
Umberto Crosato nel suo studio
Torna finalmente Studi d’artista, la rubrica che ci porta a scoprire i luoghi segreti dove l’arte prende forma. Ripartiamo dal Veneto, terra di nebbie e memoria, per bussare alla porta di Umberto Crosato, pittore, architetto, instancabile sperimentatore e fondatore di una vera officina d’arte. Il suo studio a San Biagio di Callalta è un mondo silenzioso, materico e luminoso.
Qui l’arte non rincorre le mode, ma affonda le radici nei paesaggi interiori e nella bellezza che nasce da gesti concreti.
Un’intervista da leggere come un’immersione, tra pigmenti, idee e visioni.
STUDI D’ARTISTA
Viaggio in Italia alla scoperta degli artisti contemporanei
a cura di Laura Cappellazzo
Oggi, con la nostra rubrica, entreremo nello studio di Umberto Crosato a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso. San Biagio di Callalta è un paese fortemente legato alla Callis Alta, la strada romana Callalta che, tra le altre cose, lo collega a Treviso (Tarvisum) e Oderzo (Opitergium).

Crosato Umberto, Cieli, cm 150X200. Oil on canvas
San Biagio di Callalta fu un importante territorio di battaglia nella Prima Guerra Mondiale: l’ossario di Fagarè, a ridosso del fiume Piave, è lì a testimoniarlo silenziosamente, per tutti coloro che sfrecciano lungo l’importante arteria stradale, presi dai mille impegni frenetici dell’inquieto Nordest.
Eppure, nascosto tra le silenziose vie della sua generosa campagna, ben lontano dai moltissimi centri commerciali e dalle frequenti zone industriali sparse lungo la provinciale, si trova lo studio d’arte di Umberto Crosato.
NELLO STUDIO DI UMBERTO CROSATO
Buongiorno Umberto e grazie per aver accettato di farci entrare nel suo studio oggi. Si può presentare brevemente ai nostri lettori?
Sono Umberto Crosato, architetto, classe 1980. Da giovanissimo mi sono inserito in botteghe artigiane e studi artistici. Pittura e grafica sono il mio interesse. Diplomato nel 1998 al Liceo Artistico di Treviso. Nel 2005 laurea in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Segue l’abilitazione alla professione di architetto.
Molti i premi a concorsi, nazionali e non, ed anche in ex-tempore di pittura. Numerose le esposizioni, personali e collettive, anche in sedi museali.
Dal 1999 coordinatore e docente di corsi e laboratori di pittura e grafica. Organizzatore di eventi culturali a Treviso. Dal 2010 risiedo a San Biagio di Callalta (TV) dove ho lo studio d’arte.
Può raccontarci quando ha capito che l’arte avrebbe occupato un posto importante nella sua vita?
Nel momento in cui capii che non avrei potuto viverne senza.
Ha, o ha avuto, degli artisti che l’hanno ispirata o aiutato nel suo percorso?
Non nego di aver avuto specialmente in età giovanile e di avere tutt’oggi delle “simpatie” rivolte ad alcuni pittori del passato e del presente come Mantegna, Tintoretto, Schifano, Kiefer, pur in certi casi non condividendo appieno la loro weltanschauung. Niente più che “simpatie”.
Fin da ragazzo, specialmente nelle scuole, mi sono sempre opposto al dover essere obbligato nel trovare riferimenti culturali o “Artisti ispiratori”. Posizione che automaticamente ha creato forti contrasti in ambiente universitario.
Secondo lei, la natura e la storia del posto in cui si è trovato a vivere, hanno contribuito in qualche modo alla sua espressione artistica?
Assolutamente sì; sostengo inoltre sia una condizione alla quale ogni uomo non sia in grado di opporsi. Anche involontariamente, in quanto Veneto, ho assorbito le linee del paesaggio, le luci, le nebbie, il respiro storico… e tutto ciò ha contribuito a formare il mio IO che a sua volta, in aspetti più o meno nascosti, è percepibile nelle mie opere.
Ci può parlare della sua tecnica, che materiali predilige e che tonalità?
Sono molto legato ai materiali e all’uso del colore. Le mie opere iniziano dalla lavorazione delle materie prime, con la creazione dei telai, delle tele, l’impasto delle terre colorate e pigmenti,,,. Utilizzo e sperimento sempre materiali nuovi con colori forti e superfici molto eterogenee. Prediligo i quadri di grandi dimensioni.
