Il disegno come forma d’arte: tracciare l’invisibile, ascoltare il silenzio

23/11/2025
Autore: Caterina Stringhetta
Tag: disegno

Il disegno è il primo gesto. Quello che un bambino fa appena prende in mano una matita, quello che l’artista compie per dare forma a un’idea, quello che ognuno di noi ha fatto almeno una volta senza nemmeno pensarci. Il disegno però non è solo uno strumento per progettare o “abbozzare”, è una forma d’arte autonoma, profondamente intima, che si muove tra istinto e pensiero.

In questo post ti porto con me in un viaggio tra le trame del disegno, antico e contemporaneo, dove il segno diventa linguaggio, silenzio, scrittura e memoria.

Irma Blank Radical Writings

Irma Blank, Radical Writings (Exercitium ABC-1), 1988. Olio e acquerello su cartoncino, 24.8 x 34.8 cm. Courtesy Collezione Ramo, Milano

Il disegno è linguaggio del corpo e dell’anima

Disegnare è come scrivere una lettera senza parole. È mettere su carta un movimento interno, un ritmo, un’emozione.
Nella storia dell’arte, il disegno è spesso stato considerato il “primo passo” verso qualcosa di più finito: un dipinto, una scultura, un’architettura. Tuttavia negli ultimi decenni, artisti e artiste hanno rivendicato la piena autonomia del disegno come gesto artistico totale.

Il disegno di Irma Blank come forma di meditazione

Irma Blank, artista tedesca trapiantata in Italia, ha dedicato la sua intera pratica alla scrittura senza linguaggio, al disegno come traccia del respiro e del tempo.
Le sue opere sembrano pagine fitte di segni, silenzi, righe che non vogliono essere lette ma sentite. Blank ha trasformato il disegno in una scrittura dell’anima, dove il segno è un mantra, una forma di meditazione visiva. Il suo lavoro si collega idealmente anche al tema della scrittura automatica nel Surrealismo, che ha liberato il gesto dal controllo razionale.

Disegnare per ascoltare: l’arte lenta di Katarzyna Wiesiolek

Se Irma Blank scrive senza parole, Katarzyna Wiesiolek disegna per ascoltare il silenzio.
Artista polacca, ma attiva tra la Germania e l’Italia, Wiesiolek ha portato il disegno su un terreno intimo e contemplativo. I suoi lavori sono delicati e profondi, tracciati con una cura che somiglia alla preghiera.

Nelle sue opere il segno è ripetizione, ma mai monotonia: è attenzione.
Disegnare per lei diventa un modo per rallentare, per abitare il tempo, per riconnettersi con l’essenza di sé e con la fragilità del mondo.
Wiesiolek ci insegna che il disegno non serve a “rappresentare” qualcosa, ma a entrare in relazione con ciò che non ha forma: il ricordo, l’assenza, la malinconia.

Quando il disegno è già capolavoro

Anche i grandi maestri del passato ci hanno lasciato disegni che non erano semplici studi preparatori, ma opere d’arte compiute.
Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello: i loro fogli conservano intuizioni folgoranti, anatomie perfette, pensieri visivi che valgono quanto i loro dipinti più celebri.
Il disegno era per loro una forma di pensiero e insieme un esercizio spirituale.

Questa stessa forza si ritrova nei lavori su carta di Luigi Pericle, artista e pensatore del Novecento riscoperto solo di recente, che ha fatto del disegno un mezzo per esplorare l’invisibile e l’interiore.
Le sue opere, dense di simboli e silenzi, ci ricordano che disegnare non significa solo rappresentare, ma anche meditare, cercare, comprendere.

Katazyna Wiesiolek Radical lightings

Katazyna Wiesiolek, Radical lightings, 2025. Pigment on paper, 84 x 70 cm

Perché il disegno ci riguarda tutti

Oggi, il disegno è tornato prepotentemente al centro del dibattito artistico.
Non è più (solo) lo strumento dei maestri per progettare capolavori, ma un linguaggio contemporaneo autonomo, capace di dire l’indicibile. È fragile, accessibile, intimo.
Il disegno richiede poco: una superficie e un gesto, ma in quel poco, c’è un mondo.

Riscoprire il disegno come forma d’arte significa anche riappropriarci di un gesto primario, spesso dimenticato. Ci invita a rallentare, ad ascoltare, a osservare e ci ricorda che non serve gridare per comunicare qualcosa di profondo: basta un segno, se è sincero.

Tra le scritture visive di Irma Blank e i disegni meditativi di Katarzyna Wiesiolek, il disegno si rivela per ciò che è: un atto poetico che attraversa il tempo.
Forse, in un mondo in cui siamo travolti da immagini e parole, tornare al gesto semplice del disegnare è un modo per ritrovare noi stessi

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