Sarah Bernhardt e Alphonse Mucha: un legame intramontabile fra Teatro e Arte

img Mucha Sarah Bernhardt

Ti sei mai immerso nel fascino intramontabile dell’epoca d’oro del teatro e dell’arte di fine Ottocento e inizio Novecento? Oggi viaggiamo indietro nel tempo, nell’effervescente Parigi di fine Ottocento, dove due figure emblematiche si incrociarono, creando un connubio artistico che ancora oggi affascina.
La celebre attrice Sarah Bernhardt e l’artista Alphonse Mucha non solo definirono l’epoca in cui vissero, ma creavano un’eredità artistica che continua a ispirare.

In questo post scopriamo insieme la vita tumultuosa di Sarah Bernhardt e l’indimenticabile collaborazione con Alphonse Mucha.

Sarah Bernhardt e Alphonse Mucha: un legame intramontabile fra Teatro e Arte

Sarah Bernhardt

Sarah Bernhardt

Sarah Bernhardt, nata come Henriette-Rosine Bernard il 22 ottobre 1844 a Parigi, era figlia di una cortigiana, e fu spinta verso il mondo della recitazione dalle pressioni della società parigina dell’epoca.
Nonostante le sue aspirazioni iniziali di consacrarsi alla vita religiosa, la famiglia e alcuni personaggi influenti decisero che il suo destino sarebbe stato sul palcoscenico. Così, sotto l’egida di figure influenti come il Duca di Morny e il drammaturgo Alexandre Dumas, Sarah venne introdotta alla prestigiosa Comédie-Française, iniziando così la sua lunghissima e leggendaria carriera teatrale.

LE PRIME SFIDE E L’ASCESA VERSO IL SUCCESSO

La strada verso il successo non fu esente da ostacoli per Sarah. Tuttavia, grazie al suo talento innegabile e l’aiuto di personalità influenti, riuscì a guadagnarsi una posizione di prestigio nel mondo teatrale parigino.
La sua carriera subì una svolta decisiva nel 1868, quando il suo talento fu riconosciuto in modo inconfutabile con una performance leggendaria in una pièce di Dumas. Da quel momento, la sua carriera iniziò a fiorire, portandola a essere la protagonista di alcune delle opere più impegnative del tempo.

IL LEGAME CON ALPHONSE MUCHA

Il talento di Sarah Bernhardt non solo conquistò il pubblico ma anche il pittore ceco Alphonse Mucha. La loro collaborazione artistica iniziò nel 1895, con la creazione di un manifesto rivoluzionario per la rappresentazione teatrale di ‘Gismonda’.
Questo manifesto non solo catalizzò l’attenzione del pubblico che accorse a vedere l’opera teatrale, ma lanciò anche la carriera di Mucha, che riuscì a sublimare l’immagine di femme fatale di Sarah. Fu l’inizio di una collaborazione che avrebbe visto la creazione di numerose altre opere d’arte, consolidando ulteriormente la reputazione di entrambi nel mondo dell’arte e del teatro.

Un’Eredita Immortale

Sarah Bernhardt non fu solo una diva del suo tempo, ma anche un’icona rivoluzionaria che trascendeva le convenzioni sociali. La sua vita, arricchita e talvolta turbata da una serie di relazioni affettive e professionali, continuò a splendere anche dopo il suo passaggio dal teatro al cinema, dove i suoi ruoli in film come ‘La Tosca’ e ‘La Dame aux Camelias’ lasciarono un segno indelebile.

La sua morte nel 1923 segnò la fine di un’era, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le innumerevoli rappresentazioni sul palco e sullo schermo. Tuttavia è la collaborazione con Alphonse Mucha a rimanere uno dei più brillanti esempi di come l’arte e il teatro possano unirsi, creando qualcosa di veramente magico e intramontabile.

AUTOBIOGRAFIA DI SARAH BERNHARDT

Se vita pubblica di Sarah Bernhardt si intrecciava in maniera indissolubile con il mondo scintillante del teatro è attraverso le sue memorie, rivelate al mondo nel 1898 in Francia e ora disponibili in italiano in una versione completa, che l’attrice svela la sua esistenza privata. Nella sua autobiografia dal titolo “La mia doppia vita” racconta la sua vita eccezionale e descrive la scena artistica e sociale della Parigi di fine Ottocento.

Si tratta di un’autentica narrazione, che spazia dall’infanzia turbolenta, passando per le tournée, fino a raggiungere il successo su scala internazionale, tracciando la traiettoria di una vita decisamente unica. Sarah, con astuzia, utilizza queste memorie come strumento per scolpire una sua immagine meno “divina” e più terrena, in cui le vicissitudini di fortuna, gli incontri fortuiti, i capricci, gli aneddoti, le ribellioni, le raffinatezze, e la passione per l’arte, convergono in una prosa fluida e avvincente, una lunga confessione che oscilla costantemente tra la sincerità e la rappresentazione idealizzata.

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La storia di Sarah Bernhardt e Alphonse Mucha è un viaggio affascinante attraverso l’arte, il dramma e l’immortalità artistica. Una leggenda che continua a ispirare e a farci sognare, ricordandoci la magia inesauribile dell’arte e del teatro.

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