Arte e capelli, le mode delle star dagli anni 60 ad oggi

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ARTE E CAPELLI, LE MODE DELLE STAR DAGLI ANNI ’60 AD OGGI

Passeggiando tra le sale di un museo è possibile tracciare una storia dell’umanità attraverso i ritratti di personaggi illustri e sconosciuti che gli artisti hanno reso immortali con le loro opere.
Dalla seconda metà del Novecento però il ritratto non è più stato così importante e allora come faranno le future generazioni a capire come eravamo?
Questo post tenta di tracciare una storia dell’arte dei capelli confrontandola con i grandi cambiamenti avvenuti nel mondo dell’arte, dagli anni ’60 a oggi.

Nello sfogliare delle riviste di moda, spesso ci si accorge che alcuni tagli, colori e acconciature di capelli, ricordano molto quelli degli anni passati. Con il passare del tempo, infatti, proprio come accade per i vestiti, ritornano in auge anche alcuni trend dei capelli.

Vediamo insieme, allora, com’è cambiata l’evoluzione dei tagli e delle acconciature dei capelli nella storia, a partire dagli anni ’60 fino ad oggi, un vero e proprio viaggio virtuale caratterizzato da diversi stili e tendenze.

Arte e capelli, dagli anni 60 ad oggi

Bridget Riley

l’artista Bridget Riley negli anni ’60

Gli anni ’60: a tutto volume

Sono appena terminati gli anni ’50 dove si vedevano solo tagli cortissimi e styling alla maschietto. Ecco perché, con l’inizio del nuovo decennio la moda si fonde con l’arte e si è alla ricerca di acconciature super femminili. L’illusione ottica e l’impressione plastica del movimento sono il campo di ricerca dell’arte in questo periodo ma in fatto di acconciature il protagonista indiscusso degli anni ’60 è senz’altro il volume che vedremo a partire dal classico caschetto che diventa liscio e pieno, fino ad arrivare alle cosiddette acconciature XXL.

Questo decennio è caratterizzato da una serie di acconciature iconiche, come lo chignon spettinato e i capelli cotonati. L’icona moda che ha lanciato questo stile è stata Brigitte Bardot, ma non solo. Sono state diverse le dive di questo decennio che ci hanno regalato styling che sono ancora tutt’oggi fonte di ispirazioni, come le onde di Marilyn Monroe o lo chignon voluminoso che sfoggiava Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany.

Inoltre, a fine decennio abbiamo anche la prima ondata hippy caratterizzata da tagli lunghi e radici super voluminose. Negli anni ’60, poi, c’era un accessorio che proprio non poteva mancare, stiamo parlando della fascia per capelli.

Un vero e proprio must dell’epoca che veniva indossata sui capelli sciolti e gonfi alla radice o su un’acconciatura con frangia e punte rivolte verso l’alto. La fascia era larga, a volte talmente tanto che andava a sfiorare quasi la fronte.
Il gioco di accostare forme e colori nell’arte per creare una sensazione di movimento tridimensionale creò una reazione a catena e contagiò tutti gli ambiti, anche il modo di acconciare i capelli!

Gli anni ’70: tra hippie e look eccentrici

Gli anni ’70 rappresentano ufficialmente l’epoca della messa in piega voluminosa, realizzata con le punte lisce e pettinate verso l’interno con l’aiuto della spazzola tonda. In questo decennio esplose anche il boom del biondo platino, anche grazie al fatto che le tecniche di colorazione divennero più semplici e con prezzi alla portata di tutti.

Icona dell’epoca con capelli lunghi, voluminosi e biondissimi, fu sicuramente Ferrah Fawcett, una delle protagoniste delle Charlie’s Angels. Gli anni ’70, però, furano anche quelli degli hippines che sfoggiavano capelli lunghi, ma liscissimi e arricchiti da diversi accessori, come foulard colorati con stampe e coroncine di fiori.

In netto contrasto con le tendenze del momento fu Jane Birkn: con i suoi capelli castani, mai tinti, liscissimi e con una maxi frangia, è stata considerata come l’icona anticonformista del momento. È stata proprio la sua unicità a renderla speciale, tanto che Hermes decise di dedicarle una borsa, la Birking Bag, ancora oggi molto ambita.

Impossibile, nel campo dell’arte, non ricordare le performance che Marina Abramović, spesso affiancata dal suo compagno Ulay, ha presentato al pubblico come se si trattasse di veri e propri spettacoli, in cui il corpo era parte integrante dell’opera, compresi i capelli.

Ulay | Marina Abramović | Relation in Time

Ulay / Marina Abramović, Relation in Time, 1977. Video (bianco e nero, audio), 74’54”. Performance: 16 ore senza pubblico. Ultima ora in presenza del pubblico. Serie di fotografie realizzate ogni ora. Studio G7, Bologna, Italia © Ulay/ Marina Abramović. Courtesy of the Marina Abramović Archives and LIMA

Gli anni ’80: all’insegna dell’audacia e dell’eccentricità

Gli anni ‘80 rappresentano sono segnati dal desiderio di riscoprire la propria dimensione individuale, dopo gli anni del collettivismo e dei movimenti artistici degli anni ‘70.
Le installazioni, la fotografia, l’uso del video e la street art emergono con una forza sempre maggiore.

