Le grandi fotografe di Magnum Photos: protagoniste del cambiamento attraverso l’obiettivo

09/07/2025
Autore: Caterina Stringhetta
Tag: fotografia

Ti sei mai chiesto come cambia il mondo quando a raccontarlo è lo sguardo di una donna?

Le immagini hanno il potere di documentare, denunciare, emozionare. Ma quando a scattarle sono donne, e le protagoniste sono donne, lo scatto diventa rivoluzione. È questo il cuore pulsante del lavoro delle fotografe di Magnum Photos, protagoniste di un racconto visivo che attraversa oltre settant’anni di storia. Artiste come Inge Morath, Eve Arnold, Susan Meiselas, Alessandra Sanguinetti e molte altre, hanno trasformato la fotografia in uno strumento di potere femminile, di indagine sociale, di affermazione identitaria.

In questo post ti presento alcune delle più importanti fotografe dell’agenzia Magnum Photos, donne che con la macchina fotografica hanno saputo raccontare il mondo, e se stesse, con una forza e una sensibilità senza precedenti. Scoprirai chi sono, come lavorano, e perché il loro sguardo ha cambiato per sempre il modo di rappresentare il femminile.

Marilyn Monroe photo by Inge Morath

USA. Nevada. 1960. Marilyn Monroe during the filming of The Misfits.

Donne dietro l’obiettivo: lo sguardo femminile secondo Magnum Photos

Magnum Photos, fondata nel 1947, è una delle agenzie fotografiche più prestigiose del mondo, ma per decenni, la fotografia di reportage è rimasta dominio maschile. Poi, una nuova generazione di fotografe documentariste ha iniziato a emergere con determinazione, conquistando spazi, riconoscimenti e visibilità e soprattutto, ha offerto un’altra prospettiva.

Inge Morath, ad esempio, è stata la prima donna a entrare ufficialmente nell’agenzia. Il suo sguardo empatico e poetico ha aperto la strada a molte altre. Accanto a lei, Eve Arnold, celebre per i suoi intensi ritratti di Marilyn Monroe, ma anche per le fotografie delle donne afroamericane e musulmane, che mettono in discussione gli stereotipi e danno voce agli invisibili.

Queste pioniere non si sono limitate a documentare la realtà: l’hanno interpretata, abitata, trasformata. Hanno fatto della fotografia una pratica politica e culturale.

Giovani fotografe tra attualità e intimità

Oggi, il testimone passa a fotografe contemporanee come Olivia Arthur, Myriam Boulos, Bieke Depoorter, Nanna Heitmann, Lúa Ribeira e Newsha Tavakolian. I loro reportage attraversano il mondo, dalla Colombia delle combattenti FARC, ai volti delle adolescenti in Medio Oriente, raccontando l’universo femminile in tutte le sue sfumature.

Alessandra Sanguinetti, ad esempio, ha dedicato parte del suo lavoro alle relazioni familiari, alla crescita e all’identità delle giovani donne nella società argentina. Le sue fotografie sono intime, profonde, a tratti oniriche. Riescono a catturare la metamorfosi dell’infanzia in adolescenza, la consapevolezza del corpo, la tensione tra libertà e aspettative sociali.

Queste autrici offrono uno sguardo autentico e spesso scomodo, lontano dai cliché. Documentano conflitti, ma anche tenerezza. Celebrità, ma anche quotidianità. Sono testimoni di lotte, conquiste e fragilità, tutte fondamentali nel cammino di emancipazione femminile.

Quando la fotografia diventa testimonianza collettiva

Il lavoro delle fotografe Magnum non si esaurisce nell’estetica dell’immagine. È un atto di memoria storica, di resistenza, di presa di posizione. Le loro fotografie non raccontano solo storie individuali, ma costruiscono una narrazione collettiva, dove i corpi, le posture e le emozioni diventano simboli.

Anche gli scatti di celebri fotografi come Robert Capa, Bruce Davidson, Paolo Pellegrin e Ferdinando Scianna dialogano con questo universo, offrendo rappresentazioni potenti della condizione femminile e delle sue trasformazioni sociali.

Se ti interessano le figure femminili nella storia dell’arte e della fotografia, potresti leggere anche il mio post su Artemisia Gentileschi, pittrice e simbolo del riscatto.

Il corpo, l’identità, il diritto allo sguardo

Uno dei temi ricorrenti nel lavoro delle fotografe di Magnum è la rappresentazione del corpo femminile. Spesso rappresentato, raramente raccontato. Queste artiste, invece, restituiscono al corpo la sua verità soggettiva, non filtrata dallo sguardo maschile.

Ritraggono donne nei gesti quotidiani, nelle lotte politiche, nelle celebrazioni e nei dolori. E lo fanno con rispetto, senza spettacolarizzazione. Perché l’immagine non sia un consumo, ma una relazione.

Jacqueline Kennedy at John F. Kennedy's Funeral photo by Elliott Erwitt

USA. Arlington, Virginia. November 25th, 1963. Jacqueline KENNEDY at John F. Kennedy’s Funeral.

Un’eredità da guardare negli occhi

Le fotografe di Magnum Photos hanno lasciato (e continuano a lasciare) un segno nella fotografia contemporanea. Il loro lavoro è un invito a guardare oltre il visibile, a interrogare i ruoli, le strutture e i pregiudizi.

Sono artiste, testimoni, rivoluzionarie con la macchina fotografica e attraverso i loro scatti, ci aiutano a comprendere non solo la storia delle donne, ma la nostra storia umana.

Se vuoi conoscere altri protagonisti della fotografia e del racconto visivo, visita il sito di Magnum Photos per le mostre in programma oppure esplora i miei post dedicati alla fotografia.

E tu, quale immagine pensi ti abbia cambiato lo sguardo? Raccontamelo nei commenti.

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