Le 5 opere d’arte più belle dedicate alla Pasqua: tra dolore, luce e rinascita
Pasqua non è solo uova di cioccolato e gite di primavera. È una festa carica di significato, mistero, emozione.
Ed è proprio per questo che l’arte non ha mai smesso di raccontarla, nei secoli, con immagini che commuovono, spiazzano, parlano al cuore anche di chi non è credente.

Cristo morto di Andrea Mantegna
Le 5 opere d’arte più belle dedicate alla Pasqua: tra dolore, luce e rinascita
Ho scelto 5 opere d’arte che parlano di Pasqua — anzi, che la incarnano, nei suoi momenti più profondi: dalla Passione alla Resurrezione, passando per il dolore umano, lo stupore e la luce che rinasce.
Un piccolo viaggio dentro l’arte e dentro di noi.
1. Cristo morto di Andrea Mantegna (circa 1480)
Pinacoteca di Brera, Milano
Un corpo freddo, visto dal basso. I piedi inchiodati, il volto livido, gli occhi chiusi. Ai lati, la Madonna e san Giovanni piangono in silenzio.
Il “Cristo morto” di Mantegna è un pugno allo stomaco: il dolore è reale, fisico, palpabile. Ma è anche un capolavoro di tecnica, con quella prospettiva audace che sembra farci cadere dentro la scena.
Curiosità: pare che Mantegna si sia servito di un cadavere vero come modello per rendere l’opera ancora più realistica. Non è mai stato confermato, ma… guardatelo. Non sembra vivo.
2. La Crocifissione di Matthias Grünewald (1512–1516)
Pala d’Isenheim, Musée Unterlinden, Colmar
Dimenticate le crocifissioni armoniose del Rinascimento italiano. Qui siamo davanti a un Cristo contorto, devastato, coperto di piaghe. Grünewald dipinge il dolore della carne, quello che i malati dell’ospedale accanto — a cui era destinata l’opera — conoscevano bene.
È una delle immagini più intense mai create: una croce che non consola, ma scuote.
Curiosità: la pala è composta da più pannelli mobili, e aprendola si scopre anche una straordinaria scena della Resurrezione, che sembra un’esplosione di luce e colori. Un contrasto fortissimo.

Crocifissione di Matthias Grünewald
3. Noli me tangere di Giotto (circa 1305)
Cappella degli Scrovegni, Padova
Gesù è risorto e si mostra a Maria Maddalena, che si inginocchia, vorrebbe toccarlo, ma lui la ferma: “Non mi trattenere”. In questa scena, Giotto riesce a raccontare l’emozione di un incontro che segna la fine del dolore e l’inizio della speranza.
Il gesto delicato di Cristo, la dolcezza della Maddalena, la luce dell’alba alle spalle… tutto è semplice, eppure potentissimo.
Curiosità: Giotto non è interessato all’effetto teatrale, ma all’umanità. Per questo i suoi personaggi ci sembrano ancora oggi così vicini.

Noli me tangere di Giotto
4. Resurrezione di Piero della Francesca (circa 1465)
Museo Civico, Sansepolcro
Forse la più iconica rappresentazione della Pasqua: Cristo risorto che esce dal sepolcro, solenne, immobile, con lo sguardo che ci fissa. Ai suoi piedi i soldati dormono, ignari del miracolo.
È un’immagine sospesa tra il tempo e l’eternità. E Cristo sembra non solo vivo, ma invincibile.
Curiosità: secondo Aldous Huxley, questo è il più bel dipinto del mondo. E sapete una cosa? Quando Sansepolcro fu bombardata nella Seconda guerra mondiale, un ufficiale britannico fermò l’attacco perché sapeva che qui era custodito questo capolavoro.

Resurrezione di Piero della Francesca
5. Deposizione di Caravaggio (1602–1604)
Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano
Caravaggio non dipinge un Cristo glorioso, ma un corpo senza più vita, sorretto con fatica da Nicodemo e san Giovanni. La Vergine piange, sfinita. Il peso del corpo, la pietra, la notte.
È una scena terrena, quasi teatrale, eppure piena di spiritualità. Il vero miracolo è la luce, che illumina i volti e ci accompagna verso la speranza.
Curiosità: il braccio di Cristo che pende verso il vuoto è un dettaglio che rompe la scena e “invita” lo spettatore a entrare. Come a dire: anche tu sei parte di questo dolore, ma anche di questa resurrezione.

Deposizione di Caravaggio
Pasqua è anche arte
Pasqua è una storia di dolore e rinascita e l’arte, da sempre, ce la racconta come solo lei sa fare: con immagini che parlano al cuore.
Che tu sia credente o no, davanti a queste opere è difficile restare indifferenti. Sono pagine di Vangelo dipinte con una potenza che attraversa i secoli e arriva fino a noi.
Se capiti in una di queste città, andate a vederle dal vivo, ma anche solo rivederle online, oggi, è un modo per fermarsi e riflettere.
Perché la Pasqua, in fondo, è sempre anche un’occasione per ricominciare.
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In questo blog non ti spiego la storia dell’arte, ma racconto le storie di cui parla l’arte