I ritratti e le foto di Richard Avedon, fotografo di moda

Richard Avedon | autoritratto

Richard Avedon, Self-portrait, Provo, Utah, August 20, 1980 © The Richard Avedon Foundation

I RITRATTI E LE FOTO DI RICHARD AVEDON, FOTOGRAFO DI MODA

I ritratti e le foto di Richard Avedon sono tra le immagini più innovative del XX secolo.
Non solo Avedon ha rivoluzionato il modo di fotografare le modelle, trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set, mostrando anche il loro lato umano, ma i suoi sorprendenti ritratti di celebrità, in bianco e nero e spesso di grande formato, sono stati i primi scatti capaci di rivelare il lato psicologico più interiore della persona ritratta.

Per questo Richard Avedon è uno dei maestri indiscussi della fotografia del Novecento, che ha realizzato foto che hanno fatto storia e hanno quella capacità, che solo i capolavori hanno, di ispirare in chi osserva il desiderio di creare una storia intorno a quell’immagine, cercando di costruire la trama degli eventi accaduti prima e dopo quello scatto.

Le foto di Richard Avedon

Richard Avedon | Nastassja Kinski

Richard Avedon, Nastassja Kinski, Los Angeles, California, June 14, 1981 © The Richard Avedon Foundation

Le prime foto di Richard Avedon (quelle precedenti al 1960) sono molto più che semplici rappresentazioni di abiti.
Create per le pagine di riviste femminili come “Harper’s Bazaar” e “Vogue”, testata con cui lavorò fino al 1988, trasportano coloro che guardano in un mondo di glamour e divertimento in cui le donne si muovono con disinvoltura in una vita di svaghi.
Queste immagini cinematografiche incoraggiano chi le guarda a creare una narrazione e a costruire una trama immaginaria.

Alcune delle scene presentano uno sfondo minimalista e pochi dettagli ambientali, mentre altre includono location e diversi “attori”.
In entrambi i casi, Avedon fa sentire chi le guarda, testimoni di una storia fatta di agi e piaceri più articolata, che il pubblico potrebbe anche vivere in prima persona se solo possedesse l’abito giusto.

Lavorando principalmente con una fotocamera di grande formato, riprendeva i suoi soggetti abbastanza da vicino affinché occupassero un’ampia sezione dell’inquadratura, rafforzando nell’osservatore la consapevolezza dello spazio negativo tra la figura e il margine.
L’interazione tra figura e vuoto, tra corpo e spazio, tra forma solida e potere definente del bordo è la chiave della potenza delle sue immagini.

l fascino delle foto di Richard Avedon non è legato solo alla composizione, ma anche al senso di intimità che esse evocano.
Avedon dà vita a ritratti potentemente descrittivi che avvicinano l’osservatore ai soggetti effigiati. La capacità di vedere i dettagli del volto, anche quelli minimi, pone l’osservatore a una distanza generalmente riservata a coniugi, amanti, genitori o figli.
Ad esempio, nella fotografia La scultrice Louise Nevelson, New York, 13 maggio 1975, si può ammirare il taglio cortissimo dell’artista settantacinquenne, il modo in cui i suoi occhi ci scrutano da dietro le ciglia pesantemente ricoperte di mascara, il sottile luccichio del lucidalabbra o le splendide applicazioni sulle maniche del suo soprabito.

I RITRATTI DI RICHARD AVEDON

Per quanto riguarda i ritratti, Avedon è noto per il suo particolare stile, sviluppato a partire dal 1969.
Fra i tratti salienti del suo approccio è da includere l’uso dello sfondo bianco, che gli consentiva di eliminare i potenziali elementi di distrazione di un dato set fotografico per enfatizzare le qualità della posa, dei gesti e dell’espressione. Ne è un esempio la fotografia del 1981 che ritrae Nastassja Kinski, morbidamente distesa sul pavimento e abbracciata da un serpente.

