Chi era Boccioni prima del Futurismo: una mostra alla Fondazione Magnani-Rocca

Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela.

Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela.

La Fondazione Magnani-Rocca presenta una straordinaria esposizione dedicata a Umberto Boccioni, dal 9 settembre al 10 dicembre 2023 presso la la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, vicino a Parma. Curata da Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi e Stefano Roffi, la mostra include oltre cento opere, tra cui spiccano alcuni dei capolavori dell’artista.

L’attenzione della mostra si focalizza sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della sua formazione, esplorando i diversi momenti del suo percorso artistico, dalla sua prima esperienza a Roma nel 1899 fino ai risultati pittorici che precedettero il Boccioni del Futurismo (1910). Si tratta di un decennio cruciale che rappresenta un periodo in cui Boccioni sperimenta varie tecniche e stili artistici, alla ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle avanguardie emergenti. La mostra non solo documenta l’eterogeneità della produzione di Boccioni, ma cerca anche di ricostruire i contesti artistici e culturali in cui l’artista operava.

Una mostra alla Fondazione Magnani-Rocca per scoprire chi era Boccioni prima del Futurismo

Umberto Boccioni, Il romanzo di una cucitrice, 1908, olio su tela.

Umberto Boccioni, Il romanzo di una cucitrice, 1908, olio su tela.

Attraverso questa esposizione, intitolata BOCCIONI 1900-1910. ROMA VENEZIA MILANO, sono illuminati gli sviluppi artistici compresi tra il 1900 e il 1910, offrendo una prospettiva più ampia su un periodo fondamentale per l’attività di Boccioni e permettendo di comprendere meglio l’evoluzione della sua ricerca artistica.

BOCCIONI A ROMA, VENEZIA MILANO

La mostra si suddivide in tre sezioni geografiche, corrispondenti alle tre città che hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dell’artista: Roma, Venezia e Milano.

Lo studio delle fonti, compresi i diari e la corrispondenza di Boccioni fino al 1910, insieme a recenti ricerche, hanno fornito nuovi elementi per comprendere questa fase della sua carriera. L’obiettivo di questa mostra, a differenza di molte retrospettive che enfatizzano il passaggio dal divisionismo al futurismo, è di seguire il percorso formativo di Boccioni al di fuori di una logica deterministica legata alla sua adesione al futurismo. L’obiettivo è invece di cogliere la definizione di un linguaggio e di una posizione estetica in relazione alle contemporanee ricerche artistiche che stavano prendendo forma e che caratterizzavano i contesti con cui l’artista era in contatto.

Umberto Boccioni, La signora Virginia, 1905, olio su tela. Museo del Novecento, Milano.

Umberto Boccioni, La signora Virginia, 1905, olio su tela. Museo del Novecento, Milano.

BOCCIONI A ROMA

Durante gli anni del suo soggiorno a Roma, Giacomo Balla introdusse il giovane Boccioni alla tecnica del divisionismo, anche se, come ricordato dal compagno Gino Severini nelle sue memorie, non gli insegnò le regole fondamentali e scientifiche ad essa associate.
In quel periodo è documentata anche la produzione “commerciale” di Boccioni e non solo si avvicinò progressivamente alla pittura, ma anche all’illustrazione commerciale, la réclame, che considerava un’opera d’arte perfetta e “straordinaria espressione moderna”.

Boccioni organizza inoltre in quel periodo la “Mostra dei rifiutati”, nel foyer del Teatro Costanzi. Questa mostra era stata ideata per consentire agli oppositori delle tendenze ufficiali di esporre le proprie opere.

Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta. Galleria dello Scudo, Verona.

Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta. Galleria dello Scudo, Verona.

BOCCIONI A VENEZIA

Il secondo elemento chiave nella formazione di Boccioni è rappresentato dai suoi soggiorni a Padova e dal suo ultimo soggiorno a Venezia, coincidente con la Biennale del 1907.
Qui avviene la sua evoluzione pittorica e cambia la sua posizione estetica rispetto a ciò che ha l’opportunità di osservare e conoscere a Venezia.
Boccioni mette in pratica ciò che ha appreso a Parigi e cerca di vedere Venezia con tutti i suoi capolavori, commentandoli nelle sue riflessioni le opere dei grandi maestri e delle opere esposte alla Biennale. Questo fornisce una testimonianza importante che consente di comprendere appieno le inclinazioni e le preferenze estetiche di Boccioni nei confronti di un’arte che porta “un’impronta nobilissima di aspirazione a una bellezza ideale”, come scrisse.

Un altro aspetto rilevante del periodo veneziano riguarda l’avvicinamento di Boccioni al mondo dell’incisione sotto la guida di Alessandro Zezzos. Durante il soggiorno a Venezia Boccioni realizza opere grafiche che non abbandonerà di eseguire neppure a Milano.

Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela.

Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela.

BOCCIONI A MILANO

La terza tappa cruciale per lo sviluppo della carriera artistica di Boccioni lo porta a Milano nel settembre del 1907. Durante questa fase l’artista si confronta con gli artisti attivi in città, in particolare Previati, tuttavia Boccioni mantiene la sua ricerca autonoma.
Boccioni frequentava la Famiglia Artistica, un’associazione di artisti che costituì un importante punto di contatto tra l’artista e i futuri aderenti al movimento futurista.

img Boccioni Ritratto di giovane donna

INFORMAZIONI SULLA MOSTRA

Boccioni 1900-1910
Fondazione Magnani-Rocca
A cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi
via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 9 settembre al 10 dicembre 2023.

Orari
Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).
Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso.

Il catalogo Pubblicato da Dario Cimorelli Editore, comprende i saggi dei curatori e contributi scientifici che arricchiscono il volume in modo da renderlo non solo una testimonianza delle opere in mostra, tutte illustrate a colori, ma anche un valido strumento e un aggiornamento sugli studi boccioniani.

 

 

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