bel mucchio di legno vecchio? Te lo racconto io: nasce l’universo poetico e potentissimo di Louise Nevelson, una delle voci più rivoluzionarie dell’arte del Novecento. Adesso – finalmente – è possibile vistare a Bologna una mostra che non puoi perderti.
LOUISE NEVELSON
Dal 30 maggio al 20 luglio 2025, le eleganti sale affrescate di Palazzo Fava si riempiono di ombre nere, riflessi dorati e forme misteriose: sono le sculture monumentali di Nevelson, assemblate con materiali di recupero e un talento che brucia ancora oggi.
La mostra, curata da Ilaria Bernardi, è prodotta dall’Associazione Genesi e promossa nell’ambito del progetto Genus Bononiae, è la prima esposizione a Bologna interamente dedicata a lei, e già questo dovrebbe bastare a spingerti verso il biglietto.
Ma c’è molto di più.
Louise, nata a Kiev nel 1899 con il nome di Lija Isaakivna Berljavs’ka, emigrò da bambina negli Stati Uniti, scappando da un clima ostile agli ebrei. Lì diventò madre, moglie… e poi decise che non era abbastanza. Divorziò, sfidò ogni stereotipo e si dedicò totalmente all’arte. La sua voce diventò così potente che finì al MoMA di New York, alla Biennale di Venezia, al Whitney Museum.
Già negli anni Cinquanta, insomma, era una vera star. Una pioniera. Una rivoluzionaria.
E adesso puoi camminare tra le sue opere, dentro il cuore pulsante della sua visione.
LA MOSTRA DEDICATA A LOUISE NEVELSON A BOLOGNA
La mostra bolognese si articola in cinque sale, ognuna un piccolo viaggio:
Sala Giasone: ti accoglie con le sue sculture autoportanti in legno nero. Sembrano librerie, ma sono templi del silenzio e della memoria.
Sala Rubianesca: qui trovi le sue celebri “porte” – come se ogni opera potesse condurti altrove, in una dimensione parallela fatta di sedie smontate e magia.
Sala Enea: un paesaggio quasi lunare, tra bassorilievi e “totem del cielo”, sculture e titoli che evocano città, giungle e sogni.
Sala Albani: i collage. Meno noti, più intimi. Pezzi di metallo, cartone, carta vetrata. E quella forza tutta femminile che trasforma il poco in tutto.
Sala Cesi e Sala Carracci: qui scocca la scintilla dell’alchimia. Incisioni, serigrafie, e un’intervista video alla stessa Louise ti accompagnano verso il gran finale: opere in oro, splendenti, liberate dall’ombra. Come se la materia si fosse finalmente trasfigurata. Come se anche l’anima dell’artista avesse trovato la luce.

Louise Nevelson
PERCHÈ VISITARE LA MOSTRA
Credimi, è impossibile uscire senza sentirsi un po’ più liberi, un po’ più audaci, un po’ più… Nevelson.
Perché questa non è solo una mostra. È un grido gentile di rivoluzione. È il racconto di una donna che ha scelto sé stessa, e lo ha fatto scolpendo, incollando, costruendo un universo in cui l’arte e l’identità si fondono in un unico gesto potente.
Non aspettare l’ultimo giorno, prenota subito. Bologna non ha mai ospitato nulla del genere.
Louise Nevelson
a cura di Ilaria Bernardi
Bologna, Palazzo Fava
30 maggio-20 luglio 2025
Orari di apertura:
Martedì-domenica, ore 10.00 – 19.00
Ultimo ingresso alle ore 18.00
Chiusura settimanale: lunedì
Seguimi su:
About me
In questo blog non ti spiego la storia dell’arte, ma racconto le storie di cui parla l’arte