Tanti acquerelli, un solo protagonista: Fat Boy. È lui, una figura paffuta e buffa, a guidarci in un tour spassoso e dissacrante tra le opere dei grandi maestri, da Raffaello a Maurizio Cattelan, da Mantegna a Picasso.
Con un mix di colori vivaci, simboli potenti ed erotismo accennato, questo personaggio ci mostra l’arte sotto una nuova prospettiva, fatta di ironia e stupore.
Ispirato dalle ceramiche della civiltà precolombiana dei Mimbres, Fat Boy non conosce confini temporali o stilistici: si cimenta in verticali, si sdraia in perfetta prospettiva accanto alle opere di Mantegna e imita le pose contorte delle ragazze di Picasso. Nulla sfugge al suo sguardo curioso e un po’ irriverente, neanche la rosa nera di Jannis Kounellis o le Tre Grazie di Raffaello.
Attenzione però, non è solo un gioco: attraverso Fat Boy, Radl costruisce una narrazione visiva che abbraccia secoli d’arte, fondendo tradizione e contemporaneità in un unico flusso creativo. In ogni acquerello c’è una storia, un dettaglio che strizza l’occhio ai grandi capolavori ma che al tempo stesso li reinventa.