Dopo il grande successo di Torino, la mostra “Tamara de Lempicka” approda a Verona con un percorso in cui l’arte della Regina del Déco si intreccia con interventi musicali intessuti sulla sua epoca e sui suoi gusti personali.
Nonostante su Tamara de Lempicka sia stato scritto molto e siano state mostrate foto e opere, resta sempre una figura sfuggente e misteriosa della storia dell’arte.
Si tratta di una donna che ha vissuto molte stagioni diverse della sua vita e in questo post vi racconto un aneddoto per conoscerla meglio.
In un post pubblicato dai miei amici di St-ART viene definita come un “Personaggio mondano e dotato di gran fascino, raffigura nelle sue tele donne indipendenti, determinate, volitive, disinibite e sensuali, che sembrano tanti suoi alter ego”.
Le sue opere sembrano dei manifesti pubblicitari in cui vengono rappresentati dei corpi enormi e che si fanno ammirare.
Durante tutta la sua vita ha avuto un rapporto costante con il mondo della moda, nato negli anni Venti grazie alla sua attività di illustratrice e tutti gli abiti rappresentati nelle opere sono stati identificati come reali creazioni degli stilisti del suo tempo.
Non dobbiamo dimenticare che Tamara fu anche un indossatrice e venne fotografata dai più importanti fotografi di moda, contribuendo a creare una figura di icona moderna e che ha molto ispirato (e continua a farlo) molte star internazionali contemporanee.
Il suo famoso quadro con la donna che guida un automobile verde è inconfondibile.
E’ un autoritratto di Tamara, che si rappresenta a bordo di una Bugatti, come una donna indipendente ed emancipata, libera e determinata a costruire il proprio futuro.
Questo quadro, che diventa una delle copertine della rivista “Die Dame”, è ispirato a una foto di André Kertész pubblicata su un’altra rivista di moda, “Vu”.
L’artista si dipinge esattamente come la ragazza della foto e che veste un abito di Hermés.
Le donne di Tamara non si erano mai viste prima.
Sono donne che anticipano i tempi e preparano il terreno per grandi rivoluzioni culturali, di cui oggi possiamo vedere i risultati, ma c’è anche bisogno costantemente di ricordare che fino a non molto tempo fa le nostre conquiste sono state sofferte, faticose e che sono state costruite anche attraverso l’immagine e l’arte.
LINK Vai alla pagina di St-ART dedicata a quest’opera – clicca QUI.