Laocoonte: descrizione e curiosità di un capolavoro

Laocoonte 4 ARTE ANTICA – IL LAOCOONTE

Oggi ti propongo un capolavoro che probabilmente molti conoscono e sicuramente tutti hanno visto almeno una volta in qualche immagine o riproduzione.
Si tratta del Laocoonte, a cui sono legata in modo speciale, perché ricordo benissimo che al Liceo ricevetti il compito di preparare una specie di ricerca sull’opera e che fu l’occasione per capire quanto l’arte fosse importante per me.

In pratica è colpa del Laocoonte se faccio l’Art Blogger 😀

Laocoonte 1

Hagesandros, Athanodoros, Polydoros of Rhodes “Laocoön and his sons/Laocoonte e i suoi figli” (ca. 40-30 b.C.)  marmo, 208 x 163 x 112 cm. Museo Pio Clementino, Musei Vaticani, Città del Vaticano.

QUANDO E DOVE E’ STATO RITROVATO IL LAOCOONTE

A Roma, nei Musei Vaticani, ho potuto vedere il Laocoonte e mi sono emozionata.
La storia di quest’opera è antica ma per noi inizia nel 1506, anno del suo ritrovamento a Roma.
Quando venne trovata questa scultura enorme si capì subito che si trattava di un’opera straordinaria e vennero chiamati gli artisti migliori, presenti a quel tempo a Roma, per studiarla, ammirarla e capire dove potesse essere collocata.
Allo scavo per estrarla dalla terra, all’interno della quale si trovava non si sa da quanto tempo, partecipò Michelangelo Buonarroti in persona.

COSA RAPPRESENTA IL LAOCOONTE

L’opera è perfetta in ogni sua parte anatomica rimasta e racconta una storia.
Si tratta della vicenda di Laocoonte, sacerdote Troiano, che scagliò una lancia contro il Cavallo di Troia per dissuadere i suoi concittadini dall’accettare il “temibile dono”. Insomma un sacerdote che avrebbe cambiato la storia e il fato e per questo punito dagli Dei (avversi) a morire, con i propri due figli Antifane e Timbreo, sotto le spire dei due serpenti Porcete e Caribea.
La storia è narrata da Virgilio nel II libro dell’Eneide, mentre la statua marmorea invece ci viene presentata dagli scritti di Plinio il Vecchio che la vide a casa di Tito, e ne attribuì la paternità a tre scultori della scuola di Rodi, Agesandro, Polidoro e Atanodoro.

La potenza dell’immagine che la scultura rappresenta ha incuriosito molti studiosi:
Laocoonte grida oppure no?
Il suo corpo esprime morte, dolore oppure un sentimento diverso?

Quando preparai quella ricerca al Liceo sul Laooconte la osservai per giorni e arrivai ad una conclusione, che mi convince anche oggi.
Per me invece, Laocoonte non grida affatto. Lui che voleva ribellarsi al destino urlando la verità contro il cavallo, accetta la punizione della sua irriverenza agli dei con rassegnazione. Muore per un sentimento più aulico e giusto, in questo caso per la verità inascoltata.
La pena non sono tanto i serpenti quanto l’onta di non essere creduto e di aver trascinato i suoi figli ad affrontare il suo destino.

E’ un’opera che a distanza di oltre duemila anni possiede ancora una potenza senza paragoni.
Credo veramente che sia la scultura antica che preferisco di più.

DOVE VEDERE IL LAOCOONTE

Il Laocoonte si trova all’interno dei Musei Vaticani.
Dopo il suo ritrovamento si decise di custodirla all’interno del Vaticano e questo diede il via alla riorganizzazione delle raccolte d’arte, dando vita a quello che oggi sono i Musei Vaticani.
In pratica i Musei Vaticani esistono grazie al Laocoonte 🙂

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