La Velata di Raffaello: chi era la donna ritratta e dove si trova

Raffaello Sanzio | La Velata

LA VELATA DI RAFFAELLO: CHI ERA LA DONNA AMATA DA RAFFAELLO E DOVE VEDERE L’OPERA

Chi era la Velata di Raffaello e perchè viene ritratta?
E’ vero che si tratta della donna di cui l’artista era innamorato follemente?
Le ipotesi sull’identità della Velata di Raffaello sono tante ma una è quella considerata più vicina al vero.

In questo post trovi la descrizione dell’opera e ti racconto ciò che fino ad ora sappiamo su questo ritratto, che ti consiglio però di andare ad ammirare nel museo che oggi la custodisce.

La Velata di Raffaello

La Velata | Raffaello

La Velata di Raffaello, dettaglio.

CHI ERA LA VELATA DI RAFFAELLO

La donna velata e dipinta da Raffaello Sanzio, tra il 1515 e il 1516, è uno dei ritratti più belli che l’artista abbia mai realizzato.
Sull’identità di questa donna sono state fatte molte ipotesi ma molti sostengono si tratti de la Fornarina, una ragazza che Raffaello amò molto, secondo molti racconti, e che fu la modella per tanti dei suoi capolavori.

La convinzione che si tratti di Margherita Luti, detta la Fornarina perchè figlia di un fornaio romano di Trastevere, si basa sul fatto che Giorgio Vasari racconta, nella biografia di Raffaello, che l’artista fece un ritratto bellissimo di una donna che amava molto e che, questo ritratto, era di proprietà del mercante di Firenze Matteo Botti.
La Velata, in effetti, entrò a far parte delle collezioni medicee nel 1619 in seguito all’eredità di un componente della famiglia Botti.
Quindi, è quasi certo che il ritratto a cui si riferiva Vasari sia quello de la Velata di Raffaello.

DOVE VEDERE LA VELATA DI RAFFAELLO

La Velata di Raffaello si trova, dunque, a Firenze ed è possibile ammirarla all’interno della Galleria Palatina di Palazzo Pitti. 
Il ritratto fu realizzato a Roma, probabilmente appena dopo il suo trasferimento da Firenze, nel 1512. In realtà però, appena terminata, l’opera arrivò a Firenze per entrare a far parte della collezione di Matteo Botti.

DESCRIZIONE DELLA VELATA DI RAFFAELLO

La Velata di Raffaello è una donna elegante, che indossa un abito di seta molto elaborato e  impreziosito da ricami d’oro.
Il titolo dell’opera deriva dal fatto che il capo della donna è coperto da un velo, forse in tessuto di lino.

Il volto della ragazza è realistico e i dettagli, anche del suo abbigliamento, dimostrano una cura particolare nella realizzazione del dipinto. In particolare, chi osserva la Velata è colpito dalle pieghe e dai giochi di luce del tessuto della manica sinistra.
Un accorgimento che contribuisce a rendere meno rigida tutta la composizione.

Se il termine Velata, che dà il titolo all’opera, si riferisce al velo che ricopre la testa della ragazza ritratta, non sappiamo perchè Raffaello scelse di usare questo elemento particolare. Infatti, a un primo sguardo, si potrebbe pensare che la giovane rappresenti la Vergine Maria.
Tuttavia, il capo velato, nell’arte del Cinquecento era un elemento usato dalle donne sposate e madri.
Forse il committente aveva chiesto a Raffaello di eseguire un ritratto con queste caratteristiche? O forse l’artista aveva semplicemente dipinto l’opera, che poi fu acquistata da un amante dell’arte e del bello?

Sono tante le domande e i misteri che ruotano attorno a quest’opera e che riguardano la vita e le opere di Raffaello, ma forse un giorno potremmo svelarli tutti.

LIBRI CONSIGLIATI SU RAFFAELLO

  • Raffaello. Una vita felice – Raffaello Sanzio intuisce che solo nella Roma libera, felice e sfrenatamente sensuale di Giulio II e Leone X il suo talento potrà essere apprezzato. Vi arriva venticinquenne, la incarna e la seduce diventando nel giro di pochi mesi la stella più brillante del suo firmamento intellettuale.
  • Raffaello segreto. Dal mistero della Fornarina alle stanze vaticane – Raffaello ha vissuto solo trentasette anni. Il talento innato ha guidato le sue mani fin da un’età giovanissima, ma ha giocato un ruolo fondamentale anche il carattere, irrequieto e passionale, curioso e intraprendente: Raffaello non ha paura di confrontarsi con i grandi maestri suoi contemporanei, e impara da Perugino, s’ispira a Leonardo, guarda con attenzione le opere di Michelangelo.

 

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