La Fornarina di Raffaello: chi era e dove vederla

Raffaello | La Fornarina

LA FORNARINA DI RAFFAELLO: CHI ERA LA DONNA AMATA DA RAFFAELLO E DOVE VEDERE L’OPERA

Quale storia racconta la Fornarina di Raffaello e chi è la ragazza resa immortale da questo dipinto?
Questa è un’opera che ha alimentato storie di ogni tipo e proprio per questo è diventata leggendaria.

Non sappiamo quasi nulla della vera identità della Fornarina ma le ipotesi sono tante e, come sempre accade in questi casi, ognuno può costruirsi una storia a proprio piacimento.
In questo post ti racconto chi era la ragazza dipinta da Raffaello, secondo le principali teorie, e dove puoi vederla oggi. Inoltre, in fondo al post, trovi i risultati delle nuove indagine diagnostiche sull’opera.

La Fornarina di Raffaello

Raffaello Sanzio | Fornarina

CHI ERA LA FORNARINA DI RAFFAELLO

Forse figlia di un fornaio di Trastevere oppure una cortigiana, ovvero una prostituta di alto bordo.
Non si conosce la vera identità di questa donna ma sappiamo che certamente Raffaello l’amò moltissimo e che fu la sua musa.

Raffaello è stato uno dei grandi maestri del Cinquecento e osservando le sue opere ritroviamo spesso il volto della Fornarina, che era diventata la modella dell’artista.
Giorgio Vasari racconta, nei suoi scritti, che Raffaello fosse sul punto di interrompere la realizzazione dell’affresco della loggia di Galatea a Villa Farnese se non gli avessero portato la ragazza, che era la modella per quell’opera.

Alcuni hanno identificato la Fornarina di Raffaello in Margherita Luti, figlia di un fornaio romano di Trastevere.
Tra i due sarebbe sbocciato un amore appassionato e pare proprio che l’artista perse la teste per questa ragazza di umili origini.
La storia e la leggenda si mescolano in questa vicenda e si racconta anche che i due si sposarono in segreto e che la ragazza, quando Raffaello morì, volle restare fedele al loro amore entrando nel convento di Sant’Apollonia.

L’amore di Raffaello per l’umile figlia di un fornaio è romantica e, anche per questo, alcuni sostengono che non sia una storia plausibile e che in realtà la Fornarina sia stata una cortigiana, che scelse come nomignolo quello del dipinto con cui divenne famosa.

DESCRIZIONE DELLA FORNARINA DI RAFFAELLO

La Fornarina di Raffaello è ritratta a seni nudi, vestita di un velo leggero adagiato sul ventre, con un tessuto che le copre le gambe e un bracciale sul braccio sinistro su cui si può leggere la firma in oro: RAPHAEL URBINAS.
Questo bracciale sarebbe tipico delle cortigiane del Rinascimento, che avevano le spalle scoperte e potevano, quindi, sfoggiare questo gioiello, mentre le donne che indossavano abiti con le maniche lunghe non potevano mostrare.
I capelli sono raccolti in un turbante orientale, su cui è applicato un gioiello con una perla.

DOVE VEDERE LA FORNARINA DI RAFFAELLO

La Fornarina di Raffaello si trova a Roma, nella collezione della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini.
In realtà l’opera non ha mai lasciato Roma e si trova nella città eterna da quando è stata dipinta.
Si trovava, infatti, nello studio dell’artista alla sua morte, mentre alla fine del Cinquecento si trovava già nella residenza della contessa di Santafiora.
L’opera passò poi nella collezione di opere del duca Boncompagni e infine a Palazzo Barberini.

Raffaello | Fornarina | dettagli

LIBRI CONSIGLIATI SU RAFFAELLO

  • Raffaello. Il giovane favoloso Dopo cinquecento anni Raffaello continua a stupire per il suo eccezionale talento, per aver saputo ritrarre le donne più sensuali del suo tempo e aver costruito immagini meravigliose e vive, nelle quali ogni personaggio ha un proprio ruolo, una propria presenza scenica, una propria storia da raccontare.
  • Raffaello. Il trionfo della ragione – Nello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, il protagonista è lo spazio umano, terreno, perfettamente razionalizzato. Il racconto cristiano diventa, forse per la prima volta nella storia, accessorio. È un cambio di prospettiva radicale che testimonia l’essenza del Rinascimento.

NUOVE INDAGINI SULLA FORNARINA DI RAFFAELLO

In occasione dei 500 dalla morte di Raffaello, sono state condotte nuove indagini e analisi sulla Fornarina di Raffaello.
Grazie all’uso di tecniche innovative, macchinari all’avanguardia e mesi di approfondimento, le indagini hanno fornito l’opportunità di mappare la distribuzione degli elementi chimici presenti sulla tavola, consentendo di risalire ai pigmenti utilizzati dall’artista e di comprendere il processo esecutivo con cui li ha applicati sulla tavola.

Le immagini della distribuzione del ferro e del piombo del dipinto hanno confermato l’impostazione di una sotto-stesura di base chiaroscurata, una pratica diffusa ai primi del Cinquecento e presente anche in altri dipinti di Raffaello.
La distribuzione del mercurio, che indica l’impiego di cinabro, ha ribadito l’importante modifica del fondo, già individuata dalle radiografie eseguite nel 1983, che ha comportato un riassetto chiaroscurale della figura.
La lettura delle immagini della distribuzione del rame, del ferro, del calcio e del manganese hanno restituito un’inedita visione del fondo di vegetazione, evidenziandone tutta la complessità. Stesure a base di terre (ferro) o di terra d’ombra (ferro e manganese) sono emerse per le foglie più ampie, mentre i rami del mirto risultano essere a base di un verde di rame e di nero d’ossa.

I risultati dell’indagine hanno dunque restituito la capacità di Raffaello nell’usare un complesso intreccio di forme e di pigmenti, dosati anche in termini di spessore per offrire una tridimensionalità altrimenti non del tutto apprezzabile.

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One thought on “La Fornarina di Raffaello: chi era e dove vederla

  1. In Trastevere, Rome they still show the window where Raphael saw La Fornarina the first time…

    “Tell me ye stones and give me O glorious palaces answer.
    Speak O ye streets but one word. Genius, art thou alive?
    Yes, here within thy sanctified walls there’s a soul in each object,
    ROMA eternal. For me, only, are all things yet mute.
    Who will then tell me in whispers and where must I find just the window
    Where one day she’ll be glimpsed: creature who’ll scorch me with love?
    Can’t I divine yet the paths through which over and over
    To her and from her I’ll go, squandering valuable time?
    Visiting churches and palaces, all of the ruins and the pillars,
    I, a responsible man, profit from making this trip.
    With my business accomplished, ah, then shall only one temple,
    AMOR’s temple alone, take the initiate in.
    Rome, thou art a whole world, it is true, and yet without love this
    World would not be the world, Rome would cease to be Rome…”

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