L’uso del colore è simbolico, amo il giallo, colore della luce.
Quali sono i suoi soggetti (o le emozioni, o le intuizioni) che la spingono a tracciare il primo segno sulla tela?
Ogni quadro su tela nasce prima da disegni su carta, dove ne avviene la sua progettazione. Attenti studi che, nel momento in cui poi inizio a dipingere la tela, mi obbligo nel mettere da parte o addirittura dimenticare. I soggetti nascono da interpretazioni dei miei pensieri e da spunti figurativi intorno a me.
Che messaggio vuole portare con le sue opere? Che voce è la sua?
So che sto per dire qualcosa di impopolare per molti. Le mie opere non testimoniano la volontà di un impegno sociale, ambientale o politico. Si ritorna agli archetipi, ovvero gli elementi base dove tutto nasce e tutto finisce. Ritrovare dunque un’Arte pura ripulita da sovrastrutture per ricominciare con un nuovo ordine caratterizzato dagli elementi primari dell’universo e dell’uomo. Mi auguro che altri artisti seguano questa via.

Immagine tratta dal profilo Facebook di Officinarte999
Il suo studio è anche un’officina d’arte, punto d’incontro e di formazione per aspiranti artisti o comunque persone che trovano nel gesto artistico, una modalità di espressione personale. Com’è nata l’idea della scuola? Ce ne vuole parlare?
La nostra Associazione Artistico Culturale no profit, Officinarte999, di cui ne sono il Presidente, è nata anche con la volontà di essere un punto di riferimento pratico per supportare Artisti professionisti e successivamente principianti nelle loro attività pittoriche. Siamo inoltre punto di riferimento per la stampa d’Arte calcografica e xilografica nel tentativo di far sì che queste pratiche non si estinguano.
Posso chiederle secondo lei, che senso ha fare arte oggi?
Ha senso fare Arte oggi tanto quanto lo è stato farla nel passato e tanto quanto ne avrà farla nel futuro. Non dimentichiamo che l’uomo ne ha sempre avuto la necessità.
Ritengo però l’Artista un visionario, ovvero colui che riesce ad anticipare, intuire ciò che si avvererà nei decenni dopo. Dunque mi sento anche di dire che al giorno d’oggi non ha senso continuare a fare un’Arte che sia il sottoprodotto del progresso scientifico, in quanto non potrà anticipare alcuna nuova visione che la scienza non abbia già fatto.
Le nostre interviste terminano con un gioco. Ci può accompagnare idealmente, nello studio di un artista, a cui farebbe piacere ricevere la nostra visita? Chi ci vuole indicare?
Ci sono due Artisti a cui sono legato professionalmente da decenni, entrambi soci fondatori di Officinarte999. Uno è Tullio Crosato che stimo tantissimo oltre essere mio padre, l’altro è Lucio Cattelan, collega di Liceo dai tempi passati, maestro d’Arte e tuttora amico stretto e fidato. Entrambe persone umanamente molto aperte ma, artisticamente molto ermetiche…
Che sia la vostra intervista strumento per far sì che uno di questi due Artisti si riveli!
Post a cura di: Laura Cappellazzo
Laura Cappellazzo, educatrice e scrittrice, ha messo radici a Oderzo dopo aver combinato un po ‘ di cose qua e là. Ne sa di arte tanto quanto Alice conosceva il Paese delle Meraviglie. Ma proprio come Alice è curiosa, fa un sacco di domande e le piacciono gli incontri imprevisti. E’ da quegli incontri che nascono le sue interviste ed i suoi romanzi.
L’ultima puntata di STUDI D’ARTISTA era dedicata a Beatrice Zagato, corri a leggerla!
Vero. Tele di grandi dimensioni che sembrano quasi accogliere l’osservatore in uno spazio ulteriore che è quello di un cromatismo potente che permette l’emergere dei vissuti più significativi dell’artista.
Il giallo è quella luce che squarcia l’oscurità dell’anima e della morte.
È quell illuminazione che si cerca con l’alba combattendo la notte buia.
Sa trasmettere quel tiepore e quella calorosità che nasce con la primavera e l’estate abbattendo l irrigidimento dell’inverno.
È uno dei tanti colori che mescolato con altri genera sfumature intensità e varianti che danno vita al nostro io in piena libertà.
Un’emozione tutta da provare da conoscere per poter esser condivisa.