Tondo Doni di Michelangelo: dove si trova e cosa rappresenta

Tondo Doni | Michelangelo Buonarroti

TONDO DONI DI MICHELANGELO: DOVE SI TROVA E COSA RAPPRESENTA

Vedere per la prima volta il Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti è stato emozionante per me.
Mi trovavo agli Uffizi di Firenze per la classica gita scolastica del Liceo e mi aggiravo tra le sale del museo curiosa di scoprire quei capolavori che fino ad allora avevo visto solo sui libri di storia dell’arte. Quando me lo sono ritrovato davanti ho capito che l‘arte va vissuta in prima persona. Bisogna chiudere i libri e partire per andare a vederla lì dove è possibile ammirarla!

Dopo un primo momento di meraviglia ho voluto sapere tutto su questo capolavoro e, dopo aver scritto il post sul David di Michelangelo, era ora che vi parlassi anche del dipinto più incredibile di Buonarroti.

Dove si trova e cosa rappresenta il Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti

Tondo Doni | Michelangelo

Il Tondo Doni nel nuovo allestimento della Galleria degli Uffizi.

Dopo aver realizzato la scultura del David un nuovo capolavoro esce dalla mente e dalle mani di Michelangelo, ma questa volta si tratta di un dipinto: il Tondo Doni.
L’opera era stata commissionata da Agnolo Doni, che voleva una rappresentazione della Sacra Famiglia.

TONDO DONI MICHELANGELO: COSA RAPPRESENTA

Non si conosce esattamente cosa dovesse celebrare il dipinto, se il matrimonio di Agnolo Doni con Maddalena Strozzi, il cui stemma appare sulla cornice, oppure la nascita della loro figlia Maria nel 1507.
Michelangelo, comunque, realizza una Sacra Famiglia in cui le figure sembrano sculture, i colori sono sgargianti e dove la torsione dei corpi sarà di ispirazione alle future generazioni di artisti, fino ai giorni nostri.
L’importanza e la bellezza di questo dipinto consistono nella composizione studiata da Michelangelo, che pone al centro Maria, Giuseppe e Gesù Bambino come se fosse un gruppo scultoreo. Mentre alle loro spalle è visibile San Giovannino, e sullo sfondo le figure di giovani nudi che anticipano le sculture dei Prigioni per il mausoleo di Giulio II.
Per Michelangelo la migliore pittura è quella che si avvicina alla scultura, su questo non ci sono dubbi!

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TONDO DONI MICHELANGELO: CURIOSITA’

Voi sapete, però, che a me piacciono le storie che raccontano le opere e il Tondo Doni di Michelangelo ne ha una meravigliosa, che vale la pena conoscere.
Quando l’opera fu terminata Michelangelo la consegnò ad Agnolo Doni, che non volle pagare la somma pattuita.
Diciamo che voleva uno sconticino 😉
Era un mercante il Doni, era abituato a trattare e pensava di spuntare un prezzo migliore dall’artista. Evidentemente, però, non sapeva chi aveva davanti oppure aveva sottovalutato il carattere fiero e burbero di Michelangelo.
Buonarroti, infatti, prese come un’offesa personale il fatto che il committente non volesse pagare la somma totale.
Si riprese, dunque, il dipinto e se lo riportò a casa, dicendo ad Agnolo Doni che il prezzo era cambiato e avrebbe dovuto pagarlo il doppio per averlo.
Al mercante non restò che pagare e quindi non ottenne lo sconto, ma neppure un buon affare. Dovette pagare la cifra doppia!

Questo è primo caso documentato di un artista che si ribella al committente e pretende non solo il suo compenso, ma si pone su un piano superiore e tratta il mercante come un “cliente”.
Michelangelo fu un grande artista anche in questo e cambiò le regole del mercato.

TONDO DONI MICHELANGELO: DOVE SI TROVA

Il Tondo Doni di Michelangelo è conservato ed esposto presso la Galleria degli Uffizi di Firenze e, oltre ad essere l’unico dipinto su supporto mobile che con assoluta certezza è di Michelangelo Buonarroti, possiede la sua cornice originale e che si ipotizza sia stata intagliata seguendo un disegno realizzato dallo stesso Michelangelo.
Si tratta di una cornice raffinata in cui, tra decorazioni e fogliami, si trovano lo stemma della famiglia Strozzi e le teste di cristo, angeli e profeti.

Michelangelo | Tondo Doni

CHI ERA LA FAMIGLIA DONI

I Doni erano una famiglia di ricchissimi collezionisti e mecenati fiorentini.
Furono tra i protagonisti del mercato dell’arte a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento e solo loro, oltre al Papa, ebbero la possibilità di commissionare opere sia a Raffaello che a Michelangelo Buonarroti.
Il 31 gennaio, dal 2019, la Galleria degli Uffici celebra la “Festa dei Doni”, nella ricorrenza del matrimonio di Agnolo e Maddalena Doni, celebrato nel 1503, per cui Michelangelo dipinse il celebre Tondo Doni con la Sacra Famiglia.

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5 thoughts on “Tondo Doni di Michelangelo: dove si trova e cosa rappresenta

  1. Gentilissima Signora Caterina,
    ho apprezzato molto il Suo modo di “raccontare” questa bellissima storia artistica.
    Ne trarrò spunto per la presentazione che dovrò esporre alla mia Professoressa.
    Grazie ancora sia da parte mia che della mia mamma.
    Cari Saluti
    Viola Angeli

      • Ho appena letto la sua interpretazione. Io credo che il significato del tondo sia ben altro. Rappresenta l’amore familiare fra maschio e femmina creatore di nuova vita in contrapposizione al gruppo di giovani maschi sullo sfondo: i sodomiti alias gli odierni omosessuali. Maria sta tra le gambe aperte di Giuseppe mentre accarezza i genitali del bambino quasi a proteggerli dalla diffusione del peccato di Sodoma contro cui si era scagliato Savonarola e per questo finito sul rogo nel maggio del 1498.

        • Mi sembra un po’ forzata questa lettura anche perchè dà per scontato che Michelangelo ragionasse come un uomo del XXI secolo.
          Michelangelo era profondamente cattolico e non avrebbe mai inserito un concetto del genere in una sacra conversazione e non credo neppure che Agnolo Doni volesse esporre nella sua residenza un’opera con questo significato. All’epoca il committente e l’artista si mettevano preventivamente d’accordo sul tipo di opera da realizzare e anche sul soggetto da rappresentare
          Non dimentichiamo, inoltre, che Michelangelo entrò a fare parte del gruppo degli “spirituali”, un gruppo elitario di riformisti moderati che aspirava alla pace tra i cristiani e al ritorno allo spirito evangelico. Era molto attento al messaggio spirituale delle sue opere e la lettura che proponi presuppone che Michelangelo stesse facendo un atto di denuncia.

          • Come del XXI secolo? Michelangelo era presente alle prediche di Savonarola e dopo quella del 21 settembre 1494 che preannunciava come imminente il castigo di Dio sulla sodomitica Firenze, scappa dalla paura a Venezia. La questione degli spirituali poi è assai più tardiva e più che cattolico Michelangelo era un credente conoscitore della sacra scrittura. Tutte le sue opere, ripeto tutte le sue opere guardano a Savonarola di cui era un devoto seguace. Da venticinque anni studio Michelangelo e non puoi immaginare cosa c’è nella cappella sistina, nella Pietà vaticana e nel Davide!

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