Le Sensibilità percettive nelle opere di Grazia Varisco

Grazia Varisco | Quadri comunicanti

Quadri comunicanti, 2008, quattro elementi in ferro e alluminio, 64 × 49 cm l’uno

LE SENSIBILITÀ PERCETTIVE NELLE OPERE DI GRAZIA VARISCO

Le opere di Grazia Varisco sono fondamentali per lo sviluppo dell’arte cinetica e programmata.
Sin dai suoi esordi, quando l’artista si unisce al Gruppo T a Milano nei primi anni Sessanta, si interessa ai temi della percezione e della sperimentazione.

“Nella mia esperienza il ‘caso’ si insinua, come un groviglio confuso, tra probabilità e dubbio. Il ‘caso’ evita, tenta di schivare il ‘caos’ e sistemarsi nello spazio e nel tempo, ignorando la regola che esige precisione, regolarità, ortogonalità, ordine, sequenza cronologica. Il mio ‘Se…’, dubbioso, si annida nella piega della pagina che per ‘caso’ scompagina la regola che in tipografia e in legatoria ingabbia tutto nella normalità”

Con queste parole Grazia Varisco presenta i contenuti della sua ricerca. In questo post scopriamo le sue opere.

Le opere di Grazia Varisco

Grazia Varisco | Spazio potenziale

Spazio potenziale, 1976, legno, cartoncino nero, chiodi di acciaio, telai in ferro nero e
bianco, 39 × 59 cm

Grazia Varisco è nata a Milano il 5 ottobre 1937.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera nella seconda parte degli anni Cinquanta del Novecento, diventando allieva di Achille Funi.
Gli anni Sessanta segnano l’inizio della sua carriera, caratterizzata da sperimentazioni e legami con gli artisti più importanti di quegli anni.

I Materici (1957-1959) sono i primi lavori degli anni Cinquanta realizzati durante gli studi in Accademia a Brera, come esperienze di reazione al figurativo.
Le Tavole Magnetiche (1959-1962), invece, sono le opere che rappresentano le prime ricerche legate alla formazione del Gruppo T. Si tratta di opere che evidenziano l’attenzione dedicata dall’artista alla rappresentazione dello spazio-tempo e il forte interesse nei confronti degli elementi del caso.

Dal 1960 è attiva nella ricerca artistica come esponente del Gruppo T con Giovanni
Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele Devecchi, partecipa alle
manifestazioni Miriorama, alle mostre di arte programmata e a quelle del movimento
internazionale Nouvelle Tendance, con occasioni di incontro e di scambio con artisti dei
gruppi italiani e stranieri animati da interessi nel campo della percezione e della
sperimentazione.

L’esperienza di Gruppo T si conclude presto ma Grazia Varisco continua la sperimentazione e l’attività espositiva in modo autonomo.
Svolge un’intensa attività di grafica per l’Ufficio Sviluppo della Rinascente, per la
rivista «Abitare» e per la Kartell.
Nel 1969 e nel 1973, in occasione di alcuni soggiorni negli Stati Uniti, incontra e
frequenta artisti e docenti dei Departments of Fine Arts, intrattenendo rapporti che
contribuiscono alla sua formazione.

Sono questi anni caratterizzati da una grande spinta creativa.
Nei Reticoli frangibili, nei Mercuriali, nei Variabili + Quadrionda, realizzati tra il 1965 e il 1971 Grazia Varisco utilizza il vetro industriale e le sue proprietà di rifrazione e deformazione. Le sue opere diventano uno strumento di deformazione della realtà poiché l’immagine si modifica ad ogni movimento dell’osservatore.

Grazia Varisco | opere

Variabile + Quadrionda 130, Scacchiera nera, 1964, legno, vetro industriale, motore
elettrico, 54,5 × 54,5 cm

Le opere di Grazia Varisco degli anni Settanta sono caratterizzate da riflessioni legate al tema del Caso e dell’evento non calcolato come elemento di indagine.
Nelle serie Extrapagine (1973-1986), Spazio potenziale (1974-1976), Meridiana (1974) e Gnomoni (1975-1982) è l’anomalia ad essere protagonista.
L’imprevisto che si scontra con la programmazione e spontaneamente procede verso l’esperienza della tridimensionalità.

Dal 1979 -1980 si impegna nell’attività didattica e dal 1981 al 2007 è titolare della cattedra
di Teoria della percezione all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Partecipa a importanti rassegne nazionali e internazionali tra cui: Quadriennale di Roma, 1965, 1973 e 1999; Trigon di Graz, 1977; Arte italiana 60/82 alla Hayward Gallery di Londra, 1982; Electra al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 1983; Beyond
Geometry al Los Angeles County Museum e al Miami Art Museum, 2004; e molte altre.

Gli anni Ottanta e Novanta vedono le opere di Grazia Varisco diventare sempre più astratte ed essenziali.
Le opere dell’artista ospitano lo spazio senza ingombrarlo, ponendosi come elementi inattesi che invitano il visitatore a riflettere sulla percezione di pieno e vuoto.

Partecipa per ben tre volte alla Biennale di Venezia: nel 1964, 1986 e 2022.
In queste tre diverse occasioni presenta gli Schemi luminosi variabili (1962-1969) in cui l’artista sperimenta materiali completamente estranei alla produzione artistica, quali il metacrilato blu, motorini elettrici e la luce al neon, per creare immagini in variazione continua.

Le ricerche del nuovo millennio vedono le opere di Grazia Varisco esplorare il cambiamento e l’ambiguità della percezione, coinvolgendo lo spettatore in un dialogo continuo tra programmazione e casualità.
Sue opere figurano in musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, fra cui la Collezione Farnesina, la Collezione dell’Accademia di San Luca e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museum of Modern Art di New York, il MAMbo di Bologna, il Centre Georges Pompidou a Parigi, il Museo della Permanente, la Fondazione Prada, le Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento a Milano e molti altri.
Nel 2017 la Triennale di Milano le ha dedicato una mostra-omaggio.

Grazia Varisco | Meridiana

Meridiana 2 (da Meridiana in nove versioni), 1974, legno, collage di cartoncini, porzione
di perimetro mobile in ottone, 50 × 50 cm

LE OPERE DI GRAZIA VARISCO IN MOSTRA

Grazia Varisco, reduce dalla partecipazione alla Biennale di Venezia 2022 nel Padiglione Centrale e da una recente mostra antologica a Palazzo Reale a Milano, presenta una piccola ma preziosa mostra di diciassette opere che coprono l’intero arco della sua carriera, dalla fine degli anni Cinquanta al 2009, in un percorso in cui i singoli lavori costituiscono un corpo unitario, pur conservando ciascuno la propria originalità.

Grazia Varisco. Sensibilità percettive
Fondazione Biscozzi | Rimbaud, piazzetta Baglivi 4, 73100 Lecce
9 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

Orari
Dal martedì alla domenica dalle ore 16 alle 19; l’ultima domenica di ogni mese
dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

 

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