Il Diritto di Fotografare l’Arte: il caso di Guernica di Picasso al Museo Reina Sofía

img Guernica Picasso Reina Sofia

Te lo ricordi quando, ancora nei primi anni del nuovo millennio, non si poteva fotografare l’arte all’interno dei musei? Sembrano passati secoli perchè nel frattempo il mondo è cambiato così tanto e così velocemente che ora diamo per scontato che davanti a un’opera d’arte sia possibili fare una foto per immortalare la bellezza e l’emozione che ci trasmette.

Recentemente, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, meglio noto come Reina Sofía, ha scardinato questa regola, che molti ormai considerano un diritto, impedendo ai visitatori di fotografare la sua opera più importante.
Ecco perchè.

Il Diritto di Fotografare l’Arte: il caso di Guernica di Picasso al Museo Reina Sofía

gioconda-Louvre

La famosa opera Guernica di Pablo Picasso narra il tragico bombardamento, avvenuto nel 1937, della città basca di Guernica, durante la Guerra Civile Spagnola.
Si tratta dell’opera più famosa del museo Reina Sofia e probabilmente la più toccante di tutta la produzione artistica di Picasso.
Il divieto di fotografarla è stata una mossa, come dichiarato da un portavoce del museo, volta ad arricchire l’esperienza visiva dell’opera, rendendola più accessibile al pubblico, in sintonia con quanto già praticato in altre istituzioni museali.

Questa novità ha innescato un interessante dibattito sul diritto di fotografare l’arte concesso ai visitatori all’interno dei musei, una pratica che nel corso degli anni ha trovato sia sostenitori che detrattori.

UN CAMBIO DI PROSPETTIVA

La decisione del museo Reina Sofía ha riacceso riflessioni sul significato di scattare foto nei musei, mettendo in discussione l’atteggiamento di alcune istituzioni che perseverano nel vietarle, una posizione ritenuta da alcuni anacronistica.
In un’era dominata dalla diffusione degli smartphone e dei social media, il divieto di fotografare l’arte pare sempre più antiquato. Infatti, se in passato si temeva che fotografare le opere avrebbe disincentivato le visite fisiche nei musei, timore che si è rivelato infondato con il passare del tempo, attualmente molti musei, ad esempio il Louvre a Parigi, non solo permettono che i visitatori scattino fotografie, ma invitano a condividerle sui social e addirittura offrono la possibilità di fare anche tour virtuali, senza recarsi materialmente al museo e senza che ciò abbia determinato un calo delle visite reali.

Se ti interessa il tema del rapporto tra musei e social media, ti consiglio di leggere il post dove trovi i 5 musei che comunicano bene sui social media.

FOTOGRAFIA E COPYRIGHT: UN DILEMMA MODERNO

Nonostante la crescente apertura, il divieto di fotografare l’arte persiste in alcune istituzioni private, gallerie o mostre temporanee, spesso per motivi legati al copyright.
La questione della riproduzione e rivendita online delle immagini rappresenta una preoccupazione reale. Tuttavia, se ci sono ancora dei musei che hanno mantenuto il divieto di fare foto, lo hanno fatto principalmente per ragioni di sicurezza, come nel caso del Reina Sofía, che desidera proteggere e valorizzare “Guernica” da eventuali danni causati da flash fotografici o contatti fisici indesiderati e impedisce una sosta troppo lunga davanti all’opera, impedendo ai tanti visitatori di ammirare il capolavoro di Picasso con serenità.

L’INTERAZIONE DIGITALE: UN’ESPLORAZIONE CONTEMPORANEA

Il comportamento dei visitatori nei confronti della fotografia ha anche risvolti socio-culturali profondi. L’atto di fotografare, specialmente in luoghi affollati come il Louvre di fronte alla Gioconda di Leonardo Da Vinci, può talvolta sembrare una riduzione dell’opera d’arte a mero oggetto di ostentazione sui social media, secondo alcuni critici. Questa pratica, argomentano, può distogliere dal vero significato ed emozione che l’arte vuole trasmettere, contribuendo a una sorta di “morte simbolica” dei musei.

D’altro canto, il desiderio di catturare l’arte attraverso una fotografia non è necessariamente in conflitto con la contemplazione profonda dell’opera. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che l’atto di scattare foto può intensificare il nostro coinvolgimento, aiutandoci a ricordare dettagli specifici dell’opera.
Una rappresentazione che, secondo il critico d’arte Tom Emery, trasforma l’opera in qualcosa di personale, offrendo un senso di appartenenza che va oltre la mera osservazione. Senza contare che molti non possono, per ragioni economiche, politiche o fisiche recarsi personalmente in molti musei e l’unico modo per ammirare alcuni grandi capolavori dell’arte è sfruttare la diffusione resa possibile da molti utenti sui social.

Se ti piace ad esempio seguire i musei sui social ti suggerisco di dare un’occhiata ai migliori musei d’arte da seguire su Instagram e selezionare i tuoi profili preferiti.

img social media museo

La riflessione sul concetto di museo si intreccia strettamente con la democratizzazione dell’accesso all’arte, un ideale che risale alla Rivoluzione Francese e che ha trovato espressione nella creazione del Museo del Louvre.
L’opportunità di fotografare le opere d’arte rappresenta, forse, una moderna estensione di questo ideale democratico, permettendo a ciascuno di noi di personalizzare la propria esperienza museale e di condividerla con il mondo.

Nel grande dibattito tra la conservazione della sacralità dell’arte e la sua democratizzazione attraverso la fotografia, emerge l’essenziale necessità di trovare un equilibrio che onori sia l’integrità dell’arte che il desiderio umano di condividere e celebrare la bellezza.

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