Steve McCurry: il fotografo che ha dato un volto al mondo

17/11/2025
Autore: Caterina Stringhetta

Se anche tu, come me, hai avuto almeno una volta la sensazione che una fotografia potesse parlarti — senza parole, ma con tutta la forza dell’umanità — allora hai già incontrato Steve McCurry.

Forse non lo sai, ma lo conosci da sempre.

Conosci i suoi occhi.

Anzi, gli occhi verdi più famosi del mondo: quelli della ragazza afghana che ha fissato l’obiettivo di McCurry nel 1984 e ha incantato il mondo dalla copertina del National Geographic.
Quello scatto è diventato un’icona, ma è solo una piccola parte della storia.

Steve McCurry 2

Un occhio sul mondo: la vita di Steve McCurry

Steve McCurry nasce nel 1950 a Philadelphia e inizia la sua carriera come fotoreporter.
Lui è un giovane con una macchina fotografica al collo e un passaporto sempre pronto. La svolta arriva negli anni Ottanta, quando riesce a entrare clandestinamente in Afghanistan, prima dell’invasione sovietica. Da lì, le sue fotografie iniziano a girare il mondo.

E non si fermeranno più.

India, Pakistan, Cambogia, Libano, Birmania, Brasile, Africa… McCurry non è mai solo un turista: è un testimone. Uno che guarda e, con delicatezza, restituisce storie.

La sua missione? Rendere visibile ciò che rischia di restare invisibile.

Le opere più importanti di Steve McCurry

Oltre alla celeberrima Ragazza afghana, le sue fotografie più iconiche sono viaggi dentro lo sguardo umano:

  • “Dust Storm” in India (1983) – donne avvolte nei sari durante una tempesta di sabbia: la fragilità che diventa forza.
  • “Boy in Mid-Flight” (Jodhpur, India) – un bambino che salta da un tetto, incorniciato da muri blu: poesia in movimento.
  • “Bamiyan Buddhas” in Afghanistan – scatti realizzati poco prima della distruzione delle statue da parte dei Talebani.

I ritratti delle etnie del mondo – volti segnati dal tempo, vestiti dai colori della propria terra.
Ogni fotografia è una storia che non ha bisogno di didascalie.

Lo stile McCurry: tra luce, colore e umanità

Steve McCurry non fotografa solo persone, ma fotografa vite.

Il suo stile si riconosce subito: l’uso sapiente della luce naturale, i colori intensi (quasi pittorici), e quella composizione impeccabile che sembra casuale ma è frutto di grande attenzione.

Ciò che colpisce davvero, però, è il rispetto. McCurry non ruba scatti: incontra.

C’è uno sguardo che parla prima ancora dello scatto, un’empatia che trasforma ogni ritratto in una relazione. È qui che sta il segreto del suo successo: non si limita a documentare, riesce a emozionare.

Curiosità su Steve McCurry

La ragazza afghana si chiama Sharbat Gula. McCurry l’ha ritrovata dopo 17 anni e il suo sguardo era cambiato, ma la forza era la stessa.

McCurry è noto per aver rischiato la vita più volte pur di scattare: è stato colpito, arrestato, ha nascosto rullini cucendoli nei vestiti.

Usa sia pellicola che digitale, ma i suoi colori sono ancora quelli dell’Ektachrome.

È un amante del silenzio: ha dichiarato più volte che le sue immagini migliori nascono in ascolto, non nel rumore.

Steve McCurry foto Umbria
Uomo fa finta di mangiare uva in una vigna. Montefalco, Umbria, Italia, 2014 ©Steve McCurry

Dove e come ammirare le opere di Steve McCurry

Le sue fotografie sono state pubblicate in centinaia di libri e spesso vengono esposte in mostre dal tema differente. Le sue opere le abbiamo visto nella mostra “Steve McCurry. Oltre lo sguardo” ma anche in una mostra in cui ha mostrato i volti che si celano dietro una semplice tazzina di caffè. Negli ultimi anni ha anche attraversato e scoperto l’Umbria e a questa regione ha dedicato molte foto affascinanti.

Steve McCurry ci ha insegnato a guardare. Non a scattare per caso, ma a cercare la vita nelle pieghe di un volto, nel riflesso di un occhio, nella polvere di una strada lontana.

Le sue fotografie sono finestre sul mondo, ma anche specchi in cui riconoscerci. Perché ogni volto che ci mostra, in fondo, parla un po’ anche di noi.

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