Molte sono le top model con cui Avedon lavorò intensamente e con cui costruì un lavoro intenso e che ha cambiato completamente il modo di fare fotografia di moda.
La preferita era Dovima ma c’erano anche China Machado, Suzy Parker, Jean Shrimpton, Penelope Tree, Twiggy e Veruschka.
Dalla straordinaria affinità che aveva con Dovima, ad esempio, scaturirono immagini spettacolari, come l’iconica Dovima con gli elefanti.
Una serie di immagini raffiguranti Penelope Tree o Jean Shrimpton rivelano, invece, come Avedon sapesse sfruttare le particolari qualità del volto o del corpo di una modella e come potesse trasformare il soggetto attraverso location e abiti diversi in modo da fargli impersonare ruoli e personaggi distinti.

Richard Avedon | Dovima with elephants

Richard Avedon, Dovima with elephants, evening dress by Dior, Cirque d’Hiver, Paris, August 1955 © The Richard Avedon Foundation

Avedon ebbe modo di fotografare molti dei suoi soggetti a distanza di anni. È questo il caso del pittore Jasper Johns nel 1965 e nel 1976, della scrittrice Carson McCullers nel 1956 e nel 1958, del politico George Wallace nel 1963 e nel 1976, del poeta Allen Ginsberg nel 1963 e nel 1970.
Ma il caso più eclatante di relazione fotografica prolungata nel tempo è forse quello che riguarda l’amico Truman Capote.

Avedon fotografò per la prima volta Capote nel 1949. Poi, nel 1959, i due collaborarono al primo libro di Avedon, Observations, una raccolta di ritratti di personaggi celebri, tra cui la cantante lirica Marian Anderson, il pittore Pablo Picasso e lo scienziato marino ed esploratore Jacques Cousteau. Il volume era corredato da un saggio di Capote e da suoi commenti alle fotografie, mentre la grafica era curata da Aleksej Brodovič, il leggendario art director di “Harper’s Bazaar”.
Capote e Avedon lavorarono di nuovo insieme l’anno seguente. Mentre lo scrittore si trovava a Garden City, in Kansas, per la stesura di A sangue freddo, Avedon lo raggiunse in quattro diverse occasioni per fotografare i presunti assassini Perry Smith e Richard “Dick” Hickock, in attesa di giudizio.

In Truman Capote, New York, 10 ottobre 1955, lo scrittore aveva solo trentun anni. L’immagine lo mostra svestito, gli occhi chiusi e le braccia dietro la schiena, il mento rasato. La posa scelta dal fotografo sottolinea la vulnerabilità del giovane, messo a nudo di fronte allo sguardo indagatore e compiaciuto dell’osservatore.
L’ultimo ritratto di Capote, ormai cinquantenne, risale al 1974.
La flessuosa sensualità della foto precedente è ormai scomparsa.
Avedon si focalizza ora sulla testa dello scrittore, che riempie gran parte dell’inquadratura ed è fuori centro.

RICHARD AVEDON E VERSACE

Nel 1980 inizia la collaborazione tra Richard Avedon e Gianni Versace, iniziata con la campagna per la collezione primavera/estate 1980, che segnava l’esordio dello stilista, fino a quella della collezione primavera/estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace.

Le foto di Richard Avedon per Versace descrivono il rapporto unico che si creò tra lo stilista e il fotografo, che portò alla creazione di immagini destinate a diventare senza tempo.
Tra loro accade qualcosa di molto simile a quello che accadde con le fotografie di Oliviero Toscani per Benetton, ovvero riuscirono a creare delle storie che andassero al di là del racconto cui erano in origine destinate, legato alla stagionalità della moda, per rivoluzionare la storia della fotografia.

Grazie al suo sguardo, Avedon è stato uno dei pochi fotografi a interpretare l’avanguardia di Gianni Versace, illustrando lo stile e l’eleganza dello stilista italiano, nonché la radicalità della sua moda.
Richard Avedon con le sue foto esalta le figure rendendole assolute e facendo esplodere le coreografie dei corpi di alcune delle top model più celebrate dell’epoca, in movimenti convulsi, sincopati, che mettono in evidenza la forma e la materialità degli abiti che indossano.
Da questo punto di vista, la campagna per la collezione primavera/estate 1993, che vede protagoniste Linda Evangelista, Christy Turlington, Kate Moss, Aya Thorgren, Shalom Harlow, fu innovativa e sconvolgente.

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