IL SEICENTO.
In collaborazione con St-ART.

Frans Hals (1580 – 1666), “The lute player/Il suonatore di liuto” (1623 – 1624) – oil on canvas, cm 70×62.  Musée du Louvre, Paris.

Benché a torto assai meno noto dei suoi colleghi Rembrandt e Vermeer, Hals è stato uno dei più strepitosi pittori del secolo aureo olandese, oltre che uno dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi.

Cantore della ricca borghesia di Haarlem dalla quale era particolarmente ricercato, Hals dedicò alcuni suoi ritratti a soggetti di estrazione sociale meno altolocata, rappresentando in alcuni suoi dipinti ignoti personaggi, spesso calati in contesti triviali come osterie e taverne, in un’atmosfera ben lungi dall’ufficialità del ritratto borghese.
Il ‘Suonatore di liuto’ ripropone un modello di tipica derivazione italiana, introdotto nell’arte olandese per la prima volta da Dirck van Baburen, che cita pressoché testualmente la tela con soggetto analogo di Caravaggio. Hals, tuttavia, infonde al modello una vitalità nuova, collocando il giovane frontalmente e conferendogli un’espressione trasognata, con lo sguardo rivolto fuori campo, molto diversa da quella dei due musicisti del Merisi e di Baburen, còlti con la bocca aperta nell’atto di spiegare la voce al canto.
La pennellata fluida, a tratti sfaldata, fatta di pennellate veloci, volutamente sommarie eppure di una precisione e di una puntualità ineccepibili conferiscono a questo capolavoro un eccezionale dinamismo: la veste da giullare appena abbozzata, la rosa e la cassa armonica dello strumento resi con pochissimi tocchi, l’attenta fisiognomica del volto mostrano tutti gli elementi più tipici della tecnica di questo artista formidabile, un ‘mos pingendi’ che tanto avrebbe suscitato l’ammirazione degli impressionisti a secoli di distanza.

(Daniele)