Scandalo al British Museum: la perdita di credibilità di un museo

British Museum | musei Londra

Potevi immaginare che un museo prestigioso come il British Museum potesse essere teatro di uno scandalo senza precedenti?
Un grave scandalo al British Museum di Londra ha messo in dubbio l’autorevolezza e la sicurezza di uno dei più importanti musei del mondo, un’istituzione che gode di un’enorme stima internazionale e ospita una collezione di oltre 8 milioni di opere d’arte e reperti storici. Uno scandalo che si aggiunge ad alte spinose questioni legate alle sue collezioni e alla pretesa di alcuni stati esteri di veder restituite le opere sottratte molti decenni or sono.

Scandalo al British Museum: la perdita di credibilità di un museo

Great Court | British Museum

British Museum, Great Court. Image source: Wikipedia

Il British Museum sta vivendo un periodo oscuro della sua esistenza.
Peter Higgs, il curatore responsabile delle antichità greche e romane del museo, si è dimesso ed è sospettato del furto di quasi duemila oggetti archeologici dai depositi del museo e della loro successiva rivendita su eBay. Come se non bastasse, lo scandalo al British Museum giunge in un momento particolarmente delicato poiché, da tanto tempo, la direzione del museo è criticata per la sua riluttanza a restituire le opere d’arte acquisite durante il periodo coloniale. Tra questi i fregi del Partenone.

Quali sono, dunque, le implicazioni di questa crisi per il futuro del museo e della sua reputazione? 

LA MACCHIA SULLA CREDIBILITÀ DI UN GIGANTE CULTURALE

Tra i musei da visitare a Londra, una tappa obbligata è proprio il British Museum, uno dei musei più prestigiosi del pianeta che ora è nel pieno di una crisi che sta minando seriamente la sua reputazione.
Peter Higgs, responsabile delle antichità greche e romane all’interno del museo, è accusato di aver sottratto e poi rivenduto su eBay quasi 2.000 reperti storici. Gli oggetti, che vanno da gioielli d’oro a pietre semipreziose e manufatti in vetro, risalgono a periodi che spaziano dal 1500 a.C. all’Ottocento.

Durante l’estate 2023, le dimissioni inaspettate di Hartwig Fischer, direttore del British Museum dal 2016, avevano confermato molti sospetti che circolavano da tempo. Due settimane dopo, infatti, il museo ha rilasciato un comunicato ufficiale ammettendo che molti oggetti erano andati perduti o erano stati rubati.
Un resoconto del Telegraph ha rivelato che il museo era a conoscenza di questi furti già dal 2021, gettando ulteriori ombre sulla gestione del museo e portando alle dimissioni di Fischer.

Nel febbraio 2021, Ittai Gradel, un commerciante danese, aveva già segnalato il problema. Dopo aver acquistato alcuni oggetti su eBay, Gradel aveva contattato più volte il museo affermando di sospettare di aver acquistato online alcune opere del British Museum.
Per mesi Gradel ha scritto, alla direzione del Museo, di essersi accorto di aver acquistato, nel corso degli anni, 70 gioielli che sembravano provenire dal museo. Tutti gli oggetti erano stati venduti dalla stessa persona: un certo Paul Higgins a cui però era collegato un conto PayPal intestato a Peter Higgs.
Nonostante ciò, le indagini interne non avevano portato a nulla.

Non è insolito che in un grande museo alcuni oggetti possano essere facilmente sottratti, soprattutto considerando che solo una frazione dei circa 8 milioni di pezzi è esposta al pubblico. Tuttavia, il numero e la durata dei furti fanno dello scandalo al British Museum un caso senza precedenti. Aggravato anche da tagli ai fondi statali nel corso degli ultimi 15 anni, che ha portato a un rallentamento nella catalogazione delle collezioni e che ci autorizza a pensare che forse molti degli oggetti sottratti non verranno mai ritrovati perché non sono mai stati catalogati.

LA GESTIONE DELLE COLLEZIONI DI UN GRANDE MUSEO

Lo scandalo al British Museum scuote la reputazione del museo, già compromessa da accuse riguardanti la sua riluttanza a restituire opere d’arte acquisite durante il colonialismo. In mezzo a una campagna di raccolta fondi per importanti progetti di restauro, questo scandalo non potrebbe arrivare in un momento peggiore.

Negli ultimi anni i più importanti musei del mondo sono al centro di un grande dibattito sull’opportunità di restituire le opere che furono saccheggiate durante il colonialismo. Se alcuni musei europei e americani hanno iniziato a restituirne alcune, il British Museum, la cui collezione è stata composta in larga parte in questo modo, è uno di quei musei che si oppongono a questa possibilità, appellandosi al British Museum Act del 1963, che vieta la restituzione di un’opera a meno che non si tratti di un duplicato, che sia danneggiata o non più di interesse pubblico. La discussione più famosa riguarda i marmi del Partenone, arrivati in Inghilterra dopo che furono staccati dal tempio sull’Acropoli di Atene.

British Museum interior

British Museum. Image source: giftsitter.com

In un mondo in cui la fiducia nelle istituzioni culturali è già in bilico, lo scandalo al British Museum solleva interrogativi urgenti non solo sulla gestione del museo stesso, ma anche sul ruolo che queste grandi istituzioni culturali svolgono nella nostra società globale. Questa è una storia che avrà ancora degli sviluppi e che vale la pena di seguire.

Se vuoi saperne di più sulle ricche collezioni del museo, visita la pagina dedicata al “British Museum Londra: le collezioni del Vicino Oriente Antico“.

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