Il classico e la semplicità del decennio passato, lasciato spazio all’audacia e all’eccentricità, la voglia di giocare e di scrollarsi di dosso le grandi battaglie per sociali del decennio passato fanno il resto.
I capelli, come l’arte, diventano il teatro delle sperimentazioni, anche piuttosto azzardate, come cotonature esagerate, colori eccentrici e permanenti a spirale realizzate anche sugli uomini.

Per quanto riguarda i tagli di capelli, quelli più in voga erano sicuramente quello corto davanti e lungo dietro, fino alle spalle o alla schiena. Questo taglio noto anche come bi-livello, veniva sfoggiato in maniera indistinta sia dalle donne che dagli uomini.

Un altro taglio tipico dell’epoca era quello cosiddetto angolare, ovvero che sulla parte di dietro scendeva in una V molto netta. La cotonatura, invece, era un must dei tagli corti come il caschetto che all’epoca o arrivava al mento o era asimmetrico, ovvero corto sopra l’orecchio da un lato e lungo fino al mentre dall’altro.

Diverse furono le icone moda di questo periodo, prima fra tutte Jennifer Beals, la protagonista del musical Flash Dance, I suoi look fecero innamorare tutte le ragazzine e le adolescenti dell’epoca, che la imitavano in tutto e per tutto.

Gli anni ’80 segnano la fine di un grande maestro della Pop Art come Andy Warhol ma  rappresentano anche gli esordi di Madonna che divenne un’icona con i suoi miti in pelle, i collant bucati, le t-shirt traforate e un make-up esagerato.

Madonna | ritratto

Madonna icona di stile e arte degli anni 80

Gli anni ’90: tra glamour e colori sgargianti

Dopo gli anni ’80, in cui il valore delle opere d’arte era salito vertiginosamente, si assiste a un’epoca di speculazioni: nel 1991 il mercato dell’arte crolla, moltissime gallerie d’arte chiudono e le quotazioni degli artisti contemporanei si riducono drasticamente.
Inizia un’era di cambiamenti e un grande ripensamento dell’arte contemporanea.

In questo decennio la discrezione non era certo di moda: tra frisè, colori sgargianti e capelli con treccine, si possono definire come anni davvero sbarazzini. Furono molteplici i trend capelli, ma a farla da padrone furono i doppi chignon e capelli tinti color blu accesso.

Ogni ragazzina dell’epoca per ritenersi fashion li sfoggiava senza vergogna. Negli anni ’90 si diffusero anche due nuove tecniche di schiariture con l’obiettivo di conferire maggiore luminosità al viso. Stiamo parlando delle meches e dei colpi di sole.

Per realizzare acconciature alla moda non poteva mancare lo shampoo professionale per capelli come quello che usano i parrucchieri infatti venivano praticamente utilizzati gli stessi attrezzi dei professionisti nei saloni di bellezza. I risultati ottenuti erano gli stessi: le meches erano ciocche di capelli schiarite abbastanza larghe su una base scura; mentre i colpi di sole erano caratterizzati da ciocche molto sottili, tanto da ottenere quasi un effetto tono su tono.

Per quanto riguarda i tagli, invece, ci fu un vero e proprio boom dei tagli corti, anche grazie a una delle protagoniste del telefilm Friends, Rachel Green, molto in voga in quel periodo. Non a caso la sua acconciatura venne eletta come la migliore dell’anno.
Nell’arte sono gli anni degli squali sezionati di Damien Hirst e delle opere irriverenti di Maurizio Cattelan. Arte e gioco, divertimento ma anche riflessione su un secolo che volgeva al termine!

In questo decennio, però, fu molto di moda il taglio scalato e sbarazzino, anche perché stava bene praticamente a tutte. Tra i must have del periodo non si può non citare il look effetto bagnato e le treccine. Tra gli accessori per capelli, invece, erano molto diffuse le fasce larghe e gli elastici rivestiti in stoffa, gli scrunchies. Proprio quest’ultimi sono ritornati in voga negli ultimi anni.

Damien Hirst

Damien Hirst

Dall’inizio del nuovo millennio ad oggi

Con l’inizio del XXI secolo l’arte cerca una nuova strada da percorrere.
La street art dalle strade arriva nelle gallerie e Banksy s’inventa un modo di fare arte lontano dal sistema dell’arte e dai riflettori, mentre nascono i social network che avverano la profezia di Andy Warhol: “Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti”.

Con l’arrivo del nuovo millennio si ritorna alla sobrietà e si dice finalmente addio al volume extra e alla cotonatura. I look ritornano più sobri e super femminili.

Diverse celebrità ritornano al capello corto e super sfilato come Victoria Beckam, Sharon Stone, Sienne Miller e Natalie Imbruglia. Le schiariture si modificano e le meshes e i colpi di sole vengono sostituite dallo shatush e dallo bayalage, delle tecniche più innovative.

Negli ultimi anni, poi, sono state accantonate anche le schiariture e il balayage e si è ritornati ai colori scuri, ma dall’effetto glossy. I toni scuri fanno tornare di tendenza il naturale, anche durante le stagioni più calde.

Banksy | Girl with blue bird

Banksy, Girl with blue bird

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