5 cose da sapere sulle opere di Giosetta Fioroni e una mostra da vedere

img Giosetta Fioroni opera

5 COSE DA SAPERE SULLE OPERE DI GIOSETTA FIORONI E UNA MOSTRA DA VEDERE

Nelle opere di Giosetta Fioroni ci sono le donne, l’eleganza, la sensualità, gli sguardi, la moda e tutto un mondo interiore fatto di memorie, rimandi infantili, spunti fiabeschi ed elementi privati.

Nata a Roma negli anni Trenta del Novecento e figlia di artisti, Giosetta Fioroni guarda costantemente alla stagione dell’infanzia nel suo percorso artistico:

“In tutto il mio lavoro c’è una specie di matrice comune che è l’infanzia, un’infanzia particolare, vissuta tra elementi molto legati alla visionarietà. […] Tutto questo ha avuto un ruolo importante nella scelta di certe cose, di certe inquadrature, […] di certi modi di immaginare lo spazio. Uno spazio sempre così lontano, come accade su un palcoscenico”.

Le opere di Giosetta Fioroni

img opere Giosetta Fioroni

1. GLI ESORDI DI GIOSETTA FIORONI

La carriera di Giosetta Fioroni inizia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove è allieva di Toti Scialoja, un pittore e poeta italiano che influenza notevolmente la sua formazione, le cui lezioni sono per lei “una vera e propria iniziazione “erotica” all’espressività.

Inizialmente comincia a dipingere nello stile di Scialoja che preparava il colore a parte, aggiungendo Vinavil per poi gettarlo su grandi tele grezze, coinvolgendo tutto il corpo nella pittura. Dopo pochi quadri con questo stile, sente che questo lavoro non è davvero suo:

“L’elemento puramente materico, senza figurazione, che era alla base della pittura di Scialoja, non corrispondeva più alle esigenze della mia generazione”.

2. GIOSETTA FIORONI A PARIGI

Alla fine degli anni Cinquanta Giosetta Fioroni si trasferisce a Parigi dove frequenta le cinémathèque e si appassiona al cinema d’avanguardia francese e americano. È proprio il bianco e nero cinematografico all’origine dell’uso costante dell’argento, firma principale dell’artista.
Sin dagli esordi, i quadri d’argento risentono dell’influsso di Yves Klein, osservato durante gli anni parigini:

L’uso dell’argento viene proprio da una specie di stretto colloquio con la fotografia, col cinema. Già quando facevo i quadri informali mi ero fissata sull’argento, sull’oro, sul rame, sui materiali che avevano la doppiezza un po’ dello specchio, che avevano questo naturale senso di astrazione, allusività, molteplicità di valenze visive, a seconda di come li si guardava, di come prendevano la luce”.

3. IL RITORNO A ROMA

Rientrata a Roma nel 1963, Giosetta Fioroni diviene la voce femminile dell’esperienza artistica della Scuola di Piazza del Popolo, accanto a Mario Schifano, Renato Mambor, Tano Festa, Pino Pascali e Franco Angeli:

“Cominciavo a frequentare P.za del Popolo e i pittori che avevo conosciuto attraverso Scialoja: Afro, Burri, Perilli, Novelli, Dorazio e poi la galleria LA TARTARUGA di Plinio de Martiis”.

Testimonianza della scuola di Piazza del Popolo sono gli Argenti, tele che hanno come soggetti preferiti le donne, evocate con smalti argento e oro, recanti scritte e simboli sovrapposti. A tal proposito, una costante delle opere della Fioroni è l’elemento della scrittura, ravvisabile dalle prime opere fino a quelle più recenti.

4. COME NASCONO LE OPERE DI GIOSETTA FIORONI

Spesso la partenza per un quadro è una foto o un ritaglio di giornale proiettato su tela.
Si tratta di dettagli attraverso i quali l’artista vuole isolare un momento o un movimento. Ciò che Giosetta Fioroni vuole raccontare è il fascino di un’emozione che si ferma per un’istante, di un’idea, di un sentimento e molti ci hanno visto l’influenza di Andy Warhol.
I soggetti di Giosetta Fioroni sono però molto diversi da quelli del padre della pop art americana: questi ultimi descrivono i grandi simboli del mondo del consumo, quelli dell’artista romana hanno un taglio narrativo più soggettivo:

“Tra le esperienze della Pop art e ciò che faccio io non mi sembra che ci sia niente in comune, anche perché quello è un fatto legato ad un tipo di società americana. Personalmente mi ha influenzato di più un certo tipo di letteratura, un certo tipo proprio di sequenza e di apparizioni”.

A metà anni Sessanta si dedica ad un gruppo di quadri ispirati ad immagini note della pittura italiana, tra cui Botticelli, Giorgione, Piero di Cosimo, Simone Martini, Carpaccio e altri.
Il tema della Venere di Botticelli è ripreso anche in opere più recenti come la “Venere” (2014) assieme ad altre della medesima serie, una tecnica mista su carta in cui l’eterea sagoma rinascimentale, messa in risalto dal fluorescente connubio dell’arancione e del viola, è circondata da cuori pop.

Nel 1964 la Fioroni è tra i protagonisti della Biennale di Venezia, dove conosce Cy Twombly. Nel 1993 partecipa nuovamente alla Biennale con una mostra personale e nello stesso periodo realizza importanti cicli scultorei in ceramica.

5. LE OPERE DI GIOSETTA FIORONI IN MOSTRA

Presso la Casa Museo Stephanus di Termoli, storica Dimora ed ex sede del Palazzo Vescovile, dal 1° al 30 settembre 2022 sarà possibile ammirare una corposa ed inedita mostra dedicata a Giosetta Fioroni.

Giosetta Fioroni
Mostra personale a cura di Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei
Termoli, Casa Museo Stephanus – Piazza Duomo
1 – 30 settembre 2022

img Giosetta Fioroni opere

La personale, curata da Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei, comprende un corpus di circa trenta opere della celebre artista romana che, attraverso un’arte giocosa e leggiadra, ha saputo raccontare le donne, l’eleganza, la sensualità, gli sguardi, la moda e tutto un mondo interiore particolareggiato fatto di memorie, rimandi infantili, spunti fiabeschi ed elementi privati.

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2 thoughts on “5 cose da sapere sulle opere di Giosetta Fioroni e una mostra da vedere

    • Credo che l’istituzione più appropriata sia la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni, che si occupa di tutelare l’eredità intellettuale e artistica dei due artisti. La sede è a Roma.

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