Giacomo Balla e il dinamismo di un cane al guinzaglio: quando l’arte corre veloce

27/09/2025
Autore: Caterina Stringhetta

Se ti è mai capitato di scattare una foto in movimento e di ottenere una scia sfocata, forse hai colto, senza saperlo, l’essenza di un’intera rivoluzione artistica.

È proprio lì, in quel gesto semplice e quotidiano, che Giacomo Balla ha trovato l’ispirazione per uno dei quadri più sorprendenti del Futurismo: “Dinamismo di un cane al guinzaglio”, dipinto nel 1912.

Giacomo Balla Dinamismo di un cane al guinzaglio

Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio

Giacomo Balla e il dinamismo di un cane al guinzaglio: quando l’arte corre veloce

Il quadro è di dimensioni contenute (solo 89 × 109 cm), ma sprigiona un’energia straordinaria poichè Giacomo Balla raffigura una scena semplice: una donna che porta a passeggio un cagnolino al guinzaglio. Fin qui, nulla di eccezionale.
Eppure, osservando la tela, è impossibile restare fermi: tutto si muove.

Le zampette del cane, le gambe della padrona, la coda, il guinzaglio… sono moltiplicati come in una sequenza fotografica. Il risultato è una visione simultanea del movimento, quasi come se l’artista avesse dipinto ogni istante di una camminata in un’unica immagine.

La staticità è bandita. Tutto vibra. Tutto corre.

Il Futurismo e la corsa verso il domani

Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla non è solo un quadro curioso, ma è un manifesto del pensiero futurista.

Siamo negli anni in cui gli artisti italiani guidati da Filippo Tommaso Marinetti esaltano la velocità, il progresso, le macchine, le città in espansione.

Balla, che aderisce al Futurismo nel 1910, si pone una domanda tanto semplice quanto rivoluzionaria: come si rappresenta il movimento nell’arte?

Con questo dipinto, dà una risposta chiara e visivamente potentissima.
Non serve dipingere un treno in corsa o un’automobile perchè anche un piccolo cane può diventare simbolo della modernità, se osservato con lo sguardo giusto.

Pittura o fotografia?

La tecnica utilizzata da Balla è chiaramente influenzata dalla cronofotografia, una tecnica fotografica che scomponeva i movimenti in sequenze.

L’influenza più diretta arriva dagli esperimenti di Étienne-Jules Marey e Eadweard Muybridge, pionieri della fotografia in movimento.
Balla, però, non si limita a imitare il mezzo fotografico. Lo supera.

Nella pittura, infatti, riesce a sintetizzare e moltiplicare i movimenti, a creare una sorta di coreografia visiva che la fotografia, da sola, non può restituire.

Una curiosità: perchè è diventato il cagnolino più famoso dell’arte italiana?

Questo minuscolo cane bassotto è diventato un’icona pop.
Nel tempo è stato citato, reinterpretato, animato, perfino trasformato in gadget e poster.

Non è raro trovarlo in meme artistici o in pubblicità ed è l’esempio perfetto di come un’immagine semplice possa diventare simbolo di un’intera epoca.

Il bello è che non ha nulla di eroico, monumentale o celebrativo: è solo un cane che cammina visto con gli occhi di un artista capace di rompere gli schemi, e per questo diventa una rivoluzione.

Giacomo Balla Dinamismo di un cane al guinzaglio dettaglio

Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio (dettaglio)

Perché è ancora un’opera attualissima

“Dinamismo di un cane al guinzaglio” è un’opera che ci parla ancora oggi.
In un mondo in cui tutto si muove troppo in fretta, in cui le immagini scorrono veloci sui nostri schermi, Balla ci mostra il movimento come poesia visiva, non come frenesia.

Ci insegna che l’arte può catturare l’istante e renderlo eterno e che anche nella routine più banale si può nascondere una visione nuova.

Forse, la prossima volta che porterai a spasso il tuo cane, lo guarderete con occhi diversi.

Hai mai visto dal vivo quest’opera?

È conservata all’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, negli Stati Uniti, ma è talmente celebre che, ogni tanto, torna in Italia per qualche mostra temporanea e quando succede, vale davvero la pena andarla a salutare.

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