Lo spazio nelle opere di Sean Shanahan

Sean Shanahan

Le opere di Sean Shanahan in mostra a Milano

LO SPAZIO NELLE OPERE DI SEAN SHANAHAN

Le opere di Sean Shanahan interagiscono con l’ambiente, che viene plasmato e modellato per permettere al messaggio di sprigionare tutta la sua forza espressiva.
Sean Shanahan nasce a Dublino nel 1960 e fin dagli esordi la sua ricerca si concentra sulla forma e sul colore, che sono i mezzi della pittura e il suo unico interesse.

Le opere di Sean Shanahan

Sean Shanahan | opere

Hysterical Aftermath/ Danza Macabra (4)/
Danza Macabra (1). 2022, olio su MDF / oil on MDF 100 x 100 cm. Ph. Luca Casonato

Sean Shanahan si forma presso l’Heatherley School of Fine Art a Chelsea, Londra e il Croydon College of Art and Design, dove compie studi di pittura e storia dell’arte.
A 22 anni si sposta a Milano, dove tiene la sua prima personale nella galleria di Luigi De Ambrogi. Nel 1986 vince una borsa di studio alla Fundación Olivar de Castillejo di Madrid e tra il 1986 e il 1990 vive e lavora tra Colonia e New York.

Nel 1990 Shanahan si trasferisce in Italia e poco dopo compie la scelta cruciale di abbandonare l’acrilico, in favore dell’olio, che permette una stesura più fluida e trasparente e che consente una percezione immediata della resa finale. Nel 1994, in mostra alla Orchard Gallery di Derry, presenta Untitled, un olio su MDF.

L’utilizzo del supporto in MDF (medium density fireboard), cifra stilistica dell’artista, suggerisce una percezione del dipinto come elemento concreto che desidera farsi spazio e non solo di occupare lo spazio. Anche il colore a olio, steso a campiture monocrome piatte e assorbito dal materiale ligneo, assume un carattere sostanziale in questo processo, divenendo parte integrante del quadro e non mero rivestimento della superficie.

Nel 1997 si trasferisce a Montevecchia dove allestisce il suo studio e si dedica all’uso di un solo colore, steso in modo omogeneo e uniforme, e a costruzioni formali semplici, definite  e  tridimensionali.

Tra le numerose partecipazioni a mostre personali e collettive si ricordano inoltre Sudden Time (2021) a Villa Panza, Varese, Singular Episodic (2020) presso il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Body of Light (2018) presso Luca Tommasi Arte Contemporanea a Milano, Seven Last Words (2016) presso la Galleria San Fedele a Milano, Unique Act (2008) presso The Hugh Lane a Dublino.

Sean Shanahan | opere

Hysterical Aftermath/ Danza Macabra (4)/
Danza Macabra (1). 2022, olio su MDF / oil on MDF 100 x 100 cm. Ph. Luca Casonato

LE OPERE DI SEAN SHANAHAN IN MOSTRA

Dal 9 febbraio al 25 marzo 2023 BUILDING presenta Sean Shanahan. Cuore a fette a cura di Luca Massimo Barbero, una delle mostre d’arte contemporanea da vedere nel 2023 e che consiglio anche nella lista delle mostre da non perdere.
Una mostra tematica completamente frontale che nasce da una riflessione personale e intima dell’artista sul tema della morte e dell’eternità.

Sean Shanahan. Cuore a fette
BUILDING
via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
Dal 9 febbraio al 25 marzo 2023

Il percorso espositivo, che si sviluppa su tre piani della galleria, è composto da una selezione di dipinti autonomi inseriti in un contesto site-specific caratterizzato da una forte teatralità.
L’ imprevisto, l’attesa e la sorpresa sono gli elementi chiave del progetto, che propone tre diverse letture del rapporto tra il quadro, lo spazio espositivo e lo spazio reale.

Sfondando metaforicamente e concretamente i confini imposti dagli elementi strutturali della galleria, le opere di Sean Shanahan, derivati della pittura monocroma, abitano fisicamente lo spazio tridimensionale di BUILDING in un allestimento che si pone al limite con l’installazione.

La mostra ideata per BUILDING è scandita in tre momenti strettamente interconnessi tra loro e consiste in un susseguirsi di situazioni inaspettate, in cui l’ambiente viene plasmato e modellato dall’artista per permettere al fruitore di percepire le sue opere da prospettive inedite e differenti.

  • Al piano terra le opere interagiscono con lo spazio espositivo grazie a un uso drammatico e concettuale del colore.
  • Al primo piano tre opere di grandi dimensioni si stagliano nello spazio espositivo, rifuggendo la bidimensionalità tipica del medium pittorico e rimarcando piuttosto la loro presenza materica e tangibile.
  • Il terzo e ultimo momento della mostra è liberamente ispirato alla locuzione latina “sub specie aeternitatis” e suggerisce un richiamo diretto al concetto di incommensurabile e di eterno.

 

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